Dov’è finito il Pdl?

Angelo Cennamo   

Nel Pd, rottamandi e rottamatori litigano per le primarie. La posta in gioco è grande; la vecchia guardia rischia infatti di scomparire per sempre sotto i colpi del sindaco guascone, deciso più che mai a riformare prima il suo partito e poi il Paese secondo schemi inusuali per la sinistra postmarxista di Bersani e compagni. Fini e Casini, a corto di voti e di idee, si aggrappano invece ad un virtuale Monti bis per approdare nella terza Repubblica col minimo sforzo. L’operazione, definita politicamente parassitaria da una certa stampa, si preannuncia complicata, anche perchè il premier non si lascerà tirare per la giacca nè si presterà a finte manovre di rinnovamento. I due ex ragazzi della politica, messi insieme, hanno già maturato 60 anni di onorato servizio in parlamento, troppi per rappresentare il nuovo che avanza. A proposito di rinnovamento, la Lega di Bobo Maroni è certamente il partito che ha pagato più di ogni altro lo scotto del malaffare. Oltrepassare Bossi e la sua irripetibile epopea non sarà una bazzecola, tanto più che il federalismo o regionalismo che dir si voglia, a causa degli scandali di questi giorni, non attraversa di certo il suo periodo migliore. E se la sinistra piddina lavora per i nuovi assetti interni nella speranza di riconquistare Palazzo Chigi, magari col porcellum, l’altra, quella più radicale di Vendola e Di Pietro, si affida al modello di un proletariato vintage che rischia di irrigidire oltremodo il mercato del lavoro, già in affanno per effetto della crisi. Di fronte ad un simile marasma, il Pdl cosa fa? Quale strategia pensa di dover adottate in vista delle prossime elezioni? Cosa ne sarà della destra delle libertà, quella che in molti hanno giudicato come la più grande invenzione politica degli ultimi decenni?  E’ lecito chiedersi se sul pianeta Berlusconi ci siano ancora tracce di vita? Quali segnali dobbiamo ancora attenderci per comprendere se quel partito non si sia già disintegrato, a sua e nostra insaputa? Soprattutto : chi comanda al suo interno? Il designato Alfano, il Cavalier tentenna, la defibrillante Daniela Santanchè, il coriaceo Giuliano Ferrara, o nessuno di tutti e quattro? Siamo proprio sicuri che il Pdl, oggi, non esista che nelle proiezioni di qualche sondaggista? Gli interrogativi, come si dice, sono inquietanti. Berlusconi tace; scenderà nuovamente in campo solo se dovesse cambiare la legge elettorale, ha fatto sapere. Ma è tutta qui la strategia del centro destra? Non va bene. Non è accettabile. Il Cavaliere non può tenere in stallo la sua creatura e milioni di elettori subordinando le sue mosse al sistema di voto che verrà adottato. Dov’è finito il capitano coraggioso che con lucida follia, 20 anni fa, rivoluzionò la politica italiana da cima a fondo? Dov’è finita quella sfacciata e incondizionata volontà di sfidare le gioiose macchine da guerra delle nomenclature rosse? Berlusconi deve uscire allo scoperto, altro che attendere! E deve farlo adesso. Deve spiegarci cosa intende fare di se stesso, del suo partito, e dell’enorme patrimonio di consensi costruito negli ultimi 18 anni. Deve farlo mettendoci la faccia, come ha sempre fatto, a costo di sfidare il fallimento e l’insuccesso. Giocare a nascondino, indulgere al tecnicismo, non gli gioverà, nè gli servirà a pareggiare i conti la deludente prospettiva di un altro governo Monti, con la solita solfa di Casini e Fini e con l’eterno indeciso Montezemolo, pronti ad allargare il cerchio dei cosiddetti moderati ( per fare o non fare cosa?). 

 

4 pensieri su “Dov’è finito il Pdl?

  1. @Angelo:

    I moderati del centro (Fini, Casini, Montezemolo) mi ricordano il peggio della vecchia DC e mi auguro che prendano percentuali risibili. Non capisco nemmeno chi li voti e per realizzare cosa.

    La Lega mi sa che sarà danneggiata ancor più da provvedimenti come questo: http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=169958

    Però, non capisco perché non sia lecito che un Bersani rimanga (al posto di Renzi, intendo) e invece un Berlusconi debba decidere, alla sua veneranda età (credo sia del ’36), delle sorti del suo partito.

  2. Non credo che Berlusconi abbia ancora voglia di fare il leader del centro destra. Se rimarrà, lo farà solo per salvare il suo partito, che, senza di lui, rischia di frantumrsi.

  3. siccome tutte le volte che vorresti parlare del centro destra, parli (male) del centrosinistra allora ti sintetizzo la situazione, nella maniera in cui l’ha fatto il “vernacoliere” bocca della verità, detta a mò di burla, che fa male e ridere allo stesso momento. per quanto riguarda il centro sinistra la situazione è “pipiritto contro pallemosce”.
    per il centro destra, o per il pdl, stamo aspettando una sintesi altrettanto efficace. io ti dico che il pdl si è perso dietro il malaffare e la mala amministrazione, dientro le bimbe vestite da infermierina o suorina e il lettone di puti, dientro i baccanali mascherati da porci e dietro il più grande fallimento, a noi che non ci opponemmo l’ultima volta ci ha tolto ache la speranza, politico del mondo occidentale.
    e nonostante tutto tu continui a credere che berlusconi ritorna per fare il eader per salvare il “suo partito”?
    ma non vedi che ora sta bono solo perchè c’è chi cerca di mettere le cose senza che “iddu” si faccia dei malanimi? perchè quandop si tratta di legge sulla corruzione è bene attento a bloccare tutto fino a quanto non ci sarà scritto che ruby rubacuori è stata nipote di mubarak.

  4. Se leggi il commento che precede il tuo, capirai che io credo ben altro.

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