L’ostinazione di Fini

Angelo Cennamo

Le primarie del Pd, con i suoi impulsi rottamatori, si stanno rivelando un esercizio di autentica democrazia, da seguire con interesse e spirito emulativo. Non solo. L’impronta rinnovatrice che Matteo Renzi ha saputo imprimere alla solita nomenclatura post comunista sta facendo salire nei sondaggi il suo partito, evidenziando, nel contempo, lo scarso dinamismo di altri raggruppamenti politici, arroccati invece sulle vecchie leadership della prima e della seconda Repubblica. Senza volerci addentrare nei complicati rivoli della vicenda monegasca, che sta logorando non poco l’immagine di Gianfranco Fini, balza agli occhi di tutti l’ostinata perseveranza di tanti politici nel voler ad ogni costo perpetuare all’infinito le proprie carriere, anche di fronte ad evidenti segnali di inopportunità. Anche quando il buon senso e la storia suggerirebbero di mettere un punto. Non diremo che la casa di Montecarlo, donata dalla contessa Colleoni ad Alleanza Nazionale per la “buona battaglia”, è stata acquistata rocambolescamente da Giancarlo Tulliani, fratello di Elisabetta, se non altro per non esporci ad una querela ( ci risulta che Fini ne elargisca con buona frequenza). Ma l’evidenza con la quale quell’appartamento, venduto per vie traverse, con giri internazionali funanbolici e ad un prezzo ben al di sotto del suo valore commerciale, sia finito nella disponibilità del cognato del presidente della camera, nessuno più può negarla. L’operazione, che di recente si è arricchita di ulteriori particolari che coinvolgono oltre i protagonisti in senso stretto anche un noto faccendiere ( Francesco Corallo) sul quale è stato spiccato un mandato di cattura internazionale, provoca nello scrivente ( che nel partito di Fini e della contessa Colleoni ci ha militato per oltre un decennio) un sentimento misto di rabbia e di tristezza. Sono migliaia i cittadini italiani che hanno aderito alla buona battaglia della destra ( prima Msi e poi An) finanziando con i loro redditi e i loro risparmi sedi di partito, manifestazioni, trasferte per comizi, convegni. Per quell’ideale, ciascuno (chi più chi meno)ha sacrificato il suo tempo libero, i suoi affetti e, perchè no, la sua professione. Molti di loro, oggi, si sono pentiti di aver aderito a quella battaglia. Tanto che neppure le tue dimissioni ( qualora dovessi decidere di darle), caro Gianfranco Fini, potranno aiutarli a fargli cambiare idea.  

39 pensieri su “L’ostinazione di Fini

  1. Che Renzi faccia salire il PD nei sondaggi chi lo dice? E con quale criterio, se ha scatenato una guerra tra fazioni? I sondaggi del PD sono molto buoni già da quando Berlusconi si è ritirato, non da quando è sceso in campo Renzi per le primarie. E non dimentichi che se Renzi dovesse vincere le primarie, molte persone (me compresa) non sarebbero disposte a votare per il PD di Renzi. Quindi, mi sa che quei sondaggi per ora non hanno valore.

    Per me AN avrebbe dovuto rimanere un partito distinto dal PDL: in questo modo, della casa di Montecarlo non sarebbe interessato mai a nessuno.

  2. Gabriella, sai che la casa di montecarlo, non era e non è di fini, ma di una comunità che aveva versato sangue generoso, subito migliaia di anni di carcere duro, discriminazioni ed isolamento morale?
    Lui , l’infame,insieme ai suoi “caporali” ha solo saputo mettersi d’accordo con la massoneria ,prima con berlusconi e dopo con monti( 2004) per svendere una COMUNITà.
    Tuttavia quella comunità ha meritato questa fine: “degradata” con disonore in quanto non ha capito, nel 1995 con l’evoluzione del MSI dn in AN, quanto male stava assorbendo in quel di Fiuggi.
    Una sola grande soddisfazione (magra comunque) vedere una cinquantina (tolti i giornalisti, i curiosi e quelli dell’UDC) di accoliti a Salerno che hanno avuto il tempo e la voglia di andare ad ascoltare le sue vuote parole.
    Probabilmente a lei non interessa una DESTRA forte, ma le dico che mai il MSI dn (con i suoi “valori” sociali e morali) sarebbe dovuto evolvere in AN……………………e questo solo per il bene della nostra cara Patria.
    in bocca al lupo

  3. Lupo, io volevo dire che (secondo me, quindi una opinione come le altre) nessuno avrebbe mai tirato fuori questa storia della casa di Montecarlo se non ci fosse stato il preciso scopo politico di mettere in cattiva luce Fini.

