Morosini: urlo contro la morte!

di Rita Occidente Lupo

Un triste sabato. Non solo per il rettangolo erboso di Pescara, dove si è consumata in pochi attimi la giovane vita di Mario Morosini, centrocampista livornese che, dalla vita, aveva avuto poco o niente. Escludendo passione per il calcio e voglia di vivere. Malgrado l’assenza delle figure familiari, già sottrattegli prematuramente. Ed ora è stato lui, mentre rincorreva una palla, inseguito dal fato, direbbero i Greci, dalla sorella morte, commenterebbe Francesco d’Assisi, segnato in rosso nell’ultima performance in campo. Sgomenti, attoniti, non solo i compagni di squadra, ma l’intero stadio e quanti non solo dagli spalti della tifoseria pescarese, ma da tutto il Paese, hanno seguito della disperata corsa contro la morte per salvarlo. In merito poi ai ritardi ed a quant’altro si cerca, come sempre di voler delegittimare, per esperire spiegazioni plausibili, mera filosofia cronachistica. Di fatto quel giovane che, sotto gli occhi di tutti, dopo mezz’ora di gioco, ha barcollato, tentennato, poi accasciandosi al suolo davanti alla tifoseria biancoazzurra, malgrado massaggi cardiaci e tran tran per rianimarlo al nosocomio, ha lasciato questa vita. Una tragedia paralizzante anche per chi non ha conosciuto il calciatore: lutto nazionale calcistico, in una città che recentemente ha visto lo stesso cuore, killer di Franco Mancini, 43 anni, amico per la pelle di Zdeneck Zeman  Intanto, mentre parte l’iter autoptico, un coro urla contro la morte, confortato dall’unico pensiero che Morosini, ha lasciato questa vita, se non altro , vivendo la sua passione calcistica!