Cetara: Associazionismo giovanile, Terra Libera

Francesca Carrano

Pietro Crescenzo, laureato in psicologia clinica, è uno dei fondatori di Terra Libera. A lui chiediamo Che cos’è Terra Libera?  Il nostro movimento è prima di tutto civico, quindi è rivolto sostanzialmente ai cetaresi ma è aperto anche a chi non è residente a Cetara. Terra Libera nasce come lista civica per le elezioni comunali del 2011, con candidato Sindaco Gaetano D’Emma. Ricordo ancora quando Gaetano mi contattò per dargli una mano per le imminenti elezioni comunali di Cetara, ed aiutarlo a gestire la campagna elettorale. Subito mi chiese di trovare il nome per la lista e di darne un simbolo. Proposi il nome di Terra Libra, che era l’antica dicitura di Cetara ai tempi dell’infeudamento della Repubblica di Amalfi. Per il simbolo invece ha provveduto mio padre a disegnarlo dopo aver raccolto anche alcune idea dal gruppo della lista civica. Un gozzo a vela da pesca, di quelli tradizionali con una vela tricolore ed il pesce San Pietro che ricorda il nostro santo protettore. Il movimento nasce subito dopo le elezioni, quando un folto gruppo di cetaresi ci ha chiesto di tenere aperta una sezione, un luogo di ritrovo. Praticamente ci siamo resi conto che una parte del popolo ci era vicina e avevamo il dovere di dare continuità e di tutelare il paese. Ed è stato fatto, soprattutto dai nostri consiglieri comunali e dal capogruppo che ha saputo portare avanti il valore della legalità. Hanno cercato di cacciare i pescatori dal porto e Terra Libera capitanata da Gaetano D’Emma è riuscita ad impedirlo. Ma anche le battaglie sull’igiene del paese, dei depositi abusivi (oggi sotto sequestro) della spazzatura sul porto e tante altre battaglie di legalità. Ecco cosa troveranno i giovani. Rispetto per la tradizione, per la nostra identità marittima ed anche e soprattutto onestà e competenza. In Terra Libera troveranno la libertà, e non vi è concetto più puro, sapore più dolce e profumo più fresco della libertà. C’è una forte disillusione dei giovani verso la politica, perchè invece è importante non abdigare a questo impegno?La disillusione è una conseguenza della cattiva politica, di quella che ha abbandonato il territorio ed ha smesso di fare comunità, di fare appartenenza.  Un qualsiasi movimento o partito deve essere un tutt’uno con il popolo e le sue esigenze. Ecco perché i giovani non riescono più ad identificarsi ed a lottare per il proprio paese. Credo sia questa l’essenza dell’azione politica. Lottare per il proprio paese,  impedirne il deterioramento morale ed economico.  Ma deve essere anche un modo per mettersi in gioco, un investimento per  il futuro, non per se stessi ma per le successive generazioni. Ed è in quest’ottica bisogna mettere da parte le ideologie per far spazio all’azione e, soprattutto, alle idee. Davvero i giovani sono disinteressati a ciò che accade loro intorno? Assolutamente no. Questa è la classica scusa di qualche lestofante che non ha il coraggio di cambiare le cose. I giovani sono una fucina di creatività, di capacità e tantissime volte di competenza  e dedizione.  Ci sono tanti ragazzi che sono impegnati nel mondo del volontariato, della ricerca e del lavoro, a volte svolgendo queste attività gratuitamente o con poche retribuzioni. Nonostante tutto, però, sono orgogliosi di dare il loro apporto alla società, ed i tagli al settore sono del tutto ingiustificati.  Tagliare i fondi per i giovani e per la ricerca, ha stesso valore curativo di un salasso. 

 

2 pensieri su “Cetara: Associazionismo giovanile, Terra Libera

  1. “un qualsiasi partito o movimento deve essere un tutt’uno con il popolo e le sue esigenze”…. hai detto tutto! ogni altro dire è superfluo. poco conta il colore se l’obiettivo è tanto nobile. è il richiamo al quale tutti dovrebbero accorrere. se poi a farlo è un giovane brillante come te, caro pietro, lascia a noi brizzolati qualche speranza in più. significa che qualcosa lo abbiamo lasciato, qualcosa di buono: l’amore per la nostra terra ed il rispetto verso le genti. che il tuo gozzo, il vostro gozzo trovi vento propizio e le reti si riempiano di “san pietro” dono di un mare amico. ad maiora.

  2. Sono profondamente d’accordo con Pietro Crescenzo circa la disilluzione dei giovani. La sua sensibilità al contesto lo rende un caso più unico che raro. La diffusa disattenzione dei giovani e dei meno giovani a quanto accade intorno a loro è un segnale pericosolo di un ripiegamento sull’individualismo con potenziali effetti pericolosi per il bene collettivo. Noi possiamo dirci persone solo perchè viviamo insieme agli altre e ci interessiamo delle esigenze altrui.
    Il collettivo non mortifica l’indivuo, ma lo esalta.

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