Cava de’ Tirreni: 6 musicisti in jazz e un omaggio a Battisti

Un omaggio alla canzone d’autore con un lungo viaggio nel repertorio battistiano all’insegna dell’improvvisazione. Un modo per il jazz di riscoprire anche la bellezza di quegli arrangiamenti semplici, fatti di pochi accordi, ma capaci di mischiare piani emozionali diversi. Concerto “6 in jazz”, tributo a Lucio Battisti , venerdì 2 novembre alle ore 22.30 nel locale del Borgo Scacciaventi nell’ambito della nuova stagione musicale di MoroInJazz, la rassegna organizzata dal Moro del Borgo Scacciaventi, con la direzione artistica di Gaetano Lambiase. Sul palcoscenico il sestetto di talenti campani affermati in tutta Europa: i salernitani Sandro Deidda al sax tenore e soprano, Guglielmo Guglielmi al pianoforte, Pierpaolo Bisogno al vibrafono, vibrandoneon e percussioni, Aldo Vigorito al contrabbasso, e i napoletani Alessandro Castiglione alla chitarra e Giuseppe La Pusata alla batteria. La formazione porta in giro da due anni dal vivo il progetto plasmato in studio,  confluito anche in una produzione discografica, con il Cd “Tributo a Lucio Battisti”, un omaggio alla musica del grande cantautore di Poggio Bustone, pubblicato dalla casa discografica Itinera. In scaletta, i più noti tra i brani di Battisti arrangiati in chiave jazz e rivisitati come “standard”: “Emozioni”, Perché No, I Giardini di Marzo, Prendila Così, Con il Nastro Rosa, “Sì Viaggiare”, “Aver Paura di Innamorarsi Troppo” e “Amarsi un po’ “. Ai “6 in Jazz” il compito di trasmettere le emozioni che si muovono nel mondo della canzone in quel solco tracciato da Battisti capace di coniugare spessore artistico e impatto popolare. Battisti, infatti, che ha messo d’accordo generazioni, incarna la tradizione musicale italiana ed e’ l’artista  più amato dal grande pubblico. Eppure si racconta che Lucio Battisti non abbia mai amato il jazz. Nel 1964 pare volesse abbandonare il concerto di Charles Mingus a Milano dopo i primi minuti. Il suo repertorio è diventato però un canovaccio al quale si ispirano molti musicisti. L’ immagine di Battisti è uscita dagli schemi della musica leggera dopo la fine del sodalizio artistico con Mogol e la collaborazione con il poeta Pasquale Panella, segnata da arrangiamenti elettronici e musica d’ avanguardia. Canzoni tra le più popolari della coppia coppia Battisti/Mogol, che hanno fatto epoca e che in questa nuova veste trovano una forma diversa. Spogliato dei testi – che chi più chi meno tutti hanno canticchiato – il disco, registrato e missato da Piero De Asmundis e masterizzato da Bob Fix, va oltre il semplice tributo-amarcord, alternando brani con forme armoniche articolate a composizioni basate su riff di derivazione afroamericana. Otto tracce che pescano nel repertorio infinito del cantante di Poggio Bustone, rilette con eleganza e gusto dell’improvvisazione, ma al tempo stesso semplici e immediate, mostrate nella loro purezza sotto una luce diversa. Quella del jazz”.