    Amgelo, ho due possibilità: non votare o scheda bianca (e devo dire che nessuna della due mi fa piacere).

  4. Scusi, ma io cosa c’entro con Vendola? Non sono una elettrice di Vendola, non sono una ex-elettrice di Rifondazione, né dei Comunisti Italiani. Mi dice come faccio a votare Vendola?

    Vendola come alleato posso anche sostenerlo, come candidato no.

  5. Gabriella,
    pensi cosa succederebbe se tutti gli elettori di Vendola e gli estimatori di Renzi la pensassero in modo “speculare” al suo.
    🙂

  6. Se i suoi compagni di coalizione e/o partito non andassero a votare alle politiche nel caso in cui il loro leader di riferimento (Vendola o Renzi) non vincesse le primarie (come ci dice farà lei in caso di sconfitta alle primarie di Bersani), cosa succederebbe?

    O meglio:
    cosa ne sarebbe della democrazia, della politica, Gabriella, se tutti adottassero i suoi paraocchi?

  7. Amgelo, la democrazia è proprio questo: la possibilità di esprimere la propria opinione attraverso lo strumento del voto. La stessa democrazia mi permette (legittimamente) di astenermi per i motivi più svariati.

    Quindi, il suo problema quale è? Il suo problema è che se la abbondante metà degli elettori del PD che non vede Renzi di buon occhio non andasse a votare, Renzi si ritroverebbe in mano la metà dei consensi che credeva di poter raggiungere. Che è un problema suo, credo, non di democrazia, in quanto i voti si prendono con il consenso: per quale ragione io, che non vedo di buon occhio Renzi, dovrei votare Renzi? Lei, non sentendosi rappresentato da Bersani, voterebbe Bersani? E per quale ragione, scusi? Io non sono una pecora e non voto il PD se il PD non mi rappresenta.

    Quanto alle sue ipotesi:

    1) Vendola non vince le primarie:
    nemmeno gli elettori di Vendola credono che Vendola (o Tabacci o altri eventuali) possa vincere alle primarie. Dunque, anche qui, di cosa stiamo parlando? L’elettore di Vendola di certo non aspira a governare da solo: sa benissimo che deve far parte di una coalizione più grande in cui possa avere la possibilità far valere qualcuna delle idee che ha il suo partito (per l’elettore di Vendola presumo che questo sia meglio di niente);

    2) Renzi non vince le primarie:
    è un problema solo di Renzi e dei suoi elettori perché il PD si trova già comunque alto nei sondaggi. Ancora una volta sono costretta a ricordarle che è Renzi che ha bisogno del PD, non il PD di Renzi. Tuttavia, Renzi, a sconfitta avvenuta, potrebbe tranquillamente andarsene assieme a ciò che resta del centrodestra a fare opposizione al PD (che è una cosa che gli riesce benissimo) e lei potrebbe tranquillamente votarlo;

  8. Gabriella,
    non è in dubbio la libertà di scelta e perciò anche quella di astenersi dal voto, per carità.
    Ma questo non era l’oggetto della discussione.

    Si arrampica sugli specchi perché vuole far credere che con la libertà di non votare (tra parentesi in un caso veramente singolare: il suo politico di riferimento perde le primarie)lei sta dimostrando di avere uno spirito pienamente democratico ovvero un comportamnto rispettoso della democrazia.
    Nella democrazia c’è sicuramente la libertà, ma non solo, per fortuna. C’è la responsabilità, il sacrificio del compromesso, il rispetto della decisione della maggioranza,…continuo?

    A scuola una volta il prof ci fece fare un esercizio: quanti nomi conoscevamo con la radice liber.
    Ci sbizzarrimo: libero, libertà, liberale, libertario, libertino, libertinaggio, liberismo, liberto,………………

  9. Amgelo, forse per lei è diverso, ma io sono una elettrice del PD finché il PD mi rappresenta, e posso vivere anche senza il PD, nonostante abbia seguito tutta la sua evoluzione con passione negli anni.

