Quante Madonne, quante cappelle!

Padre Oliviero Ferro

Ogni volta ch prendo il mio bastone di pellegrino per immergermi nelle colline e nei boschi intorno al mio paese, mi aspetto di fare sempre degli incontri particolari. Ma il più bello è quello dell’incontro con la mamma di Gesù. La si trova dappertutto, Nelle piccole cappelle, nelle chiese, c’è sempre un dipinto che ci ricorda la sua presenza e l’importanza che lei ha per la vita di ogni uomo, di ogni cristiano, Un giorno, transitando sulla costa della montagna di fronte al mio paese (ci sono le grotte dei tempi preistorici) e dopo aver salutato un allegro capriolo che mi attraversa la strada, arrivo a una chiesetta, ai bordi della strada. Entro per salutare il Padrone di casa. In un angolo c’era un pittore che, incaricato dalla piccola comunità, dava il colore nuovo. E naturalmente, sopra l’altare, c’era un quadro della mamma di Gesù. Mi sono fermato per salutarla come si conviene e poi mi sono lasciato andare giù per il bosco. Quanta paura. Era difficile trovare la strada, tra le piante cadute. Ma l’esperienza di orientamento scout mi ha fatto arrivare fino al fiumicello in basso e poi risalire la china verso il paesino. E là, come sempre una chiesetta e lei, la mamma di Gesù, pronta a ricevere il mio saluto. Scendendo ancor, mi sono ritrovato in un vecchio sentiero, ormai lasciato in disuso. Quanta gente era passata su e giù per portare il cibo e vendere i prodotti della terra. E a metà strada una piccola cappella con kl’affresco di Maria, san Francesco e san Sebastiano. Anche lì un saluto e poi via verso la valle, dopo aver passato un ponticello, tutto pieno di muschio. Quanti pensieri. C’era il silenzio, rotto solo dai miei passi che spostavano le foglie, cadute dalle piante. Mi sono chiesto quanta fatica facevano, ma trovavano sempre il tempo di fermarsi, di dire un Ave Maria, aprendo il loro cuore alla mamma di Gesù, Sapevano che lei li avrebbe capiti. Chissà quante volte lo aveva fatto, tornando a casa con la brocca sulla testa. Anche lei si era fermata per dire grazie al Buon Dio e per dirgli con gioia “L’anima mia magnifica il Signore”. Insomma sono contenta, nonostante tutto e non ho paura di continuare a vivere,perché non sono sola. Ora quelle piccole cappelle, dopo il mio passaggio, sono tornate silenziose, ma non mute. Basta saperle ascoltare. Si potrebbero scrivere tante cose. E’ la vita che è racchiusa in quei volti, nel sorriso di Maria. Basta mettersi in ascolto e tutto diventa più chiaro, Ci invitano a fermarci un po’ più spesso e dire con semplicità: “Io so in chi ho messo la mia fiducia”