San Cipriano Picentino: il direttore Rita Occidente Lupo alla due giorni oncologica

 Presso l’aula consiliare del Comune di San Cipriano Picentino, il direttore del nostro quotidiano Rita Occidente Lupo, è intervenuto all’incontro di prevenzione oncologica, al quale hanno partecipato: il sindaco Gennaro Aievoli, l’assessore alle politiche sociali Sonia Alfano, la presidente della commissione comunale pari opportunità Consuelo Ascolese, il presidente dell’associazione “Nuovi gaudentes”. Relatori: Raffaele Fiorillo, radiologo esperto in oncologia, Annamaria Cascone dirigente medico, Guido Milanese, responsabile nazionale Terzo Settore, Rita Occidente Lupo autrice del libro “Senza paura” sull’oncologia senologica, già presentato dal presidente del Senato Renato Schifani, nella biblioteca degli Atti Parlamentari a Roma. Non sono mancati altri interventi specifici. Il tutto, in preparazione ad oggi, allorquando un camper sarà a disposizione per controlli e suggerimenti sul killer del tempo, tra specialisti oncologi, in quella ch’è la due giorni sulla prevenzione al cancro mammario. Un’iniziativa che intende essere concretamente vicina al mondo rosa, che spesso per vergogna, ritrosìa o scetticismo, non punta alla prevenzione, per tutelare la propria salute. Infatti, attraverso anche le slide, proiettate dai due sanitari, è stato possibile riscontrare come oggi la ricerca abbia fatto passi da gigante, ma richieda anche la collaborazione delle donne stesse, per essere fruttuosa. Da Ippocrate, passando per Galeno, alla fine dell’Ottocento, il tumore sotto osservazione per debellarlo. Oggi, ago aspirato, eco e mammografia, insieme a risonanza, per recuperare, se il caso, anche mammelle destinate un tempo alla mastectomia. Si tenta di essere meno invasivi possibili, di salvaguardare anche l’aspetto psicologico, che specialmente nel post operatorio, rischia di collassarsi dinanzi alla scarsa accettazione del proprio essere mutato. “Mens sana in corpore sano” reiterebbe la Scuola Medica Salernitana: per il cancro, il caso di dichiarare che lo star bene con se stessi, nell’accettazione anche dell’infermità, fondamentale per vivere quella che ormai sembra una patologia cronica. Ancora lungo l’iter per giungere ad una cultura che sappia offrire i supporti adatti a quante vivono anche col dubbio se esista, al di là dell’ereditarietà, una predisposizione o una viralità. Ma un messaggio forte, quello che s’è coralmente sollevato, a tante che credono di non farcela ad andare al di là del cancro, quello di combattere fino alla fine, per vincere la battaglia di sopravvivenza.