    Non mi sento rappresentata da una persona che è apparsa subito come una persona capace molto più di sfasciare e dividere che di unire. Non mi sento rappresentata dalla sua assenza di contenuti, non mi piacciono le risposte che dà, non sopporto le battute, la superficialità, la violenza verbale, lo ritengo incapace di stare sulla scena internazionale.

    Non mi piace il fatto che non riconosce quanto di buono fatto dal suo stesso partito.

    Questa persona non conosce i “compromessi” di cui lei parla e per quasi tutta la sua campagna non ha fatto molto altro che attaccare reiteratamente i dirigenti del suo partito, che è uno sport che adesso va tantissimo (ma lui e Grillo sono stati battuti di dieci anni da Moretti e dalla Serracchiani, quando lo sport suddetto aveva la popolarità dell’hockey su prato in Italia).

    Ora, per quale ragione lei chiede a me “sacrificio”, “compromesso”, “senso di responsabilità” ecc.ecc., quando praticamente il suo candidato non ha mai mostrato questo atteggiamento?

    Quello che lei ha davanti è un effetto collaterale della campagna renziana: non sono capace di vedere questa persona, per me priva di equilibrio, nella posizione di leader.

    Caro Amgelo, io non sono una tifosa, sono una elettrice pensante e ho capito che io e Renzi siamo di due partiti diversi. Perché devo dare il mio voto ad un partito diverso dal mio?

  10. Perché in democrazia (tranne qualche recente sultanato italiano) ci sono i partiti e le correnti da dove si lotta dall’interno.
    Quella che divide pertanto mi sembra lei che usa le stesse espressioni di D’Alema:
    “….che è apparsa subito come una persona capace molto più di sfasciare e dividere che di unire.”

  11. Amgelo, non so cosa dica D’Alema, ma se D’Alema dice quella cosa (una volta tanto) sono d’accordo con D’Alema.

    E’ vero: nei partiti ci sono le correnti, ma poi c’è anche la MEDIAZIONE. Renzi (a me) non sembra avere, né per età, né per carattere, né per esperienza, capacità di mediazione (nemmeno esterna, ad esempio con partiti che si trovano a sinistra del PD), vuole semplicemente IMPORRE la sua visione, considerando tutto il resto vecchio e fallimentare.

    Il punto è proprio questo: a me che le correnti discutano andrebbe bene, ma non mi sembra proprio che qui si voglia fare questo.

    Si vuole, a mio modesto avviso, rottamare prepotentemente tutto ciò che secondo Renzi non va bene e spostare l’asse di un partito che in genere prende decisioni abbastanza collegialmente, sintonizzandolo sul pensiero di una sola corrente.

    Questo, secondo me, porta dritti dritti ad una scissione.

    E potrebbe anche essere una cosa positiva per la politica italiana tutta, eh! 🙂

  12. Gabriella,
    più scrive (e mi dispiace non darle tanta soddisfazione: non ho tanto tempo ed impiego tanto tempo a scrivere perché il mio mestiere sono i numeri)e più – mi pare – escano delle contraddizioni.
    Ora dice che teme che la vittoria di Renzi possa condurre, per il suo carattere, ad una scissione; quindi che fa Gabriella?
    Gabriella se vince Renzi non vota PD.
    Cioè getta le basi per anticipare quel che teme.
    Non si accorge, Gabriella, che il suo atteggiamento è peggiore di quello che critica a Renzi, il quale vuole semplicemente far fare da parte dai posti di comando persone a cui è stata già data la possibilità di comandare per più lustri.
    E invece Gabriella ci dice: o la mia linea o niente, o vince chi dico io o tutti a casa.

    Io credo che – e questo è un mio parere che evinco da ciò che lei scrive- al di là di un’antipatia di pelle legittima e inesorabile, la sua paura sia che Renzi possa cambiare antropologicamente il partito e la mentalità dei militanti di sinistra.
    In questo senso Bersani ai suoi occhi è un conservatore delle cose buone e giuste che quella sinistra – la sua sinistra- ha sempre portato avanti e che non devono certo essere cancellate da un giovanotto senza rispetto.

