La Pasta al germe di soia, un alleato per chi è affetto dal diabete

Giovanna  Bergamasco

Prima di parlare della pasta al germe di soia e delle sue proprietà benefiche soprattutto per i diabetici, penso sia interessante effettuare un breve excursus storico sulla pasta, alimento amato e conosciuto in tutto il mondo. Il vocabolo pasta viene dal greco πάστα con significato di “farina con salsa”, che deriva dal verbo pássein cioè ‘impastare’. Le prime testimonianze relative alla pasta risalgono al 1310 anche se, chiamata forse con nome differente, essa trae le sue origini sin dall’età neolitica quando ebbe inizio la coltivazione dei cereali. La pasta è uno dei pochi cibi universali la cui presenza storica si può rilevare in tutto il continente euroasiatico, con la  massima diffusione in Italia ed in Cina. E a proposito della Cina, è ancora controversa l’ipotesi che sia stato lo stesso Marco Polo, al ritorno dalla Cina nel 1295, a portare e fare conoscere in Italia la pasta. Tesi però sconfessata se viaggiamo a ritroso nel tempo e arriviamo in epoca romana dove la pasta fresca era conosciuta ed apprezzata con il termine antico lagano, di uso romano, ancora oggi usato nel sud dell’Italia per descrivere la pasta a nastro o laganella, altrove conosciuta come lasagna e tagliatella. Risalendo ancora agli Etruschi del IV secolo a.C. si possono trovare raffigurati, a Cerveteri, sulle colonnette che sostengono gli spioventi del tetto della “Tomba dei rilievi”, i vari utensili da cucina necessari per la preparazione delle lasagne. La pasta diventò successivamente un cibo secco e a lunga conservazione. Impastare la farina di grano con l’acqua ed essiccarla, inizialmente fu intesa come la soluzione ideale per conservare questo alimento durante i lunghi viaggi delle carovane. Ma poi, una volta risolto il problema della conservazione,  la pasta così trattata passò dalle carovane del deserto alle navi e quindi si diffuse per i porti del Mediterraneo.. La paternità di questo aspetto fondamentale della storia della pasta (la tecnica dell’essiccazione) si attribuisce infatti agli arabi i quali, durante  i lunghi spostamenti nelle aree desertiche, l’avevano ideata proprio per potersi garantire scorte alimentari. Questa notizia è tratta dal “Libro per chi si diletta di girare il mondo”, scritto dal geografo arabo Al-Idrisi, per Ruggero II di Sicilia. D’altra parte ancora oggi si può dare credito a questa ipotesi, derivata dai nomi arabi itryia e fad , attribuiti ai fili di pasta di forma cilindrica e ai “fidelini” perché, in terre come la Sicilia e la Spagna dove le popolazioni hanno subito la dominazione araba, l’uso dei due termini continua sebbene sia stato trasformato in “trii”e “fideli.” Molto altro ci sarebbe  da aggiungere sulla storia della pasta, spigolando tra curiosità e notizie varie, ma è giunto il momento di parlare della pasta al germe di soia che, per noi occidentali (e soprattutto per noi italiani), è uno dei modi più efficaci per introdurre nella nostra alimentazione quotidiana, i benefici effetti degli isoflavoni della soia, Infatti da studi fatti si è scoperto che gli alimenti a base di soia fermentata, molto diffusi nella cucina orientale, portano le popolazioni cinese e giapponese ad avere una documentata minore incidenza di malattie cardiovascolari. Ugualmente nel campo oncologico, si parla di una minore incidenza di tumore al seno, incidenza messa in stretta relazione dagli studi scientifici a una maggiore assunzione di alimenti derivati dalla soia e che contengono una grande quantità di isoflavoni, altamente biodisponibili. Finalmente oggi è possibile alimentarsi con un prodotto ( la pasta) realizzato non soltanto di  soia, nutrimento che ha un sapore completamente differente da quello del grano duro da sempre conosciuto e apprezzato; ed inoltre ha una cottura “sfatta”, non gradita a noi occidentali. Al contrario, con la pasta al germe di soia, è stato realizzato un cibo di sapore molto simile alla nostra pasta e che, oltre a tenere bene la cottura, è nato dalla ricerca innovativa medico-scientifica ideata dai professori Kenneth Setchell e Carlo Clerici e si produce in Italia. Qui la pasta viene confezionata sotto il marchio Aliveris (società che ne detiene il brevetto) e che la  vende in tutto il mondo ma, al momento, è possibile trovarla solo nelle catene di supermercati umbri, perché è prodotta in Umbria nella provincia di Perugia. Oppure più semplicemente online. La pasta al germe di soia porta nella nostra alimentazione i principi salutistici degli isoflavoni della soia ed è realizzata con semola di grano duro arricchita, nell’impasto, soltanto con il 2% di germe di soia. Ma basta questa minima percentuale per attivare una serie di risultati benefici. Uno dei maggiori effetti notati da tutti è che la pasta al germe di soia si digerisce meglio e più velocemente. Inoltre, per chi si preoccupa della percentuale glicemica dei cibi che mangia, le misurazioni indicano che si ha una riduzione del 28% rispetto alla tradizionale pasta di semola di grano duro. Per concludere, gli studi che hanno portato a realizzare la pasta al germe di soia sono gli stessi che confermano i dati più interessanti: riduzione dei livelli di colesterolo e miglioramento dell’elasticità dei vasi sanguigni. Raidue, lo scorso ottobre 2011, ha mandato in onda un servizio nella trasmissione “Medicina 33” con Luciano Order,  sui vantaggi della pasta al germe di soia per chi soffre di diabete e spesso è penalizzato nell’alimentazione di un piatto tanto amato. Per tale ragione non si è voluto fare altro, oggi, che inviare un messaggio di salute e ben-essere agli appassionati della pasta perché possano abbandonarsi, anche se con adeguata moderazione, ai piaceri della buona tavola e del nostro piatto preferito.



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