Dovere del presente salvare le generazioni del futuro

Giuseppe Lembo

L’Italia ha ormai perso completamente la bussola. Oltre al presente sempre più difficile se non impossibile da vivere, c’è un orizzonte completamente piatto per il futuro, in cui, responsabili i ladri di futuro delle generazioni adulte, non c’è, se non per un miracolo, la possibilità che torni il sereno e le cose vadano per il verso giusto. La condizione giovanile del nostro Paese oltre ad altre condizioni umane e sociali da profondo e diffuso malessere, è una condizione grave e senza via d’uscita. I giovani del nostro Paese, per gravi colpe dei loro padri, sono giovani dal futuro negato. Guardando gli scenari fuori dall’Italia, ci si rende conto che tanti Paesi europei e non, fanno meglio di noi; sono Paesi più virtuosi ed assolutamente più sensibili per la condizione giovanile, ossia per il futuro che da noi è un futuro sempre più negato. Il conto che facciamo pagare ai nostri giovani, è un conto purtroppo salato; un conto ingiusto ed assolutamente insopportabile. Ma a chiacchiere e forse solo a chiacchiere e sempre meno nei fatti, siamo alle sole promesse di una equità intergenerazionale; anche l’attuale governo tecnico di Mario Monti, spende tante belle parole a favore dei giovani. Ma sono, purtroppo, parole, parole, parole. Nei fatti non c’è niente di concreto che possa restituire ai giovani del nostro Paese quella fiducia tradita per il loro futuro, vissuto con preoccupazione, sempre più, come futuro negato. Il nostro Paese, non sa dare risposte concrete neppure alle raccomandazioni dell’Europa, che guarda con assoluta diffidenza all’incapacità italiana ad affrontare seriamente il problema delle giovani generazioni, generazioni che sono purtroppo senza futuro. Il nostro Paese per uscire dalla crisi e pensare concretamente ai giovani, deve saper dare risposte concrete al suo sistema produttivo, riorganizzandolo e ridando fiducia interna ed internazionale per investire anche da noi, con il patrimonio di una tradizione fortemente consolidata di ottime capacità produttive in un manifatturiero eccellente che, negli anni passati ha fatto la fortuna dello sviluppo italiano, creando condizioni di diffuso benessere e di altrettanto diffusa occupazione sia generale che giovanile, con conseguenti alti indici di produttività e di concreta solidarietà intergenerazionale. La condizione giovanile è la prima e più importante questione italiana; una questione a cui con urgenza bisogna porre mano, trovando le soluzioni giuste per riannodare i tanti fili spezzati tra una generazione e l’altra e ridare fiducia a chi deve ereditare, partendo dal presente, il futuro italiano che non si può pensare come futuro possibile, facendolo nascere all’interno di un conflitto generazionale in cui i padri sono i ladri di futuro dei loro figli. La condizione giovanile è una priorità del nostro Paese; al punto in cui siamo, si tratta di una vera e propria emergenza nazionale; bisogna recuperare ed al più presto il tempo perduto, restituendo dignità umana ad un mondo giovanile che per testimoniare la propria esistenza nella società si agita ed a ragione, lottando per l’inalienabile diritto di vivere, per il diritto alla vita umana, un diritto naturale dell’uomo della Terra, senza differenza alcuna di età, di lingua, di religione e/o di colore della pelle. Per riprendere il cammino interrotto, nel nostro Paese c’è bisogno di dialogo, di confronto, di un rapporto umano che vede nell’altro in quanto uomo, un cittadino della Terra da saper amare, da saper trattare, senza azioni inopportunamente illiberali e/o autoritarie di chi pretende di usare la forza per mantenere il potere. Mi piace citare Nelson Mandela, un grande difensore della dignità umana senza se e senza ma, che ci ricorda, nel suo impegno per l’uomo universalmente inteso, quindi oltre l’apartheid che chi ovunque e comunque usa la forza per mantenere il potere, insegna agli oppressori ad usare la forza per opporglisi. Evitiamo, quindi, atti di inopportuna forza e di potere illiberale; riconosciamo ai giovani del nostro Paese il diritto al futuro, il diritto per un mondo nuovo ispirato all’integrazione di tutte le diverse parti della società italiana, con corsia assolutamente preferenziale per il protagonismo giovanile che vuole garantirsi dignità umana, il proprio futuro, la propria libertà, il proprio diritto alla vita. Nessuno può tradire i giovani: né la politica, né i governi, gli economisti e/o i finanzieri d’assalto. Occorre per il mondo giovanile, un rispetto sacrale. Occorre e ne sono un convinto protagonista, lavorare generosamente per i giovani. Occorre, come ci ha insegnato Danilo Dolci, fare assolutamente in modo che i nostri figli, tutti i giovani, non crescano nella rassegnazione alle prepotenze assurde, ma in una dimensione alta dove è possibile fare incontrare le coscienze umane nella verità.