  13. E adesso come la mettiamo?
    http://www.unita.it/italia/provocazione-casapound-voteremo-bersani-1.458605 .
    Se la destra liberale fa il tifo per Renzi e la destra storica per Bersani, vorrà pure dire qualcosa. A meno che non si ragioni che ad andare troppo a destra ci si ricongiunga con l’estrema sinistra. Salvo poi arrivare in ultima analisi a due ipotesi in campo: o è tutta una provocazione l’appello di Casa Pound o il caos regna sovrano nell’agone politico italiano. Con l’avvertenza che, laddove si scelga la seconda opzione,all’Italia intera non resta altro che piangere.

  14. Amgelo, sono due cose diverse: il fatto che io non voti (eventualmente alle politiche) è un fatto personale “di coscienza”. Non essendo rappresentata, credo che non voterò (che penso sia meglio che votare con la pancia altri candidati, che è una cosa che credo faranno in molti, a partire dagli elettori di Grillo).

    Quando, però, parlo di scissione, parlo di scissione all’interno del PD, non dell’elettorato (l’elettorato, se mai dovesse succedere, si regolerebbe “di conseguenza”, premiando l’uno o l’altro partito).

    La battaglia di Renzi sarebbe anche giusta (lo riconoscono anche parecchi di quelli che attacca, mi pare, tanto che a volte mi pare che sfondi una porta aperta solo per il gusto di fare rumore), ma c’è modo e modo e a me questa violenza non piace. Questo non è un “confronto aspro”, questa è demolizione, stracci che volano, una cosa a cui non sono abituata e a cui non desidero abituarmi. Non sopporto l’idea che Renzi vinca e D’Alema non se ne vada perché deve lottare contro Renzi nel partito, lo trovo folle.

    Poi, piano con l’antropologia: Renzi non ha proposte (quelle poche che ha tirato fuori a botte di slogan, frecciate e battute) che non siano cose che circolavano GIA’ nel PD da anni e anni (non so da quanto segue il PD, ma i laboratori, a cui Renzi non partecipa, sono pieni di queste proposte da tempo: non per niente, il Renzi viene accusato di plagio piuttosto spesso). La stessa bozza di Ichino, per chi è capace di comprenderla, è una cosa più a sinistra di quanto si possa immaginare e non credo proprio che la sinistra del PD la rifiuterebbe.

    Ora: una componente “liberale” c’è sempre stata in tutti i partiti di sinistra e di centrosinistra, da tempi immemorabili (se fa qualche ricerca scoprirà, immagino la sopresa, che anche in SEL esiste una componente liberale, mista ai vari cespugli di Verdi, Socialisti, Radicali, ecc.ecc.), quindi “il problema” non è questo e, anzi, è stata una pessima idea politica (da parte di Renzi) quella di “ideologizzare” un confronto interno alla maniera del primo Silvio Berlusconi (di qua i “comunisti”, di là “la libertà”, “i liberali”, “la modernità”, “i giovani”, “il futuro”).

    Il cambiamento di cui parlo io è un cambiamento che sembra non prevedere più il democratico meccanismo della collegialità delle scelte all’interno del PD, tutto qui. La politica è fatta anche di mediazione ed il PD è cresciuto (tra tanti errori) nella (complicata) discussione tra componenti anche diverse.

    Il leader di un partito “variopinto” come il PD secondo me deve essere capace di mediare all’interno e all’esterno del suo partito: a me invece sembra che si vada verso una sorta di occupazione militare del PD ed è questo che non mi rappresenta.

  15. magda, ma qua secondo me la confusione è massima: dire che Bersani è “estrema sinistra” è già di suo una cosa che non sta in piedi. Io sono convinta che “i comunisti” in Italia li abbia inventati Silvio Berlusconi, riesumandoli a 5 anni dalla caduta del Muro di Berlino a scopi propagandistici ed elettorali. Tra l’altro, sono riesumazioni che di recente piacciono anche a Renzi, che però fino a l’altro ieri si faceva supportare da tutti “i comunisti” del suo partito. Se tutti questi uscissero dagli anni Cinquanta sarebbe una cosa eccezionale, potremmo addirittura diventare un paese moderno. Io da elettrice del PD sul piano delle idee non ho nulla da farmi perdonare; Renzi, secondo me, dovrebbe spiegare come ha fatto di recente a “diventare” Renzi.

