Una passione chiamata politica: Giovani Democratici e progetti

Francesca Carrano

E oggi ascoltiamo cosa pensano i Giovani Democratici dell’impegno civico e politico. Con noi Alfonso D’Arienzo segretario del circolo Giovani Democratici della federazione di Vietri sul Mare.– C’è una forte disillusione dei giovani verso la politica, perché invece è importante non abdicare a questo impegno? Diciamo che questo è un problema che non tocca solo i giovani. Il fatto, poi, che anche i ragazzi siano distanti dal dibattito politico, è indubbiamente un aggravante che deve farci riflettere sulla situazione italiana. In questi anni abbiamo assistito ad indecorosi scontri politici fra esponenti di partito di dubbie capacità e competenze che non hanno fatto altro che favorire l’assurda concezione che nella politica, così come nella quotidianità, valori come il merito, la passione, il lavoro e la dedizione sono marginali e che ciò che conta è “chi conosci” e “quanto sei disposto a piegarti per fare carriera”. La partecipazione dei giovani alla vita politica del proprio paese è indispensabile! Tutto è politica: dalle cose più semplici come ad esempio alzarsi al mattino e poter scegliere se andare a lavoro in macchina o in pullman, a quelle più complesse come gestire il bilancio dello stato. “Fare politica” vuol dire vivere in prima persona la propria quotidianità, diventare protagonisti consapevoli della propria esistenza con l’obiettivo di migliorare la qualità di vita del singolo sempre nel rispetto dei diritti degli altri.– Un giovane che si avvicina al vostro movimento cosa deve aspettarsi? (manifesto, progetto, programma politico, cose fatte…) Deve aspettarsi soprattutto partecipazione. Il nostro è un movimento giovanile e come tale accoglie ragazzi e ragazze che desiderano impiegare le loro energie ed il loro tempo nella discussione di temi politici e sociali. La difesa dei diritti civili, dell’ambiente, la tutela dei lavoratori, la garanzia dei servizi pubblici essenziali, la scuola, l’università, la ricerca ma anche discussioni inerenti l’Europa, la crisi economica, la questione morale anche interna al nostro partito, sono solo alcuni degli argomenti trattati. Ovviamente non è un dibattito sterile, che muore nelle assemblee o si circoscrive a quella federazione. E’ un momento di confronto che si traduce in proposte concrete come ad esempio la stesura di documenti da presentare poi al direttivo provinciale.Ovviamente non mancano occasioni di svago e divertimento, come avviene con la Festa Nazionale. Proprio quest’anno la federazione di Salerno ha avuto l’onore di organizzala nel comune di Pollica-Acciaroli per rendere omaggio al sindaco pescatore Angelo Vassallo. È stata un’esperienza unica ed indimenticabile, che ha visto la partecipazione di centinaia di ragazzi e ragazze da tutta Italia ed anche da numerose giovanili europee.– I giovani vanno all’estero perché in Italia non hanno futuro, non sarebbe più opportuno restare in Italia e cambiare qui le cose che non vanno? Voi che proponete…Certamente i giovani rappresentano la categoria più esposta alla crisi economica e sociale di questo Paese perché negli anni di maggiore produttività le è totalmente preclusa l’opportunità di emergere o perché ad occupare i posti liberi non sono le persone che realmente meritano ma altri che li “rubano” o nel miglior caso li “ereditano”.Ed ecco che allora diventa fisiologico che un giovane per “sopravvivere” faccia le valigie e, di certo non senza un briciolo di tristezza, si diriga verso nuove realtà. La nostra giovanile ha già elaborato una proposta di legge di iniziativa popolare concernente “Misure in favore delle nuove generazioni”, la cui raccolta firme si è tenuta nel GD-DAY dello scorso 13 Luglio. Le nostre proposte toccano vari aspetti, come quello relativo alla riforma degli ordini professionali, dell’esercizio dell’attività di tirocinio e l’accesso alla prima casa per i giovani.Tale proposta di legge innanzitutto prevede una serie di misure per riformare gli ordini al fine di garantire efficienza e qualità dei servizi ma anche maggiori opportunità per i giovani che si apprestano a svolgere quella determinata professione. Inoltre se da un lato si vuole agevolare l’accesso del tirocinante al lavoro attraverso un abbattimento degli oneri fiscali per l’impresa che lo assume al termine del periodo di tirocinio, dall’altro si vogliono istituire quelle garanzie di carattere assicurativo, previdenziale, economico ed operativo. Infine, per quanto riguarda la possibilità del giovane di acquistare una casa, si è pensato ad una convenzione con l’ABI affinché eroghi mutui agevolati per i giovani che vogliono acquistarla, garantiti da un apposito fondo governativo di 300 milioni di euro annui.– Tagli agli investimenti per i giovani vs retribuzioni e pensioni d’oro dei manager, l’Italia si è dimenticata dei giovani? A mio avviso la questione va posta diversamente. Le pensioni costituiscono diritti acquisiti, quindi è ingiusto dire ad una persona che ha già versato contributi previdenziali, che la sua pensione verrà ridimensionata perché troppo alta. Per quanto impopolare possa essere la realtà è questa. Per quanto riguarda le retribuzioni, il Governo Monti a marzo ha varato un decreto che prevede un tetto massimo di 294mila euro per le retribuzioni dei manager, che però non è stato rispettato. Ad esempio Manganelli percepisce oltre 600mila euro l’anno, per non parlare dei manager delle imprese pubbliche, le cui retribuzioni superano i sei zero. Il vero dramma qual è? È che molte di queste personalità, ma non solo ai grandi livelli, ma anche a quelli più bassi, esercitano un doppio lavoro, pubblico-privato, spesso in concorrenza. Prendiamo il caso del medico ASL che esercita la sua professione anche in uno studio privato. Immaginate di quanto calerebbe il tasso di disoccupazione se si imponesse il divieto di esercizio della doppia attività pubblico-privato, almeno quando queste sono concorrenti?!– Davvero i giovani sono disinteressati a ciò che accade loro intorno? Non credo che i giovani siano disinteressati, ma sono semplicemente demoralizzati da ciò che li circonda. Se così non fosse, allora non si spiegherebbe la protesta degli studenti conseguente alla Riforma della Scuola e dell’Università varata dal Ministro Gelmini qualche anno fa. Ricordo che in quel periodo i ragazzi scesero nelle strade non per distruggere vetrine ed automobili, ma per occupare, simbolicamente, monumenti di immenso valore storico e culturale, proprio per ricordare, a chi allora ci governava, che la cultura e il sapere, sono valori comuni e fondamentali, sui quali magari “non si mangia” ma che certamente non possono essere privatizzati o svenduti per far quadrare un bilancio! Quel che bisogna fare, quindi, è coinvolgerli tanto nel processo amministrativo quanto in quello politico. I giovani vanno motivati e sostenuti! Ed è proprio questo il senso di una giovanile che si rispetti. La nostra è la più grande d’Italia; annovera circa 50mila iscritti, ma non per questo crediamo che il nostro lavoro sia finito. C’è ancora tanto da fare e, con la partecipazione di tutti, si può raggiungere ogni obiettivo nel tentativo di cambiare una volta per tutte la cattiva gestione della “cosa pubblica”, che in quanto tale va rispettata e salvaguardata.