Il futuro è sullo schermo in UK ed e-books

Amedeo Tesauro

Amazon, ovvero uno delle più grandi compagnie di commercio elettronico esistenti, rende noto che nel suo store britannico gli e-books, i libri in formato digitale, hanno superato i corrispettivi cartacei: ogni 100 copie concrete se ne acquistano 114 digitali. Era già successo negli Stati Uniti, ora la rivoluzione arriva in Europa e segna un importante passo in avanti nel processo di digitalizzazione. A permettere il risultato sono i lettori Kindle venduti dalla stessa Amazon, dispositivi di lettura portatili su cui è possibile leggere i file scaricati sostituendo il libro. Sia chiaro, le stime parlano di un commercio del cartaceo forte e addirittura in crescita, ma dicono anche di un consumo di libri quattro volte superiore tra chi utilizza un Kindle rispetto ai lettori tradizionali. Il vantaggio di un e-book è il costo inferiore a un libro tradizionale, fattore da considerare in tempi di crisi in cui anche il leggere rischia di divenire d’elite. Ciò che manca, obbietteranno i nostalgici, è il fascino della pagina, del suo odore, del suo vissuto. Poco male, in ogni epoca e su ogni medium si sono scatenate le fazioni degli “integrati” e degli “apocalittici” delineate da Umberto Eco, di chi accetta i risvolti e le dinamiche introdotte dai nuovi mezzi, e chi invece grida alla fine del mondo e alla distruzione delle fondamenta; accadeva già con Baudelaire e il suo sbraitare contro la fotografia come assassina dell’arte. Al di là degli schieramenti deve esserci però una consapevolezza del cambiamento in atto, evidente già a molti di fronte alla circostanza di poter operare digitalmente in molteplici campi un tempo “reali”, concretamente eseguiti. Come pure deve esserci una consapevolezza tutta nostra, italica, di non essere al passo coi tempi. Le stime sulla banda larga parlano chiaro, l’esigenza ribadita ormai da anni di essere all’avanguardia in fatto di Agenda digitale, esigenza puntualmente disillusa. Siamo tecnologicamente indietro in numerosi ambiti, per certi versi anche concettualmente data l’impossibilità per molti di concepire nuove soluzioni a necessità ordinarie. Riguardo gli e-books i dati sono però incoraggianti, o quantomeno in crescita secondo una stima dell’AIE, l’Associazione Italiana Editori. Se è vero che solo 1,1 % della popolazione, compresa dunque anche quella che non usufruisce nemmeno del cartaceo, ha acquistato un e-book, di più sono coloro che ne hanno letto almeno uno contando quelli gratuiti (2,3%). Come pure deve far ben sperare l’aumento dei titoli a disposizione, il vero limite allo start. In poco più di due anni (dicembre 2009 – maggio 2012) i titoli disponibili in forma di e-book sono passati da a malapena 2000 a oltre 30.000, un positivo incremento seppur lontano dalle cifre britanniche o statunitensi, vicine o superiori al milione. Strettamente collegato allo sviluppo del mercato degli e-books è quello dei dispositivi per leggerli: l’incremento dei mobility media (smartphone, tablet, e-books readers, ecc.) estenderà le possibilità. Il cartaceo si avvia quindi a scomparire? Molti esperti di comunicazione direbbero che si avvia a essere sorpassato, e probabilmente è vero in tanti paesi, in primis quelli in cui si fanno segnare passi importanti come quelli riportati da Amazon UK, lì il passaggio al digitale è realtà. In Italia dato il ritardo delle rivoluzioni potremmo arrivarci anni e anni dopo, se non addirittura non arrivarci mai limitandoci a una convivenza che potrebbe vedere in testa il libro piuttosto che l’e-book. Considerando poi che l’evoluzione digitale sta investendo anche i giornali, con il quotidiano per eccellenza il New York Times dal 2015 unicamente online, l’estero tecnologicamente avanzato sembra lontano, lontanissimo.