Salerno: CasaPound Italia dà voce ai volantinatori non pagati
CasaPound Salerno da voce ai volantinatori non pagati dalla finanziaria “Effegi Direct” di Torrione
venerdì 6 aprile 2012. L’associazione culturale e di promozione sociale CasaPound Italia si fa portavoce della sgrade
vole situazione in cui versano una decina di ragazzi che hanno lavorato per la finanziaria “Effegi Direct” di via Torrione 65 a Salerno per quasi quattro mesi come volantinatori senza ricevere compenso.”Purtroppo la dilagante situazione di bisogno di lavoro dei giovani da ampio spazio a situazioni del genere. La ‘Effegi Direct’ di Torrione – afferma l’associazione – ha rinviato alle calende greche il pagamento delle spettanze regolarmente pattuite per prestazioni certificate con tanto di registro presenze, fino al non rispondere più alle telefonate. Quanto mai ‘sui generis’ è che un’attività che presti soldi alla gente sia a sua volta debitrice nei riguardi dei propri dipendenti. La prima lettera dell’avvocato difensore dei ragazzi è giunta a destinazione senza una risposta. Il nostro appoggio a questi ragazzi deve servire affinchè abbiano man forte nell’azione e li spinga più celermente al raggiungimento dell’obiettivo. Troppo spesso sui siti internet e giornali specializzati si trovano offerte di lavoro alquanto vaghe, e trovare un lavoro si precario, ma almeno ben definibile è un’impresa. Ci auguriamo – conclude la nota di Cpi – di poter smuovere le acque con questa nota per la risoluzione pacifica della questione evitando la conseguente chiamata davanti un giudice.”
vole situazione in cui versano una decina di ragazzi che hanno lavorato per la finanziaria “Effegi Direct” di via Torrione 65 a Salerno per quasi quattro mesi come volantinatori senza ricevere compenso.”Purtroppo la dilagante situazione di bisogno di lavoro dei giovani da ampio spazio a situazioni del genere. La ‘Effegi Direct’ di Torrione – afferma l’associazione – ha rinviato alle calende greche il pagamento delle spettanze regolarmente pattuite per prestazioni certificate con tanto di registro presenze, fino al non rispondere più alle telefonate. Quanto mai ‘sui generis’ è che un’attività che presti soldi alla gente sia a sua volta debitrice nei riguardi dei propri dipendenti. La prima lettera dell’avvocato difensore dei ragazzi è giunta a destinazione senza una risposta. Il nostro appoggio a questi ragazzi deve servire affinchè abbiano man forte nell’azione e li spinga più celermente al raggiungimento dell’obiettivo. Troppo spesso sui siti internet e giornali specializzati si trovano offerte di lavoro alquanto vaghe, e trovare un lavoro si precario, ma almeno ben definibile è un’impresa. Ci auguriamo – conclude la nota di Cpi – di poter smuovere le acque con questa nota per la risoluzione pacifica della questione evitando la conseguente chiamata davanti un giudice.”
