Giovani e politica: Udc sotto la lente d’ingrandimento

Francesca Carrano

Uno sguardo al mondo giovanile con Gianpiero Zinzi,  coordinatore nazionale giovani dell’Udc, avvocato e dottorando di ricerca in diritto amministrativo, 29 anni, con lui proviamo a conoscere i possibili scenari politici del dopo Monti alla luce dell’ultimo Congresso dei Democratici Cristiani. Chianciano è stato un momento per riflettere su nuove e future alleanza, con chi sarà l’UDC? “Il tempo dei vecchi schemi rigidamente bipolari, che hanno dato vita ad alleanze eterogenee in cui c’era tutto e il contrario di tutto, utili a vincere ma non a governare, è finito. L’Udc, aprendosi al contributo di personalità e forze della società civile, intende presentare un progetto utile al rilancio del Paese, proseguendo nelle politiche di risanamento adottate dal Governo Monti. Chi, tra le forze moderate e liberali, vorrà contribuire con noi alla realizzazione di questo progetto sarà il benvenuto”. Che ruolo avranno Fini, Monti e Montezemolo nella cosa bianca, se si farà? “Abbiamo già detto più volte, e proprio a Chianciano lo ha ribadito il nostro leader Pierferdinando Casini, che per noi sarebbe necessario che Monti continuasse a dare il suo contributo al Paese nelle vesti di Presidente del Consiglio. Per quanto riguarda la formazione moderata e centrista che si potrebbe formare in futuro, lo ripeto: siamo aperti al contributo di tutti. Fini ha già compiuto un cammino politico importante con l’Udc ed è quindi per noi un interlocutore naturale. Montezemolo, prima o poi, dovrà dire agli italiani cosa vorrà fare “da grande”. Siamo agli albori della III Repubblica o al solito empasse gattopardesco? “Credo che siamo davvero alle soglie di un cambiamento decisivo per il nostro Paese. La gente esprime una bassissima fiducia nei confronti del sistema dei partiti, che hanno la necessità di rinnovarsi profondamente. I giovani, e questo concetto è alla base della nostra campagna “Meritiamolo”, devono essere capaci e preparati per poter ambire a sostituire l’attuale classe dirigente. Il ricambio non può essere solo anagrafico, ma deve basarsi sulla qualità. Credo che le prossime elezioni, le prime che avvengono dopo il fallimento del bipolarismo muscolare e incentrato su una lotta feroce e senza rispetto tra due fazioni, segneranno una svolta. La priorità non sarà solo vincere, ma vincere per poter poi governare e rilanciare il Paese”. Quali proposte concrete l’Udc ha per giovani e sud? “Credo che le due principali esigenze avvertite dai giovani italiani, e soprattutto da quelli meridionali, siano due: la necessità di lavoro e quella dell’accesso al credito. Favorire l’assunzione di giovani nelle aziende, anche attraverso incentivi, e risolvere il problema dell’accesso al credito credo rappresentino le assolute priorità per le nuove generazioni”.