Tutti a bordo. Si parte

Padre Oliviero Ferro

Per i grandi viaggi, attraverso il Congo, il mezzo migliore è il camion. Lì si può caricare di tutto. Per prima cosa, tutto il materiale possibile che serve per le costruzioni (cemento, lamiere per i tetti, sabbia…). Poi i sacchi di pesce secco, la manioca, cesti di pomodori, fagioli,ecc. Anche gli animali (capre e maiali, soprattutto). Infine i bagagli delle persone e i legittimi proprietari. Naturalmente, i passeggeri saranno sopra tutta questa montagna di cose, aggrappandosi alle sponde del camion. Da lì si ha una vista magnifica sulla strada. Le scelte sono due. Se si parte durante la stagione secca, si ha diritto alla polvere rossa che fa cambiare colore a chi la riceve, un po’ di tosse e un po’ di fastidio negli occhi. Invece, durante la stagione delle piogge, si può riceverne molta e si rischia qualche raffreddore, un principio di malaria e altre malattie assortite. Quando il camion parte, il rumore è molto interessante. Sembra che venga da non si sa dove. In ogni caso, si va. Ci si tiene bene bene alle sponde, perché il camionista è molto deciso. Fin quando si va su un terreno piano, non ci sono grandi problemi, a parte le buche in mezzo alla strada o i passaggi dei ponti e dei fiumi. Lì si vede l’abilità e la fortuna di gente che da tanto tempo passa su queste piste di fortuna. Il problema è quando si prendono le salite, soprattutto nella stagione delle piogge. Lo stesso naturalmente vale per le discese. In questo caso, serve l’abilità degli sciatori, non sulla neve, ma sul fango. Si scivola che è un piacere, rischiando di finire fuori strada con tutti i passeggeri. In questo caso, tutti dovranno scendere e…spingere. O meglio darsi da fare per fare uscire il camion dai canaletti. Si cercano pietre, alberi. Qualcuno ferma un altro camion di passaggio che con una lunga fune di ferro cerca di tirarlo. Ma la cosa più interessante è quando si va nelle piste della foresta. Nel periodo delle piogge, come sempre, è molto trafficata e si corre il rischio di finire in grande buche con tutto il camion. Allora, con un po’ di pazienza (anzi molta), bisognerà lavorare per qualche giorno (se tutto va bene e non continua a piovere) per uscirne fuori. Naturalmente tutti gli appuntamenti sono annullati. A me è successo di rimanere con il fuoristrada nel fango e non vi dico il “divertimento”. Pensate a un camion. Qui la filosofia diventa molto pratica: se non si può arrivare oggi, si arriverà domani o quando Dio vuole.