Kifurushi piccolo pacchetto

Padre Oliviero Ferro

Questo fa parte di una delle esperienze più interessanti e,se vogliamo, comiche, dell’Africa. Quando decidi di partire, il giorno dopo, per un viaggio verso la città più importante o fare un safari(viaggio) sul lago, ci sarà sempre qualcuno che ti domanderà il “ lifti”(passaggio, un posto). Tu gli dici che è possibile. E lui aggiungerà che viene con un pacchettino, un bagaglio minimo. Tu ci credi, perché non hai ancora capito. Il giorno dopo, alla partenza, ti accorgi che forse era meglio verificare quale era la consistenza del “kifurushi”. Si, è sempre un bagaglio, ma è accompagnato da altri per non lasciarlo solo, insieme a qualche animale, bambini,ecc. E allora comincia il problema: dove mettiamo tutte queste cose? Loro ti dicono che chiedono solo un posticino. Ma questo lo chiede ciascuno e alla fine, la tua land rover diventa un camion con il rischio che le balestre si spezzino e si vada fuori strada. Per non parlare di quando bisognerà passare sui ponti. Mi ricordo sempre un odei primi viaggi. Io ero il quarto passeggero(autista compreso) nella cabina e stavo vicino al finestrino. Per ottanta chilometri, la maniglia della porta mi entrava nel fianco in modo ritmico, visto le condizioni della strada. Dietro era tutto occupato dei “kifurushi” vari. Insomma un massaggio non previsto, forse utile, ma non raccomandabile.