I morti resuscitati da San Paolo della Croce

Carlo Di Pietro

Molti avranno sentito dei Padri Passionisti, o al limite saranno intervenuti a qualche emozionante missione organizzata da loro. S. Paolo della Croce (1694-1775) fu il prete fondatore. Paolo era una delle grandi anime mistiche di riparazione. Sopportò terribili sofferenze e prove spirituali, ma fu anche sorretto dalle consolanti visioni di Nostro Signore e di Nostra Signora. Ebbe visioni di anime in purgatorio, cui fu permesso di entrare nella sua cella e raccontare le loro pene. Talora si vedevano raggi splendere attorno alla testa di Paolo. Una volta S. Paolo si stava occupando di alcuni soldati a Portercole nel tentativo di rimetterli sulla corretta via. Uno di essi non solo si opponeva alla conversione, ma fece anche delle considerazioni blasfeme e oscene sulla questione. Questo soldato era seduto fuori su una pietra e aveva cercato di trascinare una sentinella nella conversazione e nel gioco delle carte. Gli altri protestarono, ricordandogli che Paolo, il pio padre, sarebbe potuto passare in qualsiasi momento. L’altro soldato reagì duramente: “Mi convertirò non appena quel bue ritornerà in vita!”, si stava riferendo alla carcassa di un bue macellato che giaceva poco più in là.  Il macellaio l’aveva già parzialmente scuoiato. Ma all’affermazione irriverente e sciocca del soldato, il bue si alzò vivo e corse con furia selvaggia contro il soldato seduto sulla pietra. Riuscì a scappare, e il bue sbattè la testa sulla pietra dove il soldato era seduto solamente poco prima. La pietra si inzuppò di sangue e il bue “morì” in quel punto di nuovo. Alla chiusura di una missione tenutasi ad Orbetello nel settembre del 1741, un bambino stava guardando fuori della finestra la gente mentre usciva da messa. Cadde sul lastricato e rimase ucciso all’istante. Fu richiesta assistenza medica, ma venne dichiarato morto. In quel momento S. Paolo della Croce stava per salire su un’imbarcazione per dirigersi altrove. I genitori del defunto si precipitarono verso la costa e gli raccontarono della tragedia. Tornò indietro con loro e contemplò il cadavere del bimbo innocente. Paolo rimase in silenzio per un po’ e poi stese le mani sul corpicino. La folla astante stava in silenzio. In pochi secondi il bambino ritornò in vita, e Paolo lo restituì all’abbraccio dei parenti. Un’altra volta il santo era ospite in casa dei signori Goffredi, dove una gallina fu servita per cena. S. Paolo disse: “Avete fatto male ad uccidere questo povero animale, perché le sue uova erano l’unico sostentamento della povera donna a cui apparteneva. Facciamo un atto di carità. Aprite quella finestra”. Poi benedisse la gallina già cucinata, così com’era nel Nome del Padre, e del Figlio, e dello Spirito Santo. Aveva appena pronunciato queste parole che la gallina tornò in vita, si coprì di piume, prese il volo e starnazzando se ne andò dalla finestra verso la casa della povera donna a cui era stata rubata dall’uomo che gliel’aveva venduta. Il miracolo fu messo per iscritto sotto giuramento da un testimone oculare. S. Paolo della Croce fece un simile miracolo a Fianello di Sabina. Quando S. Paolo della Croce predicava da un palco, talora, si indeboliva a tal punto da non poter continuare, così il suo angelo custode parlava per lui. Una volta l’angelo, sotto le sembianze di Paolo, andò perfino a minacciare con una spada scintillante un cinquantenne, peccatore impenitente e sacrilego. L’uomo si affrettò a confessarsi. S. Paolo della Croce era stupendo da morto, e in seguito un bambino nato orribilmente deforme fu curato con una semplice immagine di lui e certamente, anche in virtù della fede assolutamente importante dei supplicanti, guarì.

 

 

 

4 pensieri su “I morti resuscitati da San Paolo della Croce

  1. Ma tutti questi resuscitatori di morti nulla poterono contro la morte. Certo che quel “stupendo anche da morto” è un capolavoro di tendenze necrofile. Ma non sono novità … qualcuno testimoniò che anche dal cadavere di Thomas de Torquemada proveniva come un profumo di violette … Chissà come saranno stati “stupendi” San Pedro d’Arbues e il beato Pio IX.
    Certo, resuscitare gli altri è un’impresa molto più semplice, specie se riportata dai gesuiti in Giappone. E’ un peccato che non ci siano più resuscitatori oggi. Sarei curiosa di conoscerne uno …

  2. Certo che la fantasia è notevole e pari ai paraocchi che indirizzano la ragione dell’autore a senso unico. Quella del povero bue morto due volte è una cattiveria. Povero bue, e povera la gallina …(che però resuscitò per fare coccodé per ogni ovetto).
    Dunque le anime si vedono. E mi dica: che aspetto avevano? Peccato che non fosse stata ancora inventata la fotografia …
    Grandioso qul “era stupendo anche da morto” …

  3. Corinna, Marco e Joseph, ma allora noto che siete sempre voi tre a criticarmi e, talvolta, a diffamarmi.

    Si abbia la decenza di recarsi presso la CCS e di domandare la lettura degli atti di canonizzazione.

    Non comprendo questo vostro atteggiamento.

    Lo farò presente alla Redazione.

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