  16. Gabriella,
    è solo un esempio: quando Bersani si dimostra contrario alle 24 ore per gli insegnanti c’è poco da sperare.
    Fa di tutto per dare ragione a chi lo accusa di veterocomunismo.
    La sinistra, quella di Bersani, vuole che la scuola sia un ammortizzatore sociale.
    Per favore mi eviti il discorso sul PDL che non ha fatto di meglio.
    Non mi riguarda.

  17. AMGELO, m’è venuta una domanda per lei: ma lei ci ha mai pensato che se Renzi non si fosse reinventato come candidato del PD, stando alle sue idee (di Renzi), dopo aver fatto il sindaco di Firenze si sarebbe dovuto cercare un lavoro vero? Il prossimo anno, a 4 anni dalla sua elezione a sindaco (più tutti gli altri da presidente della provincia), terminerà il suo mandato (prima metà 2013). Non mi risulta sia un sindaco particolarmente amato, quindi mettiamo che si candidi e non venga rieletto.

    Dunque, sono cattiva io oppure il Renzi si sta anche in qualche modo dedicando alla sua sopravvivenza politica personale?

    Secondo lei, Renzi ha davanti a sé il lavoro di piastrellista (o altro ambito dal Renzi non politico)?

    Perché, in effetti, a ben vedere, nel caso perda ha due sole possibilità:
    1. riciclarsi al centro/centrodestra (e trovo la cosa plausibile politicamente, specie se continua ad utilizzare le note tecniche berlusconiane per demolire il PD che non gli garba);
    2. trovarsi un lavoro tradizionale;

    Già me lo immagino Renzi al colloquio da piastrellista: “voi non sapete mettere bene le piastrelle, vecchi operai! Io ho un nuovo metodo, che ci farà risparmiare tempo e soldi!” 🙂

  18. Amgelo, scusi, eh: io ho capito che l’orario è allungato ma i soldi restano gli stessi. Dico bene? Se è così, non mi pare giusto: dovrebbero essere retribuite le ore che uno fa.

    Ma potrei aver capito male io tutta la situazione, quindi, se ha tempo, mi spieghi la cosa come l’ha capita lei, può darsi che io mi sia persa qualcosa.

  19. AMGELO, mi sembra ci siano articoli online un po’ ovunque in cui si dice che le ore in più non vengono retribuite.

    Si immagini la cosa nel contratto tra due privati: io pago te, ingegnere informatico, per farmi realizzare il tale software e tu lavorerai per me 8 ore alla settimana (per dire) per un costo pari a 10. Ok? Noi si prende e si firma un contratto che stabilisce questo. Giusto? Dopodomani, a contratto firmato, dopo che ho preso il gelato al mio bar preferito, con aria disinvolta vado dall’ingegnere informatico e gli dico che da adesso gli do 10 per fare 16 ore alla settimana perché così mi garba.

    Amgelo dice “Bersani è veterocomunista e l’ingegnere vedesse di avere poche pretese assurde!”

    Gabriella dice “Bersani fa rispettare il contratto che l’ingegnere informatico ha stipulato col cliente”, tutto qua.

    Amgelo, i contratti nazionali ci sono come strumento di CIVILTA’ che regola i rapporti tra le parti!

    Se lei crede di poter fare come stanno facendo questi del governo, allora lei non crede nel DIRITTO, non già nel Comunismo! Crede che chiunque si possa svegliare una mattina, andare dall’ingegnere informatico e fargli scrivere altre 1000 righe di codice C gratuitamente!!! NON siamo alla FoxConn, siamo in Italia!!!

    Se è questo che vuole Renzi (con il suo bel liberismo di facciata atto a creare una caccia alle streghe contro metà del suo partito per salvarsi la carriera politica e non andare a fare il piastrellista), io NON lo voglio!

  20. Amgelo: mi pare non fosse così, il monte-ferie NON corrispondeva alle ore di lavoro in più erogate. E comunque anche in quel caso il loro contratto non lo prevedeva. Ho un po’ letto anche le critiche delle persone interessate e loro dicono tre cose, secondo me interessanti:

    1. le ore frontali in più non migliorano la qualità dell’insegnamento;
    2. in Europa si fanno anche meno ore settimanali (a parità di mestiere);
    3. in Europa per meno ore si guadagna di più;

    In fin dei conti, parliamo di una categoria storicamente sottopagata a cui veniva chiesto di aumentare il numero di ore di lavoro a titolo gratuito.

