L’Imu: il nuovo salasso per i cittadini

Il decreto Monti, chiamato “salva Italia” ha introdotto un nuovo prelievo tributario per i cittadini: l’ I.M.U. A metà giugno sarà in scadenza la prima rata. Colpirà tutti i proprietari di immobili, anche le prime case torneranno ad essere tassate.Fra l’altro la tassazione colpirà il valore degli immobili rivalutati ,anche del 60%. La domanda che tutti gli italiani si pongono è semplice: è giusto che sulla prima casa, realizzata col lavoro ed il risparmio di una vita, o sulla quale si sta pagando ancora il mutuo, arrivi anche una tassazione aggiuntiva? E’ giusto che questa tassazione venga posta in capo ai comuni, ma che ,poi, il 50% dell’introito sulla seconda casa vada allo stato? E’ giusto che i comuni vengono chiamati al ruolo di esattore” per conto dello stato centrale ,e che dallo svolgimento di questo ruolo dipenda, poi la possibilità di mantenere servizi, realizzare opere ecc.? Noi di etica abbiamo l’idea che non sia questa la strada per “salvare l’Italia”. noi per adesso, su questa strada ,vediamo solo la compressione dei redditi delle famiglie e della loro possibilità’ di spesa. e se la capacità di spesa delle famiglie italiane non “riparte”, di quale ripresa parlano i partiti che hanno votato questi provvedimenti e lo stesso governo monti? Anche per questo comprendiamo e saremo presenti alle proteste tributarie dei cittadini. poi, noi siamo un movimento politico ed oltre alla protesta ci poniamo il problema del che fare? Il comune di Battipaglia, l’amministrazione Santomauro , invece, non si è fatto sfuggire l’occasione per una ulteriore indiscriminata operazione di prelievo tributario a carico dei cittadini: l’Imu sulla prima casa al 4% e l’Imu sulla seconda casa al 9,6% ( quasi al massimo!). Etica ha sempre sostenuto che se per superare le difficoltà finanziarie di una comune fosse sufficiente aumentare le tasse comunali, non ci sarebbe stato bisogno del sindaco dei miracoli: sarebbe bastato un buon contabile, capace di fare due più due. Governare una città è cosa ben più complessa: occorre avere un programma, sapere cosa si vuole fare per la città, sapere dove tagliare spese inutili prima di aumentare le tasse, dove reperire entrate al di fuori della sola tassazione. insomma governare èuna cosa seria! Non ci si può affidare all’improvvisazione ammantandosi di tecnicismo, e senza operare alcuna scelta politica ,insensibile ai drammi di una crisi economica che sta sconvolgendo il tessuto economico e sociale anche della nostra città. Ed è proprio quello che sta facendo questa amministrazione: Ici aumentata in modo indiscriminato, tarsu aumentata del 25% ,rette degli asili impossibili ecc. Intanto in tre anni hanno speso 1 milione di euro per consulenze: tutte necessarie? Intanto non riescono neanche a ridurre i gettoni di presenza del 25%, come etica aveva proposto. poca cosa? Ma un segnale formidabile per i cittadini che non hanno più fiducia nella politica! Anche sull’Imu l’amministrazione si è mossa con una rozzezza culturale e politica più unica che rara: aumentare! Etica è convinta che ci siano spazi per rendere meno intollerabile questo nuovo balzello:
1) ridurre al massimo consentito dalla legge l’aliquota sulle strutture agricole funzionali all’azienda 1%? ( se no, di quale agricoltura parliamo?);
2) ridurre al massimo la aliquota sulla prima casa , 2%? ( per tutelare quelle famiglie, che hanno investito tutto sulla casa di proprietà e che ora si trovano a dover pagare un tributo altamente penalizzante);
2) ridurre l’aliquota base sulla seconda casa, quando si tratta di case in fitto ed incrementarla invece sulle seconde case sfitte ( ciò per consentire anche di far emergere i contratti di fitto in nero, per incoraggiare al fitto delle case, specie in realtà come le nostre dove ce una continua domanda di case da parte di chi non può comprarsela ;evitare che il peso di quel tributo finisca per pesare ,in modo insopportabile sul più debole: il fittuario!);
3) portare al massimo l’aliquota base sulle terze case !
4) ridurre al massimo il prelievo sulle prime case degli anziani ricoverati nelle case di ricovero.
In sostanza quello che propone etica, è una sorta di redistribuzione sociale del carico del prelievo Imu cercando di salvaguardare i momenti produttivi che vorremmo incentivare a ripartire, il risparmio delle famiglie, contribuendo a colpire il mercato nero di fitti ed incentivando a fittare, e chiamando ognuno a contribuire in rapporto alle sue possibilità! In ossequio alla stessa carta costituzionale! Su questo tipo di proposta etica avrebbe voluto che si fosse aperto il dibattito in consiglio comunale e nella città visto che non lo fa l’amministrazione comunale lo faremo noi, mettendo sul tavolo questa ipotesi di lavoro ed ascoltando i cittadini.

