Aquilotti Cavesi

“Il gioco e … la palla, insieme si cresce”, dal 5 marzo al via il progetto tra la scuola calcio Aquilotti Cavesi e il Quarto circolo didattico di Cava dé Tirreni. Coinvolti 935 bambini. Novecentotrentacinque sorrisi dietro a un pallone. Insieme, il Quarto circolo scolastico di Cava de’ Tirreni (Salerno) e la scuola calcio Aquilotti Cavesi, in un progetto che ha il calcio come pretesto ma che è soprattutto conoscenza del corpo, è socializzazione, è sport, è educazione alimentare, è gioco. Il progetto si chiama “Il gioco … e la palla, insieme si cresce”, è nato da un’idea della scuola calcio Aquilotti Cavesi ma se ha fatto il grande salto da un’idea alla realtà è stato grazie alla sensibilità della dottoressa Stefania Lombardi, dirigente del Quarto circolo scolastico di Cava de’ Tirreni. Partirà il 5 marzo e durerà tre mesi (fino al 30 maggio), non prevede nessun costo né per la scuola né per gli studenti, e coinvolgerà i 935 bambini iscritti tra le 17 classi della scuola dell’infanzia e le 31 del ciclo della scuola primaria dei 5 istituti del Quarto circolo (Epitaffio, S. Anna, S. Giuseppe al Pozzo, S. Lucia, S. Martino). Il motto è “Insieme si cresce”, slogan riempito di contenuti in questi anni dai dirigenti della scuola calcio Aquilotti Cavesi attraverso le numerose iniziative promosse per i bambini sia nel sociale sia nello sport. Il progetto offre 552 ore di sport e di divertimento, dedicando ad ogni bambino un’ora in un giorno alla settimana nella quale saranno guidati dai loro insegnanti affiancati da esperti esterni, diplomati o diplomandi in Scienze Motorie e dai tecnici di Aquilotti Cavesi, con il coordinamento del professore Alfredo Pagliara, direttore generale della scuola di calcio. Sono quattro gli obiettivi di “Insieme si cresce”: l’educazione motoria, per sviluppare gli schemi motori di base dei bambini, come camminare, correre, saltare, in linea con la loro età; la socializzazione, i bambini impareranno a collaborare e cooperare tra loro attraverso giochi e lavori in squadra; l’inclusione e la partecipazione attiva, evitando così attraverso il gioco forme di emarginazione e di esclusione; l’educazione alla salute, per una corretta alimentazione e uno stile di vita sano. Un gioco, un sogno, un progetto: tutto come in un libro di Edoardo Galeano. Uno scrittore uruguaiano che un giorno alla domanda “Come spiegherebbe a un bambino che cos’è la felicità?” si lasciò scappare questa risposta: “Non glielo spiegherei, gli darei un pallone per farlo giocare”.