    Penso che chi propone queste cose deve essere abbastanza ignorante e propone senza conoscere le situazioni con il solo intento di ridurre dei costi.

    Comunque, il conto sulle ferie lo fa facilmente:

    1 mese di lavoro: 6 ore in più alla settimana = minimo 24 ore di lavoro mensile in più (conto 20 giorni, non 22, quindi sto arrotondando pure…), che sono 3 giorni di lavoro netti. 3 giorni di lavoro, moltiplicati per 10 mesi di lavoro sono 30 giorni di lavoro. Le ferie totali che volevano dare erano di 2 settimane (che potrebbero voler dire da 10 a 12 giorni di lavoro). Nella migliore delle ipotesi lo Stato si voleva fregare 18 giorni di lavoro. Faccia lei, che di numeri se ne intende…

    …ma mi sa che è andata meglio all’ingegnere informatico! 😀

  21. Amgelo, copio questo commento da POST:

    “LAPROF
    26 ottobre 2012 – 10:53
    Per quanto riguarda me più di 18 ore non sarebbe sostenibile: lavoro anche durante i week end, qualche volta dopo cena. Dovete considerare che questa proposta arriva dopo una serie di provvedimenti che hanno già di fatto aumentato il carico di lavoro: avere meno ore per classe significa avere più classi e dunque più alunni; inoltre è stato aumentato il numero di studenti per classe. Io poi non sto parlando di minor stress per il lavoratore, ma di qualità del servizio che offro agli studenti: se ci metto 30 minuti a correggere una verifica, di fronte ad un numero maggiore di compiti non solo aumenterà il mio carico di lavoro, ma dovrò necessariamente velocizzarmi, la mia cura automaticamente diminuirà. Un anno mi hanno offerto di fare due ore in più pagate, perché il contratto già lo prevede. È stata durissima, anche se erano ore relative ad una materia orale. Non penso infatti che lo rifarei, e non è un caso se sono pochi i colleghi che accettano; quelli che lo fanno hanno tutta la mia ammirazione, ed è giusto che siano pagati di più, ma non deve essere un obbligo e soprattutto non deve essere gratuito. Ne faccio poi anche una questione di principio: aumentare il numero di ore scavalcando la contrattazione sarebbe un precedente gravissimo, che dovrebbe allarmare tutti i lavoratori. Capisco che il momento è drammatico, e so bene di essere una privilegiata a poter usufruire di certi diritti, ma credo che si dovrebbe tendere ad ottenere più diritti per tutti, piuttosto che meno, che bisognerebbe allargare le garanzie dei lavoratori, invece che restringerle.”

    Io dal punto di vista della logica sono d’accordo con “Laprof”.

  22. “LAPROF 26 ottobre

    Capisco quanto scritto dalla signora “LAPROF”, MA NON CAPISCO PERCHè , SE NON è CAPACE DI SOSTENERE IL RITMO CHE GLI VOGLIONO IMPORRE…………..NON SI DIMETTE E VA A CERCARSI UN ALTRO LAVORO.
    Ci sono migliaia di precari, meno fortunati di lei che farebbero bene o forse meglio il suo lavoro….TANTO SACRIFICANTE.(QUATTRO MESI L’ANNO A MARE CON LA PANCIA AL SOLE)
    ……………………MAAAAAAAAAAA vada a ZAPPARE)
    e che il lupo se la mangi

  23. Ma mi faccia il piacere Billy.

    Gli insegnanti che si portano il lavoro a casa, ma per cortesia.
    Infatti tutti in italia vorrebbero fare gli insegnanti e c’è un milione di precari! Si è mai chiesto perché, Billy?

    Lei non se ne rende conto ma è il modo veterocomunista con cui Bersani e chi come lei approcciano le questioni a danneggiare il Paese.

