Italia alla deriva

Giuseppe Lembo

L’Italia senza soldi, oltre a colpire gravemente i tartassati, colpisce follemente anche la cultura, patrimonio di tutti gli italiani. Sono in tanti, soprattutto tra quelli che contano e governano questo nostro ormai sgangherato Paese, a dimenticarsi inopportunamente che, l’Italia è un Paese di cultura. Un Paese-Museo ricco di arte, di monumenti unici al mondo, di testimonianze storiche impossibili poter trovare altrove, di chiese, di castelli e torri, di dimore storiche, di Musei, Gallerie e preziose raccolte d’arte, di preziose biblioteche; è, assolutamente folle abbandonarli a se stessi, facendo finta che non ci appartengono e che non ne siamo i custodi, con l’inderogabile compito di consegnarli, così come ricevuti, al futuro senza creare problemi di conservazione e/o di attenta e vigile custodia. L’Italia è, tra l’altro, il Paese dal grande archivio di una memoria archeologica stratificata in più testimonianze di umanità che rappresentano, così come ricevute in consegna, le radici della nostra storia; sono parti di noi, in quanto legame di una appartenenza dell’insieme italiano di oggi ricco, tra l’altro, di tante diversità del passato che ci portano a dover ben capire anche le diversità globali di oggi, diversità in cammino da noi ed in ogni dove della Terra, dove va crescendo, da parte di tutti, il bisogno di incontrare l’altro, facendo così delle differenze umane, una grande ricchezza per tutti, una ricchezza utile e preziosa per il bene di tutti. Il nostro Paese non può dimenticare di avere sul proprio territorio non solo le testimonianze del mondo ellenistico di Elea-Velia, ma anche l’intramontabile sapere della Scuola Eleatica di Parmenide e di Zenone che hanno fatto del pensiero dell’essere, un bene immateriale, oggi patrimonio dell’umanità. Mentre il mondo, sa apprezzare lo scrigno Italia, le tante ricche testimonianze italiane e le testimonianze di un’arte universale ed unica al mondo, che ci è stata lasciata in eredità e che rappresenta un patrimonio dal valore inestimabile delle tante ricchezze italiane, l’Italia resta invece freddamente indifferente. Il nostro Paese, ogni giorno che passa, dimostra sempre più di essere un Paese alla deriva; un Paese ammalato che addirittura, non sa apprezzare le sue ricchezze; è assolutamente indifferente  al grande tesoro di cui dispone. Quelle italiane, oltre ad essere ricchezze in sé, per il grande valore che hanno, sono tesori, grandi tesori che, se ben utilizzati, attraverso opportune forme di turismo artistico-culturale ed antropologico proposto al mondo in cammino ed attento ai saperi, alla cultura, all’arte da conoscere là dove si trova, possono avere per l’Italia un grande ritorno in ricchezza, tale da farci uscire brillantemente da tutte le bolle speculative di tipo economico-finanziario messe in piedi da un capitalismo finanziario ferocemente e ciecamente impegnato ad accumulare ricchezza, rastrellando a destra e  a manca, anche pochi euro, del tutto indifferente della grande ricchezza umana, della ricchezza artistico-culturale e delle tante risorse territoriali che appartengono al Museo Italia, come in nessuna altra parte del mondo, tali da potersi tradurre in benessere diffuso per tutti gli italiani, tartassati  compresi. Governanti della cultura dei soldi, alleati ed associati ai voleri assolutamente miopi se non ciechi dei banchieri e dei finanzieri del mondo, interessati alla sola ricchezza immediata legata al solo mondo economico-finanziario è ora, è proprio ora di svegliarvi; di uscire dal letargo ed aprendo bene gli occhi, capire che oltre a tartassare l’Italia e gli italiani, ci sono altre vie possibili e virtuose che attendono, con la dovuta saggezza, di essere percorse per uscire dal tunnel e ridare al Paese quella serenità di vita che, purtroppo oggi, per assoluta miopia di chi governa il Paese, è negata ai più. I sovranetti d’Italia ebbene che lo sappiano! C’è a disposizione del nostro Paese, un Tesoro Italia che può salvarci; tanto, mettendolo a disposizione del mondo fortemente assetato di cultura, di conoscenza, di