Etica per il Buon Governo

5 pensieri su “L’Imu: il nuovo salasso per i cittadini

  1. Ricordiamoci che ogni cittadino dovrebbe contribuire alle spese comuni in base alle proprie capacità contributive e non in base alle scelte di vita. Se un cittadino si sacrifica, per anni, per dare un tetto alla famiglia non deve essere penalizzato (e ritassato) rispetto ad un altro che sceglie di accumulare ori o, semplicemente, spendere in altro modo. Quindi oltre al concetto di prima casa pensiamo anche a quello (inviolabile) di sola casa, unica casa. Possibile che questo governo “tecnocratico”, ma comunque fatto di uomini, non si renda conto di ciò? Mai, ci ricordano i detti antichi, costringere il gatto contro al muro, non dargli possibilità di andare via… potrebbe rivorgersi contro.
    Monti, già nel suo discorso d’insediamento, parlò, quasi unicamente, di tassare la prima casa (il che è già singolare ed inquietante). Significa che ciò è finalizzato ad una strategia, ad un condizionamento quasi ideologico, ad una mancanza di equilibrio socio/economico e di indipendenza politica.
    A peggiorare le cose, con una complicatissima operazione, bisognerà moltiplicare, il già iniquo reddito catastale, per 105% – per 160% – per 0,4 e chissà quali altri moltiplicatori ancora. Ah! , dimenticavo dividere, esattamente, la somma risultante nella componente spettante allo stato ed al comune, e non basta, scegliere la ripartizione in due o tre rate (queste ultime un poco a svantaggio del contribuente.
    Basterebbe questo per dubitare sulla sincera volontà di risolvere i problemi di coloro che, attualmente, senza che siano espressione di volontà popolare, ci governano.

  2. Fu un errore togliere l’ICI da parte di Berlusconi?
    Secondo me è un problema posto male perché connesso a posizioni politiche. Andiamo sulla linea del diritto: è legittimo tassare uno dei primari bisogni dell’uomo?
    Il premier ha fatto due conti di “bassa economia” e ha pensato di introdurre l’IMU. Dopo avere calato le brache davanti a tutte le grandi e piccole lobbies è diventato una macchietta. E’ solo questione di “termini”. L’avesse chiamata “contributo di solidarietà nazionale” forse avrebbe meglio salvato la faccia. Così ha dimostrato di essere un piccolo “principe” (quello di Machiavelli sicuramente non l’ha letto) e un mediocre economista (ci sarebbe arrivato chiunque). Di etica per il buon governo non se n’è vista.

  3. Tassare in qualunque modo una delle necessità fondamentali dell’uomo rivela che costui oltre ad essere un cala-brache con tutte le grandi e piccole lobbies ha una limitata visione del Diritto, conoscenze di Economia dozzinali e scarsa capacità politica. Sicuramente non ha letto “Il Principe” di N. Machiavelli, sicuramente alla sua politica economica ci sarebbe arrivato chiunque. Il guaio è che non sarà sufficiente.
    Quanto a etica ne ha molto poca. Se avesse introdotto un “contributo di solidarietà nazionale” per tre anni, sarebbe stato più credibile.

  4. E’ vero! Se ci avesse chiesto solidarietà avremmo risposto, con le nostre possibilità e per un periodo limitato, positivamente, ma da questa imposizione ingiusta, dubbia, anche un poco malvagia, non ne ricaverà sostanziale beneficio la comunità socio/economica, si impoveriranno i consumi e, soprattutto, ancora le famiglie.

  5. Due paesani e la giustizia di certe tasse

    Due paesani: Mario e Giustino, s’incontrano presso una cantina dove erano andati per comprare un fiasco di vino del costo di 6 lire; hanno entrambi 7 lire in tasca e ricevono di resto una lira ciascuno.
    Sulla strada del ritorno Mario inizia a sorseggiare e, allegramente, finisce per bere tutto il suo vino. Giustino, pensando di dover portare il vino in famiglia, tira diritto col suo fiasco intatto.
    Arrivati all’ingresso del paese vengono fermati dal daziere che chiede loro di mostrargli i fiaschi. Mario mostra il suo vuoto e può passare; a Giustino vengono richieste, invece, due lire di dazio per il suo vino che, altrimenti, gli verrà sequestrato. Per portare, almeno un poco di vino a casa, Giustino è costretto a chiedere a Mario una lira, in cambio divideranno il vino.
    Quindi, con la stessa somma, Mario usufruisce di un fiasco e mezzo di vino e Giustino solo di mezzo fiasco.
    Che centra l’IMU prima ( ed unica) casa con la morale di questo raccontino? Questo lo lascio scoprire ai gentili lettori.

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