A te che leggi dopo mezzanotte…”Tu dimmi quando quando …”

Giuliana Rocci

Pino Daniele, tra quegli sprazzi umbratili primaverili, quella sera cantava proprio per lei. “Tu dimmi quando, quando…”: quanto le costava un sentimento nel tempo! Soffriva maledettamente per quella mancanza di lui, che respirava in quella beffarda primavera. Valeva la pena vivere di cuore? Lui che restava sempre immobile quasi verso di lei, abbozzando a stento un sorriso tra tanti senza mai esporsi! Ci pensava seriamente preoccupata, quella volta, dinanzi alle ennesime dicerie: lui tra relazioncelle, si sarebbe concesso scappatelle…gossip non solo di vecchie comari e di uomini ai bar, che amano starsene più fuori che dentro in certi spaccati, quando hanno  amici con cui spezzare un sigaro, tra una partita a carte ed una lenta scorsa ai mondiali sul mega schermo! Non le andava proprio giù che per tanto tempo, solo ora sembrava che quelle migliaia di ore, la divorasse all’impazzata, come i milioni di minuti, che l’avevano vista orfana d’assensi, avesse ignorato  tradimenti e chi fosse veramente l’altro! Assetata di sapere se e quanto contasse per lui, mentre altri gl’intessevano questa o quella relazione del caso. Ripensava al suo goffo modo d’approcciarlo, quando cercava di strattonargli sensazioni: quando temeva di sprofondare nei suoi occhi, che le lanciavano strali di complicità, non facendo mistero del notevole compiacimento che lui provava al solo guardarla. Pensava a quando aveva indossato un abito Fendi, sperando che la notasse …doveva esser sempre lei a stuzzicarlo, a provocargli qualche complimento. E non poteva non ricordare qualche sera prima, quando lui l’aveva guardata dritto negli occhi come da tanto: un tuffo al cuore, un capitombolo  l’aveva spinta a distrarre lo sguardo. In fondo erano essenzialmente due timidi che si cercavano! Ma, quella sera, lui era anche circondato… da quelle che lei guardava di sottecchi, sentendosi spogliata dai loro sguardi popolari: donne pon pon, che gli trotterellavano dietro da troppo! Non resse che pochi minuti: il colloquio, sotto gli sguardi curiosi di tanti. Imprigionata nella tana nel lupo: le mancava l’aria! Si congedò, stretta di mano e via!IIl buio la scortò tra mille pensieri e ricordi. La Muti, in “Innamorato pazzo” le sussurrava che quello zotico di Elia, Celentano nel film, alla fine fu addomesticato quando lei decise di smetterla di tentare di conquistarlo. Il valore delle persone s’avverte quando vengono a mancare…quel vuoto che lei sentiva a non vederlo… Elia, uno zoticone finto, chiuso in se stesso per paura dell’amore! Non volendosi tradire nella fragilità sentimentale, preso da lei, la Muti, sempre così raffinata, ma capace di adeguarsi a lui anche nel fare la contadina! Principessa per una sera, si sentiva mentre ricordava il suo sguardo, come sempre ammutolito sulla sua persona, nell’impertinente ruolo fanciullesco! Lui giocava coi suoi sentimenti e lo sapeva! Elia mise alla prova la Muti in tutto, prima di giungere a rendersi conto che senza di lei, non avrebbe potuto più viver! Finchè… fiori d’arancio e confetti: poi, tre giorni intensi d’intimità coniugale, consumando quello che Elia aveva cercato di reprimere inutilemnte: lo sguardo di lui, quella sera, provocatorio e come spogliarla!Forse, insieme, avrebbero vissuto fino in fondo la pellicola, sentendosi davvero Celentano-Muti, senza fiction, ma ancora una volta non poteva saperlo. Un lampione in tilt, un flash: la Muti, pose Adriano dinanzi alla scelta, per non perderla definitivamente, rivelarle i suoi sentimenti : Ed il supermolleggiato, prima timidamente, poi con maggiore enfasi, alle corde nel gridarle “Ti amo! “Anche per lei, l’ultima occasione c’era ancora, prima di annotare la parola fine su tanti anni della sua vita, macerati dai sentimenti o dall’illusione? Era giunto il tempo di conoscere la verità: non chiedeva altro, se non di sapere e di viver con lui quel’interrogativo sogno magico: lui l’aveva sempre amata?  Diversamente, stavolta, dopo che s’eran ritrovati da anni più che mai, lei avrebbe dovuto spezzare quel filo…e lui l’avrebbe persa per sempre!!

Un pensiero su “A te che leggi dopo mezzanotte…”Tu dimmi quando quando …”

  1. forse si perderebbe la magia che quel non sapere porta con sè…meglio il sognare che fa stare bene, della consapevolezza di un no che ferisce.

I commenti sono chiusi.