Salerno: Ance, nuovo contratto integrativo provinciale

Domani, venerdì 6 luglio alle ore 11.00 presso la sede ANCE Salerno, in via Galloppa 15 a Torrione, sarà sottoscritto il nuovo Contratto Integrativo Provinciale per il Settore Edile e l’Industria. Interverranno il presidente dell’ANCE Salerno, Antonio Lombardi con i componenti del direttivo dell’associazione, il segretario provinciale della Feneal Uil Patrizia Spinelli, il segretario provinciale della Filca Cisl Ferdinando De Blasio e il segretario della Fillea Cgil Luigi Adinolfi. Eccezionalmente la sottoscrizione sarà aperta a tutte le nove rappresentanze sindacali del comparto dell’edilizia e all’intero consiglio direttivo di ANCE Salerno. Il nuovo Contratto Integrativo corona un lungo, complesso e articolato lavoro durato diversi mesi, pesantemente condizionato dal contesto congiunturale estremamente sfavorevole. A margine della sottoscrizione il presidente Lombardi ed i rappresentanti delle organizzazioni sindacali illustreranno alla stampa non solo i punti salienti del nuovo Contratto Integrativo e gli aspetti innovativi rispetto alla contrattazione nazionale, ma anche le strategie comuni che saranno adottate per arginare la crisi e risollevare un comparto determinante per l’economia provinciale. Il 22 giugno scorso ANCE e organizzazioni sindacali hanno congiuntamente chiesto al Prefetto la proclamazione dello stato di crisi per il settore dell’edilizia e l’attivazione di un tavolo permanente. Ammontano ormai a circa 120 milioni i crediti vantati dalle imprese salernitane nei confronti degli enti pubblici della sola provincia di Salerno, la flessione di bandi di gare pubbliche (-40% nei primi cinque mesi del 2012) ha determinato incidenze pesantissime sul fatturato, e permangono problemi tecnici e burocratici che impediscono la cantierizzazione di centinaia di opere (almeno 270  in provincia di Salerno). Negli ultimi diciotto mesi le imprese iscritte in Cassa Edile sono diminuite del 32% e la flessione occupazionale è stata – nello stesso periodo – di oltre 6.000 unità (più di 8.000 in quattro anni, senza considerare l’indotto).