Nobel per la pace alla UE: a chi il premio?

Amedeo Tesauro

Già in lizza nel passato, l’Unione Europea riceve il premio Nobel 2012  per il più nobile degli intenti. Nel comunicato si evidenziano i successi degli sforzi “per tutelare la pace, la riconciliazione, la democrazia e i diritti umani”, un lavoro mirato alla “fratellanza tra le nazioni” capace di trasformare, almeno in parte, l’Europa “da un continente di guerra a uno di pace”. Resa pubblica la scelta, uno dei primi commenti è arrivato dal presidente della Commissione Europea, José Manuel Barroso: «È un grande onore per l’intera Unione Europea, per tutti i 500 milioni di cittadini, aver ricevuto il Nobel per la pace». Curioso come la dichiarazione tiri in ballo una cittadinanza europea che ha invece condiviso una certa perplessità alla notizia, parsa quasi una beffa per alcuni. Del resto nel comunicato stampa della commissione per il Nobel non si manca di accennare alle difficoltà vissute dall’Unione, né si sottovaluta la tremenda crisi che colpisce duro nel Vecchio Continente seppur originata altrove; la consapevolezza delle reali condizioni carica dunque la scelta di una valenza simbolica, come ha sottolineato anche il nostro ministro Terzi, un riconoscimento per stimolare a continuare a lavorare a duro e risolvere le problematiche attuali. Se i leader europei e la burocrazia tutta ovviamente hanno apprezzato l’attestato di stima, è quella cittadinanza chiamata in causa da Barroso a storcere il naso. Dapprima l’ironia, il sottile paradosso nel vedere l’Unione Europea premiata da una commissione norvegese, ovvero da chi ha rifiutato più volte per referendum popolare di impegnarsi in un’organizzazione continentale. Di poi l’amarezza, constatare come venga premiata una sigla divenuta sua malgrado sinonimo di scelte dure e poco popolari: non a caso i  media americani, meno coinvolti e maggiormente pragmatici, hanno accolto la news con freddezza sottolineando le contraddizioni di un riconoscimento che esalta il mantenimento di condizioni pacifiche mentre le piazze si animano di scontri. Che questo sia forse il prezzo della pace? Se poi si vuol sottolineare il merito storico nel mantenere tale condizione dal dopoguerra a oggi si perderebbe di vista come in realtà l’equilibrio mondiale fosse nelle mani dei leader statunitensi oltremare e di quelli sovietici oltre la cortina di ferro, senza dimenticare i conflitti nei Balcani a segnare una tragica pagina di storia contemporanea. Certo, individuare nella UE la radice di tutti i mali costituisce una estremizzazione d’opinione in cui è fin troppo facile cadere, e anzi c’è chi sottolinea che tutti i difetti attribuibili all’Unione siano frutto di limiti strutturali dettati dal poco potere, avanzando per ipotesi come una gestione unica con governo unico a formare una federazione di stati avrebbe permesso l’ideazione di una politica economica comune evitando determinate situazioni. Al di là delle polemiche e dei possibili scenari, si premia un’organizzazione dai principi alti che mostra notevoli imperfezioni nella propria gestione, a partire da un potere apparentemente comune e invece in mano al più forte come logica tradizionale vuole, e gode di popolarità scarsa presso l’opinione pubblica europea che mai come oggi dubita dell’utilità di un’istituzione strutturata in tal modo e vincolata economicamente dal possedere la medesima moneta. Tira una brutta aria per la UE, e poco importa se sarà Barroso o Van Rompuy a ritirare il prossimo 10 dicembre il prestigioso premio, l’importante è ammettere onestamente che dietro di loro non ci saranno 500 milioni di europei.

 

Un pensiero su “Nobel per la pace alla UE: a chi il premio?

  1. Eeeeek! E quale blogger non anoinmo non ci e8 passato La differenza e8 che tu non scrivi solo il blog, ma anche libri. Sei un po’ pif9 in vista del blogger medio, e quindi lo sono anche le cose personali che eventualmente racconti via Internet. La fortuna e8 che il blog e8 anche un mezzo molto versatile. L’impostazione che hai scelto inizia a dare problemi? Per rivoluzionare qualcosa o tutto c’e8 sempre tempo!

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