Sanità ammalata – Sanità impazzita – tagli! Tagli! Tagli!

Giuseppe Lembo

 

Ha ancora un valore, la salute del cittadino?  Tagliare, è l’obiettivo sanitario primario del Governo Monti. Ma di quale razionalizzazione si tratta? C’è una volontà crescente di tagliare, tagliare, tagliare; il fine è solo quello di recuperare risorse. Il primo danno delle opere di risparmio è soprattutto per l’Italia minore, dove di aperto ci sono le sole porte dei cimiteri; si taglia di tutto e di più, rendendo difficile non solo vivere ma anche semplicemente sopravvivere. Nel nostro Paese i posti letto ospedalieri di 4 per abitanti sono inferiori alla media europea (4,2 per abitanti). Monti interviene ad abbassare ulteriormente il rapporto posti letto/abitanti (dal 4 al 3,7). La razionalizzazione della rete ospedaliera è un compito dei decisori del territorio e non dei soloni esterni che, in nome del risparmio, tagliano indiscriminatamente, rendendo così difficile garantire la vita dei cittadini. Per tentare di far quadrare minimamente i conti sono 7.000 i posti da tagliare nella sanità pubblica del nostro Paese. Intanto che si tagliano i servizi, gli italiani hanno il privilegio di una sanità fonte di grande e crescente corruzione. La soppressione dei posti letto comporta inevitabilmente il rischio di lunghe liste di attesa e di un grande affollamento nei pronti soccorsi. Non è un problema; la salute del cittadino italiano vale poco o niente.  L’importante è risparmiare; l’importante è tagliare; l’importante è far quadrare i conti. L’intelligente progetto di riduzione della spesa in modo razionale, dovrebbe basarsi su di una diffusa ed efficiente politica di assistenza territoriale, alternativa all’ospedalizzazione. Si avrebbe, così facendo, un’assistenza meno cara del 30 – 40% e soprattutto un’assistenza più umana; assolutamente meno traumatica e violenta. Purtroppo nel sistema unitario italiano manca una contabilità chiara; c’è disparità nella spesa; manca un’organizzazione razionale per risparmiare. Sono questi tra i mali che fanno la differenza da una Regione all’altra. È altresì importante, centralizzare gli acquisti; non aumentare i tiket; non ridurre i servizi. Anche attraverso la sanità pubblica si punta a colpire i lavoratori. Sono i lavoratori e solo i lavoratori, prima di tutto, il problema dei problemi della P.A. italiana. Che fare? Eliminiamoli tutti. Azzerando le risorse umane  attraverso un’operazione di polizia etnica di massa, si risolvono tutti i problemi; ma veramente tutti, con la buona pace dei tanti soloni che si  scervellano per soluzioni impossibili, tenendo in piedi, nella logica di sempre, i tanti problemi irrisolti, i mali di sempre di un’Italia che nessuno vuole rendere efficiente, civile e democratica a tutti i livelli territoriali e nell’interesse del cittadino. Perché si pensa a fare tanto male alla gente di questo nostro Paese? Dal lavoro alla salute, dalla cultura al futuro negato, dalle violenze crescenti dei più forti sui più deboli, è tutto un susseguirsi di mali italiani che, in questo inizio del Terzo Millennio, rendono l’Italia una mala Italia, con la buona pace di chi non si vuole rassegnare a vivere in un Paese diverso, in un Paese dove l’egoismo umano è al primo posto della scala sociale e prevale, come espressione del tutto per sé, sui valori d’insieme umano ormai cancellati, perché all’essere si è andato sostituendo sempre più l’apparire, il fare, come per la salute sempre più negata, funzionale al potere dei pochi contro i diritti naturali dei più, colpiti in tutto, diritto alla vita compreso.