A te che leggi dopo mezzanotte…”Se perdo te, cosa farò…”

Giuliana Rocci

“Se perdo te cosa farò, non so più continuare, mi hai insegnato a volerti bene, hai voluto la mia vita ecco ti appartiene, ma ora insegnami se lo vuoi tu, a lasciarti e a non amarti più…” Era questo che le mancava: la forza, il coraggio di chiudere definitivamente. Ma quante volte l’aveva fatto! era stata per mesi nell’eremo dei ricordi, convinta d’aver chiuso un rapporto che non le aveva dato altro che amarezza, pur potendo ricevere ben altro. E meritando ben altro. Anzi c’era stato un tempo in cui addirittura aveva creduto d’aver sognato una vicenda sentimentale parossistica: poi la realtà l’era sfuggita di mano e s’era ritrovata ancora a parlargli come se nulla fosse accaduto. Anche questo sembrava disegnato dal destino: il loro ritrovarsi malgrado lui facesse sempre di tutto per affondare. Il Titanic continuava a solcare il mare della vita solo perchè era lei a cercare di evitargli i flutti! Lui non faceva altro che andare controcorrente nel loro amore: anzichè procedere accarezzando l’acqua, si mostrava improvvido skipper dei sentimenti. Da quando aveva ricevuto una brutta lezione, pensava lei anche quel pomeriggio, che la vedeva alle prese con un’agenda sempre più vergata d’impegni, ancora non comprendeva che non era amato come immaginava. Sottovoce, in tanti  a demonizzare le sue idee, a voler catturare i suoi errori, ad affossare la sua professionalità: il suo abito tortora a bretelle, si compiaceva degli sguardi, mentre il gossip su di lui, alimentato dal dipingerlo negativamente, non desisteva dall’infastidirla. Sempre così, pensava lei: ci si serve di qualcuno, quando se ne ha bisogno, poi lo si cestina, optando per un altro più favorevole. Queste logiche umane, non l’erano mai appartenute: soprattutto con lui, che aveva sentenziato un tempo “Quando scenderai da cavallo gli altri non li troverai, ma io ci sarò…” quel giorno era giunto, il cavallo lui lo aveva perso, s’era dato ad una corsa selvaggia in altra direzione ed era restato appiedato. Ma lei, come gli aveva dichiarato tanti anni prima, gli era restata accanto! Erano stati i giorni a testimoniare il suo amore, i fatti a darle prova dei sentimenti: e lui, ancora non riusciva ad accettare che il destino gli suggeriva di non poterla far andar via perchè, prima o poi, lei avrebbe preso un altro volo, costretta dai suoi modi ingrati. Allora il ruolo si sarebbe invertito e lui avrebbe dovuto soffocare nel suo cuore, quanto da tempo lei viveva “Se perdo te , cosa faò..”

Un pensiero su “A te che leggi dopo mezzanotte…”Se perdo te, cosa farò…”

  1. Quel rischio, di vederla volare altrove, lui l’aveva messo in conto, come no!, eppure non poteva evitarlo. Il volersi bene – che è la base per volerne agli altri- l’umore positivo -quello che determina la gentilezza dei modi ed anche la gratitudine- sono un po’ come il coraggio: uno non se li può dare. Eppoi dipendono anche dal contesto.
    Da da quando la stima di sé, l’amor proprio avevano subito scacco dalle maldicenze altrui, l’umore di lui aveva cominciato ad assumere un unico colore, quello che nello spettro copre tutti gli altri. Era caduto da cavallo, non riusciva a risalire in groppa e lei non capiva il momento; e lei non riusciva ad immedesimarsi.
    “Prova ad andare in giro – provò a dirle una sera- con vestiti dozzinali e senza la bellezza di cui vai fiera: forse capirai come mi sento”.

I commenti sono chiusi.