“Gay destinati all’inferno!”

di Rita Occidente Lupo

“I gay si prostituiscono e sono destinati all’inferno”. L’arcivescovo di Alcalà de Henares (Madrid) Juan Antonio Reig Pla, nell’omelia del Venerdì Santo, in diretta dalla tv pubblica spagnola, attaccando anche l’aborto. Secondo Reig Pla i gay,  persone che «fin da piccole pensano di essere attratte dagl’ individui dello stesso sesso e, che a volte, per comprovarlo, si prostituiscono o frequentano club di omosessuali finendo all’inferno». Lapidario il porporato: inevitabile l’ innesco tra polemiche e querelle, da parte delle associazioni di categoria, nonostante non abbia fatto altro Reig Pla, che proferire ciò che si legge nel Vangelo, a proposito d’eunuchi! Gridando ancora una volta che la vita va tutelata e non abortita! In un momento in cui si svende la sessualità, si sfila per proclamare l’orgoglio addirittura, dell’omosessualità, dalla Spagna cattolica per antonomasia, tradizionale per generazioni, recentemente avanguardista nel regno di Zapatero, il coraggio d’invertire la rotta, di ripristinare quel profondo cordone ombelicale cattolico, che non solo con Ferdinando resse le sfide imperanti della religiosità. E farebbe ben sperare, che non solo la corrida, spettacolo cruento, ricordo folkloristico, ma le stesse gravidanze “indesiderate”, evento insopprimibile, da non emulare all’erodiana strage degl’innocenti. Il tutto, se si legge nell’ambito della Settimana Santa, del Venerdì di Passione, che vede la morte di un Giusto in croce, in cambio della libertà “d’un popolare malfattore”, fa ben comprendere che proprio nell’ambito dell’escalation salvifica, il pastore d’anime abbia attratto l’attenzione dei fedeli, riuscendo non ad incutere paura o scetticismo, bensì chiarezza in quelle che permangono intramontabilmente coordinate per la salvezza, pronte all’uso, per l’uomo d’ogni tempo! Che ancora dinanzi all’icona sindonica, si chiede se il radiocarbonio possa una volta per sempre porre fine agl’inquietanti interrogativi, che da oltre Duemila anni, non desistono dal voler accertare se il Nazareno, crocifisso, davvero il Figlio di Dio, morto e risorto, impresso nel sacro lino!  

 

2 pensieri su ““Gay destinati all’inferno!”

  1. se volessi essere provocatore direi, cara direttrice, che omossessualità, pedofilia e omofobia sono un serio problema proprio della chiesa cattolica. e in qualche modo la chiesa cattolica sta cercardo di fare i conti, un pò condannando, un pò ammettendo, un pò respingendo, insomma come al solito un colpo si da alla botte e uno al cerchio.
    ma siccome sono propositivo mi piace aggiungere che altrettante sono le aperture verso il mondo “gay” che vengono da altrettanti emineti vescovi dall’austria, dalla stessa barcellone e perchè non ricordare il cardinal martini.
    il vescovo madrileno non fa altro che reiterare l’immagine “rozza e conservatrice e pure un poca bigotta” della spagna franchista che si oppone a qualsiasi “presa di coscienza” del cristiano maturo e critico.
    da non cattolico romano sono molto curioso di vedere come la curia romana “cucinerà” questa presa di posizione di Alcalà de Henares, e forse questa sarà la novità e la vera notizia che sicuramente lei ci riporterà in un suo nuovo e atteso editoriale.

  2. Caro Arcivescovo, il paradiso avrà un buon clima e il buon caffé pubblicizzato da Pietro, però l’inferno, mi consenta, è umanamente più vario. Ci troveremo sicuramente tutti gli inquisitori della sua cattolicissima Spagna, i fomentatori di guerre di religione, sicuramente i preti pedofili perché hanno dato scandalo proprio con i più innocenti e deboli prediletti di Gesù, ci troveremo quelli che si sono arricchiti a spese dei poveri e forse la chiesa ne avrà il primato. In genere si dice che l’inferno è lastricato di buone intenzioni non messe in pratica specie da coloro che si professano “fedeli”.Forse ci troveremo anche qualche omosessuale ingiusto verso i suoi simili, ma non per le sue scelte sessuali, qualche prostituta che ha abortito avendo scelte alternative, tutti coloro che potevano fare un po’ di bene foss’anche a un cane randagio e hanno sempre tirato dritto. Arcivescovo, che dice? avremo il piacere di conoscerci? Io personalmente un boccone a un animale randagio non lo nego mai e neppure a un mio simile che me lo chiede.

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