  24. Lupo solitario, io non faccio la maestra, di conseguenza non ho elementi diversi da quelli che leggo per poter giudicare: gli insegnanti italiani (da quello che leggo) sono sottopagati rispetto a quelli europei, si portano il lavoro a casa (=lavoro non retribuito) e hanno un regolare contratto. Se gli si vuole far fare qualche altra cosa, questo va RICONTRATTATO, come in tutte le democrazie che si rispettino. Le vacanze, comunque, non sono di 4 mesi (questo forse ai suoi tempi), ma di 1 mese e qualche giorno di luglio. Di precari che vorrebbero entrare nella scuola ce ne sono, ma la misura serve proprio a bloccare questi precari, aumentando il lavoro ai loro colleghi. Le segnalo anche questa: http://nonvolevofarelaprof.blogautore.espresso.repubblica.it/2012/10/12/lettera-molto-seria-di-una-insegnante-al-ministro-profumo/

    Amgelo, non vedo Billy in questa piacevole conversazione, ma credo danneggi molto di più il paese il venire meno ai patti da parte dello Stato. Se la sua idea di DEMOCRAZIA è così simile all’annullamento del diritto, lei deve, come le ho suggerito tante altre volte, votare qualcosa di molto a destra. Ci pensi.

  25. Gabriella,
    questa volta l’ho confusa io, con Billy.
    Ma ciò che lei scrive è sovrapponibile in forma e contenuti a quel che ci scriveva il caro Billy.
    Voi bersaniani siete come i cinesi: tutti uguali.
    Le ripeto: l’unico lavoro a casa degli insegnanti che io possa ricordare è rappresentato da tavoloni intorno ai quali studenti riparavano le loro negligenze mattutine (ma erano negligenti gli studenti o i professori più bravi di pomeriggio?) mentre i loro genitori posavano sopra quei tavoloni centinaia di lire/euro in nero.
    Pensi un po’ chi veramente non rispetta il patto sociale della legalità.
    E poi dicono che gli evasori sono solo i possessori di partita IVA!

  26. Gentile Amgelo,
    lei non è andato troppo lontano, comunque.

    Mi spiego meglio:
    1. ho scritto alcuni post recenti con il nickname “Billy the kid”;
    2. conosco perfettamente l’utente (conviviamo e abbiamo prole);
    3. ho usato qualche volta il suo nick finché lui non mi ha chiesto cortesemente di utilizzare una mia identità online, per evitare confusioni tra gli utenti (e confusione tra i pensieri miei e i suoi, che non sempre collimano);

    A parte ciò, caro Amgelo, lei continua a contraddistinguersi per la superficialità dei suoi pensieri e per la mancanza di contenuti: lei non è capace di ragionare, sa solo asserire le sue verità, che hanno il valore di vere e proprie ideologie (“Billy the kid” dice “e tu che ci perdi il tempo” e anche “è come lavare la capa al ciuccio”, ma che ci vuol fare, sono fatta così, mi attacco alla speranza che oltre il mio bel computer esistano forme di vita intelligenti con cui poter intavolare discussioni).

    E’ una cosa inquietante, lei sta ancora al livello di dichiarazioni infantili come:
    – i cinesi sono tutti uguali;
    – io ricordo gli insegnanti che lavorano in nero (come unico loro tratto caratteristico di una intera categoria);

    Poi di che patto sociale per la legalità parla? Ma si rende conto che lei vuole per forza parlare di cose che ignora? E, non per sapere i fatti suoi, ma lei di che anno è?

    Io la vedo come una specie di torello populista impazzito, imbevuto di trasmissioni televisive come Don Chisciotte di libri di cavalleria, che quando sente la parola “pubblico” vede rosso e non è più capace di operare alcun distinguo: parte in quarta, si avvia, e chi la ferma più.

    Capisco che lei è il derivato di anni di pessime politiche ma lei in quegli anni dov’era? No, perché veniamo da 10 anni di PDL e io le ho sentito dire più cose contro il PD (il suo partito, a suo dire) che contro il PDL.

    Per me si tratta di uno strabismo quantomeno sospetto…

  27. Amgelo, nessuno dei due.

    Inoltre, nessuno dei due lavora per lo Stato, nemmeno indirettamente.

    E non abbiamo mai evaso un centesimo in vita nostra (non fa parte della nostra cultura).

    Lei, invece, è un giovane precario munito di partita IVA e/o contratto a progetto?

  28. Amgelo, non sono Billy (anzi, non lo evochiamo, che sta guardando la partita e la casa è stata suddivisa in due aree ben delimitate, non comunicanti tra loro fino al fischio finale). 🙂

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