saperi, di arte e di testimonianze antiche, un patrimonio dell’umanità posseduto da noi italiani in Italia. Ma com’è possibile non capire verso quali mondi potersi opportunamente orientare per trovare soluzioni assolutamente utili, così come  già indicate da tanti italiani che saggiamente ne capiscono l’importanza per rigenerare e far nascere questo nostro Paese? Il male italiano è un male purtroppo profondo, per effetto della politica e dei politici che governano il Paese, assolutamente incapaci di capire quanto sia veramente importante l’intelligente uso del bene cultura sia essa materiale che immateriale, dei tanti saperi e della conoscenza che possono produrre idee e quindi anche idee per lo sviluppo e soprattutto idee positive per l’uomo, per tutti gli uomini, evitando così di pensare da carnefici compiaciuti a tartassare i più, per produrre privilegi solo per pochi che, guarda caso, nel nostro Paese, appartengono tutti al mondo bancario e della finanza, un mondo legato ai potenti della Terra, sempre più ciecamente insaziabili nel desiderio di accumulare ricchezza. Smettiamola con le manovre, con le bolle speculative e con un sistema economico-finanziario che sa solo compiacersi di agire disumanamente, vedendo e ricercando ciecamente il proprio bene, nella sola ricchezza a tutti i costi. Il Paese Italia, cari politici italiani, cari tecnici che ci governate tartassandoci, non può morire di economia da fallimento e di risorse mancate, mentre è possibile, è assolutamente possibile anche altro; altro in senso positivo, per le altre strade ed altre direzioni da prendere. Usando una frase abusata, parlando dell’Italia, anch’io credo che la cultura, l’arte, il Museo Italia, nel suo insieme, rappresentano “il petrolio italiano”; un petrolio, da energia pulita e forse anche inesauribile, sempre che si sappia essere virtuosi nell’uso e nella conservazione; è un tesoro che ci è stato affidato e che senza guasti e/o sconquassi, dobbiamo conservare ed affidare agli altri che, a loro volta, lo dovranno usare saggiamente e trasferire in affidamento agli altri che verranno; e così di mano in mano virtuosamente, da una generazione all’altra. È un grande e ricco tesoro che il mondo ci invidia; dobbiamo esserne responsabilmente fieri; dobbiamo essere orgogliosi di possederlo. Non possiamo sciaguratamente fingere di non possederlo, di non capirne l’importanza e/o cosa ancora più grave, dimenticarlo, permettendo così al tempo, di mandarlo in rovina, nella più generale indifferenza. Il nostro petrolio pulito è una ricchezza italiana che appartiene a tutti gli italiani, gente dalla tolleranza senza limiti, però anche capace di incazzarsi e non poco, non tanto per sé, quanto per chi gli tocca il tesoro italiano della cultura, materiale ed immateriale, un ricco patrimonio di famiglia che gli italiani, compresi quelli tartassati, sentono come proprio, come simbolo di un’identità ed un’appartenenza comune di italianità che vale, molto molto di più di un tesoretto di euro, vile ed inutile moneta, sempre più affamatrice degli italiani e di gran parte dell’Europa. Per mancanza di soldi, come viene scioccamente detto, non si può pensare di abbandonare le biblioteche italiane con i loro libri preziosi ed unici al mondo; non si possono chiudere le emeroteche, con testimonianze di un comunicare autentico ormai scomparso dall’Italia sempre più italietta; non si possono abbandonare a se stessi teatri, musei, pinacoteche e gallerie d’arte ricche di tante testimonianze artistiche di un passato assolutamente scomparso; non si possono far cadere le volte delle chiese, custodi di un’arte che onora l’Italia; non si può stare a guardare, mentre crollano pezzi importanti dei nostri siti archeologici (da Roma alla Campania con Paestum, Pompei e Velia; dalla Puglia alla Sicilia alla Calabria). Tutto questo, con un grave danno di lunga durata, ci sommerge a tutti i livelli, nell’indifferenza di un Paese ormai ripiegato su se stesso e indifferente a tutto, ma soprattutto alla cultura, in quanto non si tratta di un bene godereccio e/o dell’apparire che, nel