Camerota: abusivismo edilizio, Forestale accerta due manufatti abusivi

 Sono stati denunciati dal Corpo Forestale dello Stato, S.S.G. di anni 50, R.R. di anni 86 e M.D. di anni 63, responsabili di aver realizzato due manufatti abusivi senza le previste autorizzazioni, nel comune di Camerota alla frazione Marina. L’operazione è scattata in seguito ad una segnalazione da parte di alcuni cittadini pervenuta al numero 1515 del Corpo Forestale dello Stato. Una squadra composta da personale del Coordinamento Territoriale per l’Ambiente di Vallo della Lucania unitamente al Comando Stazione Forestale di S. Giovanni a Piro, giunta alla frazione “Marina” in via Comite, in agro del comune di Camerota, riscontrava la realizzazione di uno scavo e di due fabbricati in cemento armato in corso d’opera, e contemporaneamente fuggire tre persone presumibilmente operai che stavano eseguendo i lavori.Dalle successive e approfondite indagini esperite presso l’ufficio tecnico del comune di Camerota, gli Agenti appuravano che in entrambi i casi, i lavori e le opere riscontrate, erano state realizzate senza alcun titolo autorizzativo, quindi del tutto abusivo, che avevano modificato in modo sostanziale lo stato dei luoghi. Accertato l’abuso, le Giubbe Verdi, oltre a porre sottosequestro l’intera area di circa 400 mq, contestualmente denunciavano alla competente Autorità Giudiziaria di Vallo della Lucania, i tre trasgressori, i quali dovranno rispondere per il reato di abusi edilizi  e alterazione e deturpamento di bellezze naturali. I reati ambientali venivano perpetrati in zona sottoposta a vincolo paesaggistico ambientale, e contemplati in una zona di particolare pregio naturalistico nell’area Protetta del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. L’operazione che ha portato alla denuncia e alla scoperta dei Reati, originatasi da una semplice segnalazione, rappresenta un esempio di collaborazione vincente tra cittadinanza ed Istituzioni, importante per evitare che il perdurare del continuo stillicidio di microabusi ambientali, nella perversa logica dei piccoli passi nell’aggirare il sistema dei vincoli imposti nelle aree protette, può condurre ad una definitiva trasformazione e cementificazione di territorio protetto.