A te che leggi dopo mezzanotte: “A te che sei il mio presente…”

Giuliana Rocci

Il mitico Lucio Battisti, ancora inquieta sentimenti e cuore. Scomodando la ragione, quando questa fa a cazzotti con le emozioni. Che lui palpò nella sua indimenticabile ed omonima melodia, refrain di tanti amori nel tempo. Ancora l’empatia, il cursore dei suoi pezzi più belli: la sorpresa alla meraviglia dei grandi amori, quelli destinati ad esser tali, sebbene rinnegati sul nascere: “Ancora Tu”. La meraviglia, di rincontrare la persona amata, dopo averla a tutti i costi dribblata, temendo il coinvolgimento fatale. Un carosello di singhiozzi del cuore, di frasi a metà, di dichiarazioni al chiar di luna. Di giurassiche maniere, forse di concepir l’amore. Di raccordarsi al sentire. In un momento in cui il materialismo strombazza il sesso, l’estetica s’arrocca prepotente, gl’interessi piombano in sella. Battisti: un cantante malato di nostalgia. O semplicemnte incollato all’amore, ai sogni, a quelli che in fondo sono ancora il sale della vita. E che aiutano a vivere, senza suggerimenti ed interrogativi di Marzullo. Perchè, in fondo, ognuno prima o poi, denuda il suo tallone d’Achille. Prima o poi, si ritrova mutilato di guerra. Con un cuore a colabrodo, quando i suoi sentimenti non corrisposti. O al settimo cielo, in brodo di giuggiole, quando scopre d’esser ricambiato. Sempre così: da che mondo è mondo, il mal d’amore non risparmia alcuno. Colpa di Cupido, che continua a svolazzare rendendo imbranati,  a detta di qualche affettato saccente o  innamorati fuori tempo, abbarbicati al protocollo del bon ton intellettuale, per dar sfogo alla propria emotività in alcuni casi. Il puttino alato sferra  i suoi strali dorati…parole, parole, parole, dando comunque ragione a Battisti, nei suoi Giardini di marzo, che quando giunge il momento giusto, con la persona giusta, anche il tempo si dà alla fuga “Che anno è? Che giorno è, quest’è il tempo di vivere con te!!!”perchè l’amore, non si volta indietro nè guarda alle circostanze, essendo l’illegale trionfo del cuore sulla ragione!  Che esige solo d’asser vissuto!