Agropoli: GdF sequestra holding gruppo alimentare

I finanzieri della Compagnia della Guardia di Finanza di Agropoli, coordinati dal Procuratore della Repubblica di Vallo della Lucania, Dott. Giancarlo GRIPPO, e dal Sostituto Procuratore, Dott. Alfredo Greco, hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per “equivalente” emesso dal Dott. Nicola Marrone – G.I.P. del Tribunale di Vallo della Lucania – nei confronti dell’amministratore unico di una società con sede legale in Salerno e stabilimenti ad Ogliastro Cilento (SA) e San Miniato (PI), appartenente ad un importante gruppo alimentare che negli ultimi cinque anni ha fatturato complessivamente oltre 80 milioni di Euro. L’esecuzione della misura cautelare reale deriva dallo svolgimento di articolate indagini patrimoniali svolte dalle Fiamme Gialle di Agropoli in seguito alla conclusione nel 2011 di una verifica fiscale nei confronti della società operante nella distribuzione di prodotti biologici. Al termine delle indagini, l’imprenditore  è stato denunciato per i reati di frode fiscale mediante emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, falso in scrittura privata ed uso di atto falso. Difatti, la verifica fiscale eseguita dai militari della Guardia di Finanza ha permesso di far emergere l’ingente evasione fiscale perpetrata da tale società di capitali, in seguito alla constatazione della sottrazione di materia imponibile ai fini delle imposte sui redditi per oltre 1,1 milioni di Euro ed ai fini Iva per oltre 200.000€. Le attività ispettive, inoltre, hanno permesso di accertare gravi violazioni riguardanti le cessioni effettuate dalla società nei confronti di clienti esteri, per le quali non è stato documentato l’avvenuto trasporto delle merci negli Stati di destinazione. Le successive indagini patrimoniali disposte dall’Autorità Giudiziaria hanno consentito di accertare che nel 2012 l’imprenditore si è direttamente intestato la totalità delle quote societarie della holding di partecipazioni, con sede a Genova, che detiene immobili del valore di circa 500.000€ e controlla la principale società operativa del gruppo alimentare, la quale – a seguito della ultimazione delle attività ispettive – ha invece ceduto la partecipazione di maggioranza nella società verificata. Precedentemente, la partecipazione nella società holding risultava intestata ad una società off-shore con sede nelle Isole Vergini Britanniche, utilizzata come scudo per garantire l’anonimato agli effettivi titolari del gruppo imprenditoriale.Sulla base delle risultanze investigative ed a seguito della richiesta del P.M., il Giudice per le indagini preliminari ha disposto il sequestro preventivo per “equivalente”, fino all’ammontare nominale di 136.000 Euro, delle partecipazioni intestate all’imprenditore, per cui è stata cautelata la partecipazione totalitaria nella cassaforte del gruppo, oltre al 10 per cento delle quote in una società nella quale il medesimo aveva concentrato i marchi aziendali, che complessivamente hanno un valore effettivo pari ad almeno un milione di Euro. Il sequestro è stato reso possibile dall’applicazione della norma che – introdotta con la legge finanziaria per il 2008 (legge 24 dicembre 2007, n. 244) – estende anche ai reati tributari la c.d. “confisca per equivalente”, ossia la possibilità, qualora non si possa procedere alla confisca dei beni che costituiscono il diretto profitto del reato, di “aggredire” comunque i beni di cui il reo abbia la disponibilità, per un valore corrispondente al suddetto profitto. L’operazione si inquadra nell’ambito dell’intensa azione avviata dai Reparti del Corpo per contrastare i più complessi fenomeni di evasione fiscale internazionale, perpetrati mediante l’utilizzo di fatture false e l’interposizione di società localizzate in paradisi fiscali e societari, strumentale all’occultamento dei beneficiari effettivi dei beni detenuti in Italia.