La disperazione italiana

Giuseppe Lembo

Partiamo da qui; dalla dichiarazione del Presidente del Consiglio Mario Monti che, per niente scandalizzato, ha considerato i suicidi italiani, assolutamente poca cosa rispetto a quelli della Grecia. Siamo ad una dichiarazione grave e del tutto inopportuna da parte della seconda carica istituzionale dello Stato. Uno o centomila morti suicidi è un fatto grave; nessuno e tanto meno il Presidente Monti, può leggermente far finta di nulla, addirittura soffermandosi a considerare che, alla fine, si tratta solo di poche persone. Ma come possono esserci menti così inopportune nel nostro Paese, menti a cui dovrebbero, come nel caso del Presidente Monti, avere a cuore le sorti di tutti gli italiani, nessuno escluso? Il valore della vita è un grande valore; nessuno, ma proprio nessuno, può disconoscerne l’importanza; nessuno può dire, osservando gli scenari della tragedia umana e sociale che si tratta di un fenomeno limitato e ben lontano dal numero dei suicidi della Grecia, un paese in tutto vicino al nostro, maldestramente abbandonato a se stesso dall’Europa e dai suoi partners. Ma come si può avere una visione così disumana della vita? Come si può tradurre, la tragedia di persone che decidono di togliersi la vita, perché disperatamente sole, perché tradite dalla società in cui hanno creduto, ricevendone in cambio la ratio estrema del suicidio, in un arido e violento rapporto di numeri? Il fare ragionieristico e di conti del nostro sempre meno amato capo del governo italiano (e ce ne sono di buone ragioni per non amarlo), è un fare assolutamente inopportuno; c’è da augurarsi che resti entro i confini limitati e stretti, anche se trattasi di confini da cui al Paese devono arrivare altri messaggi, altri impegni umani e sociali, tesi semplicemente a garantire la vita di tutti, compreso l’ultimo degli italiani. È questo un dovere prima di tutto etico e riguarda il valore che bisogna saper dare alla vita; ma, oltre ad essere un sentito dovere etico, è anche un dovere istituzionale. Al Capo del Governo italiano devono stare a cuore tutti gli italiani; il Capo del Governo italiano non può andare in direzione opposta a questo impegno, né costruire teoremi socio/economici ed umani, tali da poter danneggiare un solo italiano, o ancora peggio produrre situazioni di disperazione  e solitudine, risolvibili solo con il rimedio estremo del suicidio. Se succede tutto questo, siamo tragicamente di fronte a veri e propri suicidi di Stato; siamo di fronte ad uno Stato … poco garantista e per niente amico che non sa difendere i suoi cittadini ed i diritti di ciascuno, così come contenuti nella Costituzione Italiana. Di chi la colpa dei, purtroppo, tanti suicidi italiani? Pesano, prima di tutto, sulla politica e sulla classe dirigente del nostro Paese, sempre più spesso in tutte altre faccende affaccendate; pesano su chi è chiamato a decidere ed a finalizzare le scelte, le decisioni, al solo bene comune e non ad altro, come purtroppo capita a ripetizione oggi, creando alla gente, problemi sempre più difficili da risolvere. Che cos’è la vita umana? Il filosofo Aldo Masullo la definisce come “insieme di relazione tra viventi e solitudine dei loro vissuti”. Le condizioni umane del nostro Paese sono tali per cui l’egoismo comportamentale, lascia sempre più solo chi si perde. Una solitudine che ti fa sentire disperatamente solo e privo di quella solidarietà umana sia da parte delle persone del proprio intimo familiare, sia da parte delle istituzioni che devono esprimersi ed agire in modo solidale, creando intorno a ciascuno quella necessaria solidarietà che può liberare anche gli animi più disperati dalla solitudine che uccide. Purtroppo, oggi nel nostro Paese, a tutti i livelli, cresce l’indifferenza verso l’altro; ma non ci si sforza per niente a capire che l’indifferenza umana è causa di disperazione e di morte. Nel nostro Paese è un fatto grave la crescita dell’indifferenza nei confronti dell’altro. Nessuno, ma proprio nessuno, pensa che lasciare soli, i propri disperati simili, oltre alle sofferenze umane, può creare situazioni estreme tali da perdersi e per sempre? Il suicidio è l’atto estremo di una vita disperata e senza vie d’uscita. Il suicidio è la volontà estrema di far vincere l’assoluto del nulla. Di chi la colpa? È , prima di tutto, della società che non sa capire la gente; non solo non sa capire la gente, ma è anche sempre più indifferente all’insieme umano, sempre più appesantito da un insieme di relazioni che producono solo solitudine, da cui in tanti vengono poi soffocati. Una situazione particolare e di grave solitudine, è vissuta, tra l’altro, nelle disumane carceri italiane, dove purtroppo carcerati e guardie di custodia, sono vittime disperatamente sole di una tormentosa e sempre più inutile violenza esercitata da uno Stato giustiziere; spesso si arriva, in disperata solitudine, di scegliere, come ultimo atto, quello della liberazione con la morte per suicidio; si sceglie il nulla come rifiuto di una vita disperatamente sola, senza alcuna speranza di futuro e senza, soprattutto, quel minimo di umanità che l’uomo, dovrebbe mostrare di possedere sempre e comunque, anche nelle condizioni estreme.