Roma: Carceri, Sappe “Senza condizioni per amnistia, ripensamento esecuzione pena in Italia

Oggi la Ministro della Giustizia Severino, in visita al carcere minorile di Nisida, ha ribadito quel che già disse il Capo dello Stato Giorgio Napolitano qualche giorno fa; non ci sono le condizioni per un provvedimento di amnistia. L’’emergenza carceri è però sotto gli occhi di tutti e servono quindi strategie di intervento concrete, rispetto alle quali il primo Sindacato della Polizia Penitenziaria, il SAPPE, intende fornire il proprio costruttivo contributo. Non crediamo che l’amnistia, da sola, possa essere il provvedimento in grado di porre soluzione alle criticità del settore. Quel che serve sono vere riforme strutturali sull’esecuzione della pena: riforme che non vennero fatte con l’indulto del 2006, che si rileverò un provvedimento tampone inefficace. Il sovraffollamento degli istituti di pena è una realtà che umilia l’Italia rispetto al resto dell’Europa e costringe i poliziotti penitenziari a gravose condizioni di lavoro. I poliziotti e le poliziotte penitenziarie, ad esempio, nel solo 2011 sono intervenuti tempestivamente in carcere salvando la vita ai 1.003 detenuti che hanno tentato di suicidarsi ed impedendo che i 5.639 atti di autolesionismo posti in essere da altrettanti ristretti potessero degenerare ed ulteriori avere gravi conseguenze. Hanno fronteggiato oltre 730 episodi di aggressione e circa 3.500 colluttazioni. Facciamo nostri i reiterati autorevoli richiami dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha sollecitato attenzione alle questioni penitenziaria. Il Capo dello Stato ha anche sottolineato con forza come le criticità penitenziarie siano dovute al peso gravemente negativo di oscillanti e incerte scelte politiche e legislative, tra tendenziali depenalizzazione e depenitenziarizzazione e ciclica ripenalizzazione, con un crescente ricorso alla custodia cautelare, abnorme estensione della carcerazione preventiva. ”. Lo dichiara Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, la prima e più rappresentativa organizzazione di Categoria. Capece sottolinea come sia giunto il tempo “che la classe politica rifletta seriamente sulle parole del Capo dello Stato ed intervenga con urgenza per deflazionare il sistema carcere del Paese, che altrimenti rischia ogni giorno di più di implodere. Il personale di Polizia Penitenziaria è stato ed è spesso lasciato da solo a gestire all’interno delle nostre carceri moltissime situazioni di disagio sociale e di tensioni, 24 ore su 24, 365 giorni all’anno. Torniamo a sollecitare l’adozione di riforme strutturali, che depenalizzino i reati minori e potenzino maggiormente il ricorso all’area penale esterna, limitando la restrizione in carcere solo nei casi indispensabili e necessari. A cominciare dalla calendarizzazione del provvedimento della Ministro sulle depenalizzazioni. Sul tema, il primo Sindacato della Polizia Penitenziaria, il SAPPE, è in piena sintonia con la Ministro sulla necessità di ricorrere maggiormente alle misure alternative alla detenzione per quei reati di minore allarme sociale. ”