A te che leggi dopo mezzanotte…”Il cielo in una stanza”

Giuliana Rocci

Era sempre Gino Paoli che le incuteva suggestioni,  strapazzanti quei pochi reflussi cardiaci, che l’accompagnavano al mattino guardando la pista asfaltata con il suo volto impresso. “Il cielo in una stanza” l’aveva visto tante volte…pur restando con lui all’aria aperta sotto il cielo! Il suo rettangolo di felicità era talmente perimetrato, che aveva paura d’infrangerlo tra sguardi indiscreti e sussurri bugiardi. Con lui, altro che violini e tonfi al cuore…le pareti di una stanza, al di là dello spazio immaginato o fortuito, restavano invisibili al suo volo d’aquila sentimentale. Lo guardava imbarazzata, mentre lui attorcigliava humor e silenzi dinanzi al tavolino di un bar o diritto negli occhi in piedi e si sentiva una perenne naufraga sentimentale…perchè, l’amore, non torna mai indietro! Se lo ripeteva nel rientrare a notte fonda a casa, dopo averlo visto sfibrato ed abulico! Lei conosceva il suo male! Gli aveva sorriso, gli aveva iniettato allegrìa, aveva finto che tutto gli sarebbe andato alla perfezione…s’industriava come sempre a sostenerlo, conoscendone fino in fondo il fragile interiorizzare. La sua orgogliosa maschera da vip, tra troppi scheletri che lo circondavano…! “Quando sei qui con me..io vedo il cielo sopra noi, che restiamo qui ,abbandonati come se, non ci fosse più, niente al mondo…” Pazzesco, Paoli ci s’era messo proprio d’impegno quella sera a graffiarle il cuore, mentre lei tentava di sfilare quella melassa sonora dal box audio killer. Niente da fare: s’era incastrato il cd! Ma non le spiaceva affatto che il romanticismo accarezzasse i suoi ricordi di poc’anzi: il loro colloquio monosillabico, fatto di sguardi e d’intese karmiche…loro non avevano bisogno di parole! Non ne avevano mai avuto, fin dal primo conoscersi. Anche se lei tentava di reggere la fiction: s’attrezzava di volta in volta affinchè altri non sapessero, non capissero quel grande amore che vivevano. Ne era gelosa, era sempre sull’allerta temendo che qualcuno potesse coi suoi zoccoli da stallone, farle finire quella favola magica, in cui il pifferaio non smetteva mai d’incantare! Mentre lui, non s’affannava affatto, si teneva tutto dentro e basta: solo qualche sguardo furtivo, qualche laconico assenso…e lei lo sentiva vicinissimo, perdendosi tra armoniche senza tempo. Lui, un perenne folletto, lei come la fatina Azzurra, che Pinocchio si divertiva a far inquietare di tanto in tanto per le sue malefatte. Quanto avrebbe dato per poter vivere con lui tanti giorni, per poterlo incontrare…un tempo, aveva soffocato nottate col cuscino, ora, era cambiato tutto: lo sapeva, lo sentiva, lui non poteva più giocare, palleggiando il loro rapporto. Sembrava l’arbitro d’un destino, che gli riaffidava la voglia di vivere o la pastoia della rinuncia. Mentre si sfilava il complice tubino, il giubbotto in pelle, gli orecchini geometrici, il soffitto dagli specchi le rimandò un rettangolo di cielo, sotto il quale fino a qualche ora prima, in una notte trapunta di stelle, s’era persa nei suoi occhi, come sempre, super caricata dall’adrenalina in libertà per i mille segnali che lui le aveva saettato innamorato! Accese la luce sul comodino, cercando di rassegnarsi ad un’altra nottata di ricordi senza lui!