Salerno: il Comitato 8 marzo entra in azione “Donna sindaco!”

Il secondo incontro vede l’organizzazione di un primo lavoro di indagine sul campo- Dalle parole ai fatti. Questo è stato lo spirito che ha animato la seconda riunione del Comitato 8 marzo e che ha visto l’organizzazione, sotto la coordinazione di Carmen Guarino, di un primo lavoro di indagine sul campo. “Dobbiamo rivalutare l’importanza della condivisione” ha detto la coordinatrice,  aggiungendo “Per molti risulta essere un’utopia, ma noi vogliamo provarci. Nella nostra comunità questa partecipazione democratica manca”. Il comitato ha iniziato il suo lavoro seguendo un ordine di lavoro che non intende trascurare nessuna fascia di età e quindi parte dai più piccoli: ovviamente quindi, per dare completezza all’indagine, si è iniziato esaminando le problematicità della fascia 0-3 anni. Il primo argomento affrontato è stato quello dei sevizi , cominciando dagli asili nido. L’interesse del comitato si è focalizzato sulla ricerca di notizie inerenti la modalità dei servizi e l’attenzione verso le situazioni dei soggetti più a rischio, come disabili o bambini provenienti da famiglie con ridotta genitorialità. Altro punto importante soggetto a verifica per avere un quadro a 360 gradi della situazione dei servizi ai bambini da 0 a 3 anni, è quello della situazione delle pratiche di affido e delle liste di adozione, il cui l’alto numero di minori in attesa di essere adottati  e l’altrettanto elevato numero di coppie che chiedono un bambino da adottare fa pensare che c’è una burocrazia che non agisce nell’esclusivo interesse dei bambini. E poi il problema dell’affido: quanti sono i bambini che usufruiscono di questo strumento temporaneo? Sicuramente manca una cultura dell’affido nel nostro territorio che potrebbe essere incrementata da adeguate politiche di informazione e di sostegno psicologico. Per avere il quadro completo sulla capacità della città di esser e a misura di bambino, il comitato ha pensato anche di fare delle verifiche nei parchi comunali, per capire se veramente sono luoghi adatti ai più piccoli. Così si è cominciato a dividere il lavoro fra le partecipanti all’incontro. Ancora da sottolineare l’intervento di   Anna Petrone che ha espresso la sua contrarietà rispetto all’attuale legge per la quale una donna disabile non può adottare un bambino, anche quando si trova nella possibilità economica per farlo. Il Comitato dell’8 marzo ha cominciato così ad esercitare il suo ruolo, partendo da una raccolta di informazioni che consenta di prendere coscienza della situazione esistente, per poi poter esprimere pareri e richieste supportati da dati reali: un modo consapevole e responsabile di esercitare il diritto di cittadinanza da parte di chi vuole contribuire in prima persona alla vita della comunità.