Gimnofobia o ginofobia?

Giovanna Rezzoagli

La storia da cui prende spunto questo scritto è avvenuta a Shanghai, ma potrebbe essere delocalizzata in qualunque parte del globo che cambierebbero solo ed unicamente le coordinate geografiche, di certo non la sostanza. Veniamo ai fatti: i gestori della linea 2 della metropolitana di Shanghai hanno scritto sul loro account Weibo la seguente frase: “Se vi volete vestire con abiti succinti o che non lasciano spazio alla fantasia, allora aspettatevi molestie sessuali”. Come dire: se ti succede, te la sei cercata. La solita, vecchia, trita e ritrita polemica sessista che vuole l’uomo succube dei propri istinti sessuali, incapace di dominarli e di controllarli di fronte ad una femmina che sia vestita “con abiti succinti”. La logica conseguenza di questo ragionamento vorrebbe che la donna  dovrebbe vestirsi senza “suscitare istinti”, altrimenti sua responsabilità ricevere eventuali molestie, o peggio. Personalmente, credo che un’offesa più grande all’intelligenza maschile non avrebbe potuto essere mossa. O no? E’ una bella domanda. Una bellissima domanda a cui si può rispondere in modo tecnico, oppure sul filo di una tagliente ironia, se poi si mescolano i due elementi… beh, vediamo. Proviamo a disturbare le neuroscienze e scopriamo che, udite udite, la sessualità maschile e quella femminile funzionano in modo diverso. No, non sto parlando di api e fiori, no no, parlo di meccanismi neurovegetativi molto delicati in base ai quali madre natura ha voluto che per i maschietti l’interruttore che accende il desiderio sessuale sia di natura visiva, mentre per le femminucce la cosa sia molto ma molto più complessa ed implichi una moltitudine di fattori che non si riducono certo ad “un’occhiatina” data di sfuggita in metropolitana. Per dirla in parole povere, ai maschietti basta poco, non a caso la nudità femminile è ampiamente sfruttata in contesti pubblicitari, televisivi, giornalistici, quel che volete. La sessualità femminile, di cui la maggior parte dei maschi sa poco o nulla, è condizionata ancora oggi al bisogno ancestrale di dare ai propri figli un degno padre e, in queste delicate faccende l’abito, per una donna, non fa certo il monaco. Di sicuro sono pochi gli uomini che rischiano di essere aggrediti da una donna perché se ne vanno in giro a torso nudo, sono molti di più quelli che nutrono questa “insana” fantasia. Vuoi vedere che, stringi stringi, la faccenda si riduce ad un pugno di neuroni? Ebbene, è proprio così, ad un pugno di neuroni e ad un briciolo di chimica. Per i maschietti, per le femminucce andiamo a disturbare le aree cerebrali più evolute, quindi disturbiamo più neuroni e più reazioni chimiche. A questo punto è legittimo chiedere se in questi tentativi maldestri di bollare sempre la donna come tentatrice, ci sia “solo” un disperato bisogno di assolvere sempre e comunque i comportamenti maschili sessualmente aggressivi. L’avviso dato “a fin di bene” alle signore viaggiatrici di Shanghai da parte dei premurosi dirigenti della metropolitana, lascerebbe intuire un caso da manuale di gimnofobia, ovvero la paura della nudità, ma nel quadro rientra anche la ginofobia, ovvero il prezzemolo delle culture retrograde e maschiliste. Come quella italiana, tanto per fare nomi e cognomi, che vuole la donna come un essere inferiore da cui stare in guardia. Ritornando alla concreta realtà, se è evidente che il decoro personale invita ogni persona di buon senso ad adottare uno stile di abbigliamento educato per se stessi e per gli altri, altrettanto evidente è, o dovrebbe essere, che nessuno può dire ad un’altra persona, maschio o femmina che sia, come deve vestirsi. E’ essenzialmente una questione di rispetto ma… il rispetto è un concetto intellettualmente evoluto, mentre purtroppo gli stimoli sessuali si percepiscono a livello intellettualmente primitivo.

 

5 pensieri su “Gimnofobia o ginofobia?

