Tutto il mondo a Pompei per la recita della Supplica

La città mariana invasa dai fedeli per l’evento che tradizionalmente si tiene la prima domenica di ottobre. A pochi giorni dall’11 ottobre, inizio dell’Anno della Fede, indetto da Papa Benedetto XVI, il popolo di Maria invade Pompei per recitare la Supplica alla Beata Vergine del Santo Rosario e per chiedere il suo aiuto di Madre nelle difficoltà del presente.  La solenne concelebrazione Eucaristica, presieduta da  Mons. Adriano Bernardini,  Arcivescovo titolare di Faleri  e  Nunzio Apostolico in Italia, è stata introdotta dal saluto di Mons. Carlo Liberati, Arcivescovo e Delegato Pontificio di Pompei, che ha ricordato come nella città mariana, la fede in Dio si sia concretizzata nella carità sin dall’inizio della costruzione del venerato Santuario: “Eccellenza – ha detto il Presule rivolgendosi a Mons. Bernardini – siamo qui per la Chiesa di tutto il mondo, per l’Italia, per Pompei dall’8 maggio 1876. I nostri Orfanotrofi e Istituti di Accoglienza ed Educazione fin dal 14 ottobre 1883, data di inizio della prima Supplica, hanno  educato almeno 100.000 bambini e bambine, ragazzi e ragazze, adolescenti, giovani”.  Quella del Santuario è carità che non si ferma dinanzi a nessun ostacolo. Mons. Liberati  ha continuato, spiegando: “Una infelice, infausta legge della nostra Repubblica, la N. 149 del 28 marzo 2001, ha tentato di distruggere il nostro carisma totalmente dedicato a difesa dell’infanzia abbandonata, degli orfani delle guerre, di Tutto il mondo a Pompei per la recita della Supplica. La città mariana invasa dai fedeli per l’evento che tradizionalmente si tiene la prima domenica di ottobre. A pochi giorni dall’11 ottobre, inizio dell’Anno della Fede, indetto da Papa Benedetto XVI, il popolo di Maria invade Pompei per recitare la Supplica alla Beata Vergine del Santo Rosario e per chiedere il suo aiuto di Madre nelle difficoltà del presente.  La solenne concelebrazione Eucaristica, presieduta da  Mons. Adriano Bernardini,  Arcivescovo titolare di Faleri  e  Nunzio Apostolico in Italia, è stata introdotta dal saluto di Mons. Carlo Liberati, Arcivescovo e Delegato Pontificio di Pompei, che ha ricordato come nella città mariana, la fede in Dio si sia concretizzata nella carità sin dall’inizio della costruzione del venerato Santuario: “Eccellenza – ha detto il Presule rivolgendosi a Mons. Bernardini – siamo qui per la Chiesa di tutto il mondo, per l’Italia, per Pompei dall’8 maggio 1876. I nostri Orfanotrofi e Accoglienza ed Educazione fin dal 14 ottobre 1883, data di inizio della prima Supplica, hanno  educato almeno 100.000 bambini e bambine, ragazzi e ragazze, adolescenti, giovani”.  Quella del Santuario è carità che non si ferma dinanzi a nessun ostacolo. Mons. Liberati  ha continuato, spiegando: “Una infelice, infausta legge della nostra Repubblica, la N. 149 del 28 marzo 2001, ha tentato di distruggere il nostro carisma totalmente dedicato a difesa dell’infanzia abbandonata, degli orfani delle guerre, dei figli e delle figlie dei carcerati e, oggi, delle famiglie massacrate da leggi permissive. Quella legge che aboliva le Istituzioni esistenti e doveva dare inizio alle “Case Famiglia” sappiamo come va. Per educare quattro o sei bimbi ci vuole una folla di educatori impossibile da reggere economicamente. Tanto è vero che le “Case Famiglia” sono pochissime e in piena difficoltà”.  