Un posto nel mondo

Non lavorare reato contro propria famiglia e  società  – Danilo Dolci –

 Giuseppe Lembo

Per ciascuno di noi, in quanto abitanti della Terra, è importante trovare il proprio posto nel mondo. Un posto che ci dà il senso di quello che siamo; la dimensione di quello che facciamo e la capacità di rapportarci utilmente agli altri. Un posto nel mondo, significa, prima di tutto, vivere nella condizione di potersi liberamente esprimere; di avere un lavoro da svolgere e di comunicare agli altri tutto di sé stesso, facendo rete solidale, per meglio vivere con gli altri. Un posto nel mondo significa capire l’importanza della cultura, la grande leva, che determina il funzionamento del mondo e la crescita di ciascuno di noi, senza la quale, il mondo, purtroppo, è destinato ad impigrirsi, ad impoverirsi, a manifestare le sue tante debolezze, superabili solo grazie al protagonismo culturale dell’uomo ed a quella spinta del nuovo che è dentro di noi alimentata dalla forza pensante ed agente della rivoluzione culturale. Purtroppo nel mondo, sempre più spesso, tutto rimane identico a se stesso. Soprattutto nelle parti del mondo più “ammalate di uomo”, c’è il senso diffuso di una conservazione che ha come novità un certo fervore monotono che, purtroppo, non porta da nessuna parte. Si tratta di un fervore (si fa per dire fervore) che affonda le sue radici nel senso diffuso di una cultura che di fatto non è cultura e che vede in primo piano i nomi e le facce di sempre. Sono, per loro stessa definizione, gli insostituibili; sono loro gli inamovibili, nonostante la loro totale perdita di contatto con il presente ed una quasi totale chiusura al futuro. Quali sono i loro meriti per pretendere, come pretendono, di avere un “posto che conta” nel mondo? Ma ne hanno veramente il diritto o non è piuttosto il frutto di quel furore monotono della cricca che li fa apparire grandi a se stessi ed ancora più agli altri che, per opportuna conoscenza, se ne stanno zitti ed accettano, abbassando la testa di subire scelte ed azioni quasi sempre non condivise perché cosi è; perché così vanno le cose del mondo, da noi ed in qualsiasi altra parte della Terra, sempre più ammalata di UOMO.

 

                                                                                               

Un pensiero su “Un posto nel mondo

  1. Gentile dr Giuseppe Lembo,
    Il suo brillate articolo, in sintonia con i vari monologhi dei grandi pensatori, a parer mio, appare come un invito a quei giovani talenti per convincerli di non abbassare la guardia e di non soffermarsi troppo sulla convinzione che la propria vita ed il loro futuro debba necessariamente sfociare in un ambiente come la nostra , che non offre troppe opportunità..
    A mio avviso, e ripeto ancora che sono un ottantenne, tanti giovani del Sud dovrebbero fare un pensierino di come arricchire il proprio bagaglio di esperienze trasferendosi, magari, là, dove c’è il lavoro. A me , sinceramente, dispiace che i nostri cervelloni debbano trovare lavoro altrove, ma accetterei volentieri tale distacco solo per il loro bene. Con un augurio a tutti i bravi giovani del sud, porgo cordialità al Dr Lembo ,Alfredo.

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