Kupumzika Riposare

Padre Oliviero Ferro

Fa caldo e il sole picchia forte. Non si può continuare a lavorare, altrimenti si rischia si svenire. Allora, è meglio fermarsi, riposarsi sotto la pianta di mango, mangiare e bere qualcosa. E magari, dormire un pochino. Bisogna riprendere le forze. La fatica è tanta. Le mamme avevano cominciato il mattino presto ad andare nei campi. Avevano zappato e tolto le erbacce. I papà, avendo un po’ più di forza, avevano tolto le pietre e tagliato con il machete i rami degli alberi. Ma bisognava riposare in  quei campi africani, dove, fra poco, avrebbero cominciato a piantare la manioca, a seminare le arachidi. Vicino all’acqua le piante di banano, tutte unite, avrebbero cominciato a portare frutti. Ma ci voleva un po’ di riposo e mettere qualcosa nello stomaco, altrimenti diventava difficile continuare. Poi alla sera, riprendendo la strada del villaggio, si sarebbero scambiati le notizie su come stavano andando i lavori. La strada era ancora lunga, ma non ci si poteva fermare. Il riposo era per quando sarebbero arrivati, dopo aver preparato la cena e svolto le faccende di casa. Ormai cominciava a tramontare il sole e le prime stelle facevano la loro apparizione in cielo. Bisognava aumentare il passo. Il villaggio era vicino, finalmente. I bambini e gli anziani li aspettavano vicino alla porta. Anche loro avevano tante cose da raccontare, ma soprattutto avevano fame. Avevano aspettato tutto il giorno. La mamma non si poteva riposare. Un’ultima fatica l’aspettava. Lo faceva volentieri, con il sorriso. Ma quanta voglia aveva di riposarsi. Un piccolo grande sforzo e quando la luna sarebbe venuta con tutta il suo splendore, anche lei avrebbe potuto chiudere gli occhi e  sognare…