Se potessi avere 13.000€ al mese

Angelo Cennamo

Da una  divertente ricognizione giornalistica, fatta da Fabrizio Roncone sul Corriere della sera, emerge il quadro desolante di un Paese che ha smarrito ogni suo punto di riferimento : valoriale, culturale, ideologico e politico. Lo scandalo alla Regione Lazio, popolata e sopraffatta da miti greci e da supereroi che maneggiano fiumi di denaro pubblico per sistemare se stessi, le loro famiglie e le loro clientele, è solo l’ultimo segnale di una deriva che sembra non avere mai fine. “Non è facile rinunciare a uno stipendio di 13.000 euro netti al mese” riferisce uno dei consiglieri regionali, il giorno dopo la bufera che ha portato Renata Polverini a dimettersi. La frase, tanto ingenua quanto veritiera, contiene in estrema sintesi la sola ed unica motivazione che spinge centinaia di uomini e donne a giocarsi la carta dell’elettorato passivo, nella stessa misura in cui un giovane atleta tenta di affermarsi nel mondo del calcio piuttosto che un cantante in un talent show musicale. Non è un caso se in Italia, e solo da noi, ricorra l’espressione : “buttarsi in politica”. La vicenda di Batman e di Ulisse riempirà ancora per molti giorni le pagine dei giornali; leggeremo di ostriche, champagne, di mozzarelle care come diamanti, di suv e di vacanze pagate dai contribuenti. Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo ci delizieranno dalle colonne del Corriere della sera con le loro paginate sugli sprechi di questo e di quel consigliere.  Assisteremo a feroci polemiche tra i partiti; nei soliti pollai televisivi ci si dividerà tra virtuosi e farabutti. La Polverini se la contenderanno i migliori talk show per farsi raccontare i retroscena che la governatrice non ha ritenuto, in due anni di presidenza, di dover rendere noti ( altro mistero). Vendola, Formigoni, Errani, Lombardo ( e chi più ne ha più ne metta) spiegheranno i motivi per i quali la loro condizione è molto diversa da quella di Renata Polverini. Bersani ci dirà che alla vicenda di Filippo Penati lui è completamente estraneo, ragion per cui non ha mai preso in considerazione la stessa idea avuta dalla governatrice laziale. Rutelli, tirato in ballo magari da un giornalista di destra, ripeterà per l’ennesima volta che di Lusi lui è parte lesa; e Vincenzo De Luca ( nel suo piccolo), dal pulpito di Lira tv, ci spiegherà che piazza della libertà sta crollando a causa degli anatemi che gli stanno lanciando i “figli delle chiancarelle”. Accadrà anche questo. E mentre assisteremo alla pantomima del solito teatrino, ciascuno di noi fingerà di non sapere che le Regioni mal funzionano così da anni. Simuleremo stupore se un consigliere regionale ( magari analfabeta) arriva a guadagnare quanto Obama, Hollande e la Merkel messi insieme. E forse ci arrabbieremo non poco se il nostro ex eletto dimissionario non potrà più agevolarci per quella certa pratica ferma all’ufficio protocolli da oltre un anno!           

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