San Martino, ancora patrono dei traditi?

di Rita Occidente Lupo

San Martino, festa tradizionalmente di dolciumi compensanti i tradimenti coniugali. Tra leggenda e tradizione, un’usanza ancora in voga, folkloristicamente tinta di goliardia. In diverse località italiane, cortei e celie per ridicolizzare il maschio tradito. Le corna, un tempo simbolo di forza e regalità, associate a chi subisce l’inganno muliebre, diventando bersaglio di dileggio. Anticamente l’episodio del giovane cavaliere che, incrociato sul cammino un mendicante, eroicamente gli offrì il mantello contro il freddo. In occasione della festa dei capi di bestiame, con le corna ed in occasione di ricorrenze rurali, l’usanza di celebrare tale giorno. Un tempo, che i ltradimento considerato usurpante la digntà mascolina, nell’indissolubilità matrimoniale, il ruolo del cornuto, al pubblico trastullo. Oggi, il divorzio ha reso meno fendente il colpo: il tradimento resta comunque anche quando ci si sente meno “obbligati” al legame. Ed allora, San Martino rivive tra note stonate ed agresti, giornate luculliane e costumi carnacialeschi: insomma, Martino, rievocato come il Santo degli uomini traditi, tra torroni e calzoncelli, allettanti l’orgoglio ferito, obnubilando la nota solidale del cavaliere, verso i meno indigenti!

Foto guidesupereva.it