Eboli aderisce iniziativa CGIL siciliana

Il Comune di Eboli accoglie la proposta lanciata dalla CGIL di costruire il sepolcro di Placido Rizzotto con una pietra proveniente da ogni regione o comune d’Italia, al fine di dare il chiaro  ed inequivocabile segnale di unità, da parte dell’intero Paese, contro la mafia e le sue vittime. A causa del suo nobile impegno a favore del movimento contadino per l’occupazione delle terre, Placido Rizzotto, la sera del 10 marzo 1948, fu rapito dalla mafia e poi ucciso. Dopo ben 64 anni, i resti di Placido Rizzotto sono stati rintracciati. Ora finalmente familiari, amici, compagni avranno un luogo dove recarsi per ricordarlo ed onorarlo. Proprio per questo il 24 maggio, all’indomani del ventennale delle stragi di Capaci e via d’Amelio, verranno celebrati i funerali di Stato, un omaggio dovuto a chi, contrastando la mafia, ha onorato l’Italia e le istituzioni democratiche. L’Amministrazione Comunale ha deciso di aderire all’iniziativa; invierà, dunque, una pietra tipica di Eboli, che andrà ad unirsi alle altre provenienti dai comuni italiani aderenti. Un atto simbolico, che, in un unico e semplice gesto, stringerà l’intero Paese intorno al suo martire. “Mai come in questo momento – interviene il Sindaco di Eboli Martino Melchionda –  credo che serva recuperare la memoria ed il rispetto nei confronti di uomini come Placido Rizzotto, che in nome della libertà, della dignità e della giustizia, ha sacrificato la propria vita, rifiutando e ribellandosi alle losche dinamiche delle organizzazione mafiose. Oggi, più che mai, servono esempi come questi, per non dimenticare, per rinnovare il ricordo di un nobile gesto e per educare alla legalità. La mafia, infatti, – continua il sindaco di Eboli – si combatte  riaffermando ogni giorno – nei comportamenti concreti – la cultura della legalità, promuovendo il rispetto delle regole e delle istituzioni democratiche. Ed evitando inutili e sterili allarmismi che, quando non sono suffragati da elementi  concreti, servono soltanto a ingenerare confusione ed un  clima di sospetto. La lotta alla mafia – come affermava Paolo Borsellino – deve essere innanzitutto un movimento culturale e morale che coinvolge tutti, e specialmente le giovani generazioni, che si oppone al compromesso morale, dell’indifferenza e alla complicità.” Domani 23 maggio ricorre il ventennale della strage di Capaci, in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, e tre poliziotti della sua scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo ed Antonio Montinaro. L’Amministrazione Comunale, per ricordare l’atroce attentato, esporrà un drappo bianco presso la sede municipale, ed invita i cittadini a fare altrettanto, in onore dei cinque martiri, vittime della criminalità mafiosa.