Eppure il Santuario continua a lavorare, radicandosi nella fede salda in Dio, in favore soprattutto dell’infanzia e dell’adolescenza abbandonata. Ha spiegato Mons. Liberati che “oggi, sulla strade italiane, vagano e soffrono almeno 30/40 mila bimbi, bimbe, giovani d’ambo i sessi totalmente alla deriva e nel vortice di ogni sofferenza. Vivono di accattonaggio, elemosina, lavoro coatto, schiavitù morale e materiale, sopraffazioni di ogni genere e corruzione abituale per le ragazze condannate dalla miseria e da uomini e donne senza scrupoli alla prostituzione. Sembra, da serie indagini e statistiche condotte, che questa gioventù offesa e abbandonata non sopravviva al 18° anno di età. Ma il fatto, eccetto ciò che può fare la Chiesa, non sembra preoccupare nessuno delle alte Autorità della nostra Repubblica. Per loro il fatto non esiste!  Ma a noi, promotori e difensori della vita, in nome di Cristo Redentore dell’uomo, interessa e come!”.  Mons. Bernardini, nella sua omelia, si è soffermato sulla figura di Maria, “che ama il nascondimento, sceglie l’oscurità, si riveste di umiltà. La sua è una presenza discreta, modesta, mai appariscente, certo non ingombrante”. Il Nunzio apostolico in Italia ha spiegato che Maria è “Madre di Dio, ossia Colei che mette al mondo, che dà al mondo Dio. Ma, ora, tristemente ci chiediamo: Ma il mondo vuole questo Dio? Ne  sente proprio il bisogno? Per molti sembra che no! Molti degli uomini del nostro tempo non sanno che farsene. Ragionando in termini utilitaristici, Dio diventa superfluo. Forse  può aiutare ad ammucchiare denaro, combinare affari vantaggiosi, fare carriere, avere successo, ma risulta d’impaccio con i suoi comandamenti ed i suoi divieti ritenuti antiquati. Sì, perché tutto ciò che costringe a disciplina e corretta visione dell’uomo è ritenuto antiquato! Ma distruggendo i principi, distruggiamo la nostra storia. Così Dio diventa fuori moda!”. Pensando all’atteggiamento dell’uomo di oggi, Mons. Bernardini  ha evidenziato che “più che mettersi contro Dio, o negarlo esplicitamente, si disinteressa di Lui, si mostra indifferente, ne fa a meno”. Eppure, ha continuato: “Maria, con la sua maternità, porta Dio sulla terra. Lo riconduce sulle tracce dell’uomo. Perché l’uomo può anche illudersi di fare a meno di Dio. Può stancarsi di Dio. Ma Dio non è stanco dell’uomo, qui è la sua grandezza, nonostante le delusioni e i rifiuti”.  In questa prospettiva, il compito di chi crede è “di far  rinascere nell’uomo, povero e miserabile, nonostante l’abbondanza di beni, la voglia, la nostalgia di Dio. Se riuscissimo ad avere nelle nostre giornate questa sua presenza, non potremmo che essere felici”.   Alle 12, quando il popolo di Maria ha cominciato a recitare le prime parole della Supplica, il  Santo Padre Benedetto XVI,  in Piazza San Pietro, si è unito spiritualmente a Pompei. Ha esortato così i fedeli accorsi per l’Angelus: “Ci rivolgiamo ora in preghiera a Maria Santissima, che oggi veneriamo quale Regina del Santo Rosario. In questo momento, nel Santuario di Pompei,  viene elevata la tradizionale Supplica, a cui si uniscono innumerevoli persone nel mondo intero. Mentre anche noi ci associamo spiritualmente a tale corale invocazione, vorrei proporre a tutti di valorizzare la preghiera del Rosario nel prossimo Anno della fede. Con il Rosario, infatti, ci lasciamo guidare da Maria, modello di fede, nella meditazione dei misteri di Cristo, e giorno dopo giorno siamo aiutati ad assimilare il Vangelo, così che dia forma a tutta la nostra vita”. Quest’anno, la Supplica è stata seguita dai fedeli di tutto il mondo grazie alla trasmissione  televisiva e in streaming assicurata da Raiuno. Nel suo saluto, mons.  Liberati ha sottolineato l’attenzione della prima rete della TV di Stato: “Ringrazio vivamente la Presidente della RAI-TV Professoressa Signora Anna Maria Tarantola e i suoi solerti e sensibili esperti, tecnici e collaboratori e collaboratrici”.