nostro Paese, ha interamente preso il sopravvento sull’essere, dominandolo in modo fortemente distruttivo e senza prospettive di futuro. Un appello ai tecnici del pensiero economico è assolutamente necessario; devono capire e subito che i rapporti e quindi i comportamenti umani di tipo esclusivamente unidirezionale sono rapporti assolutamente sbagliati; per evitare il peggio, è necessaria l’interazione, riducendo il più possibile il virus del dominio, che genera solo condizioni diffuse di passività umana, fermando la crescita ed in modo particolare la crescita culturale; l’atteggiamento passivo suscita ed inventa in ogni dove i suoi despoti. La vita omogeneizzata così come è ridotta nel nostro Paese, impoverisce le coscienze e fa crescere nella nostra società le masse clonate che non sanno essere popolo e soprattutto non sanno pensare positivo per arricchirsi ed arricchire la società nel suo insieme, assaporando così il sapere che possiamo riscoprire solo percorrendo quelle vie del pensiero e prioritariamente del pensiero filosofico che possono riscattare tutti noi da quel fast food intellettuale procacciato dalla televisione che ha purtroppo contaminato gli esseri umani, espropriandoli della loro autonomia di capire ed orientarsi nel mondo comune, per meglio vivere la propria vita insieme agli altri. Un ritorno a Socrate, un’attenzione crescente per la filosofia, può salvarci e salvare il nostro Paese che potrebbe arricchirsi delle teorie di un sapere salvifico, tra l’altro, fortemente legato ai saperi di un patrimonio di cultura, la prima grande risorsa, del nostro Paese, da cui partire per pensare ad un futuro possibile e ad un mondo tutto nuovo, sempre che ci siano buoni maestri del pensiero capaci di sviluppare la necessaria creatività, utile per crescere insieme e trasformare così l’insieme sociale, oggi oppresso da disperazioni antiche che lo tengono sottomesso nel terrore di una fallimento economico che, quando ci sarà, sarà un default salvifico e di assoluta liberazione per una rinascita possibile del Paese, non più oppresso da Mario Monti, ma tutto preso dalla voglia di ritornare a Socrate ed alla filosofia per vivere meglio. La cultura ed i beni culturali, sono la grande ricchezza italiana; sono un grande tesoro per il Paese Italia. La cultura è la forza del vivere insieme; è un grande valore identitario; è, come ha scritto Norberto Bobbio, nel suo testamento-spirituale, il legame con le nostre radici, con la nostra appartenenza. Guai agli sradicati! Guai ai tanti sradicati del nostro tempo che, in giro per il mondo, interrogandosi, non sanno chi sono; non hanno assolutamente certezza della loro appartenenza. Tanto, perché sono, purtroppo, degli sradicati. Occorre nel nostro Paese, per uscire dal tunnel, una nuova coscienza; occorrono rapporti di reciproco adattamento creativo; ognuno deve saper essere promotore dell’altro, per una nuova creatività. Tanto è possibile; è assolutamente possibile, tornando alle nostre radici, al nostro mondo culturale, un mondo che, oltre a poter insegnare a come vivere, ci può anche aiutare a vivere, essendo una preziosa risorsa per l’Italia, il cui obiettivo primario deve essere quello di farne un grande laboratorio, con possibilità certe di scenari nuovi, sempre che ciascuno di noi sappia saggiamente recuperare il passato facendolo camminare di pari passo con il presente. Interroghiamoci sul dove andare, sul futuro possibile che vogliamo con certezza costruire ai nostri figli. La risposta da cui partire è nella verità che i tempi umani si compongono del passato da conoscere, del presente da vivere e del futuro da edificare; senza il passato non potrebbe esistere né il presente, né il futuro. Il nostro passato, tesoro per il futuro, è nella cultura italiana, nei beni culturali italiani che, non più dimenticati, né maltrattati, attendono di diventare risorsa di futuro per i nostri figli. Aveva ragione Danilo Dolci a scrivere: “Se seminiamo morte, non si può avere vita”. Così si sta facendo oggi nel nostro Paese, dove va prevalendo sempre più, maledettamente la morte sulla VITA.