  1. Cara Signora, mi sembra che il suo scritto spicchi per competenza e completezza in mezzo a tanta eterogeneità di argomenti e linguaggi.
    Veniamo al dunque:l’avviso sulla metropolitana a me suona un poco come “attenzione, non oltrepassare la linea gialla”, ma sembra che sia stato interpretato diversamente. Dice bene intorno alle differenze strutturali tra uomo e donna, concordo con il fatto che la violenza o la molestia sia esecrabile, però credo che nel suo scritto manchi una chiave interpretativa.
    In ogni mezzo pubblico esistono divieti: in primis salire ubriachi, alterati, mal vestiti, con tracce evidenti di malattie ecc. ecc. Suppongo che questi divieti esistano nella metropolitana milanese, come in quella di Shangai e di Tokio, dove non c’è bisogno di simili avvisi. Si è chiesta perché? Ha mai preso in considerazione il fatto che vestiti short in città, con alta densità di popolazione e sudore può risultare molesta anche a un uomo?
    Ovvero: andare in un mezzo pubblico eccessivamente scoperti con ascelle al vento e non sempre “beneodoranti” può essere molesto? alla faccia degli ormoni e di tutto il resto?
    Per il resto ha ragione così è la natura…
    La frase è indifendibile, una sua corretta lettura è difendibilissima.
    Grazie e un distinto saluto,
    Joseph

  2. Signor Joseph, grazie per il commento. Il mio articolo è lungi dall’essere tecnico, c’è solo qualche blando riferimento alla teoria. Le dirò francamente che l’avviso lanciato dalle autorità cinesi non mi è piaciuto. Avrebbero potuto formularlo così:” Signore attente: la metropolitana è frequentata da maschi molestatori potenzialmente pericolosi.” Questa è la realtà. Figuriamoci se ora una donna deve vestirsi senza far vedere un lembo di pelle per non turbare gli istinti maschili. E’ quello che vorrebbero i tanti fanatici integralisti religiosi che vogliono la donna colpevole di tentare l’uomo, e non si accorgono che il povero maschio regolarmente ne esce maluccio dal punto di vista intellettivo. Ricorda Adamo ed Eva? Tutta colpa di Eva, naturalmente. Ci mancherebbe altro, vuoi che Adamo sia colpevole? Ci mancherebbe, dove finisce la sua autorità? Dove?
    No, mi spiace, ma ciascuna donna deve essere libera di vestirsi come vuole e se riceve molestie la colpa è di chi moltesta. L’educazione di essere decorosi quando ci si presenta in pubblico è doverosa, ma temo che in fatto di scarso uso di sapone e deodorante maschio e femmina siano pari, una volta tanto…

  3. Sì, gentile Signora, concordo con lei. In tutto.
    Mi chiedo solo perché glissi un po’ sull’asse portante del mio commento che le renderò esplicito al massimo.
    Gli odori sono quelli seguiti dall’animale di sesso maschile per trovare l’omologo di sesso femminile. Nel mondo animale è così, ma lei mi insegna invece che per i maschietti umani è il fattore visivo quello che fa scattare. Uhm, la cosa andrebbe sostenuta in modo più approfondito altrimenti non si spiega il successo delle case produttrici di profumi e non mi sembra questa la sede. Pensi che proprio qualche sera fa è stato proposto un film pseudo-storico intitolato “Profumo”. Potenza degli odori! C’è chi, diciamo, “segue le leggi naturali” e fa cadere i suoi freni inibitori in una metropolitana. C’è anche chi è normalmente ben disposto nei confronti di una piacevole donna ma che, sponte sua, direbbe tra sé: “ragazza, fatti una buona doccia”.
    Questo, non altro. Solo una osservazione che non sempre la libertà del vestiario sia opportuna in ambito sociale. In altre parole “Est modus in rebus”.
    Non mi sembra complesso, in fondo …
    Un saluto e grazie comunque per proporre, in mezzo a un diffuso squallore culturale argomenti di un certo impatto intellettuale e di costume.
    Joseph

  4. Gentile Sinor Joseph, il sistema olfattivo umano è predisposto per captare i cosiddetti feromoni, ovvero sostanze prodotte dalle nostre ghiandole esocrine. Ma sono le femmine a percepire maggiormente i feromoni, e sono più sensibili a feromoni prodotti da soggetti con DNA sano e biologicamente diverso dal proprio. E’ uno dei famosi fattori che influenzano la sessualità femminile. Per i maschietti la percezione attraverso gli stimoli olfattivi e conseguente impatto sull’attrazione sessuale è minima. Il resto serve a far vendere profumi, che peraltro disturbano la percezione inconscia dei feromoni.Tutto ciò non toglie l’evidenza che il maschio non sappia controllare i propri istinti primordiali, lo so che è dura da mandare giù, ma l’evidenza è che in questo settore il maschio non è evoluto…

  5. Ha ragione, però penso che se la libertà del vestire l’autorizzasse ad entrare in un luogo di culto vestita in modo da offendere un certo comune senso del pudore, credo che il custode del luogo di culto la inviterebbe molto decisamente a togliere la sua presenza.
    La libertà individuale non deve ledere quella altrui quando ci si trova in luoghi pubblici o aperti al pubblico, mentre per lei questo aspetto del problema è del tutto trascurato. Per il resto chiunque può pure andare vestita come le pare.
    Corinna

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