Salerno: un angelo in cielo!

Antonio Adinolfi

Anche il cielo di Salerno piangeva durante i funerali del piccolo A. P. Poco dopo le 16, infatti, quando  la sua bianca bara è entrata nella chiesa di S.Maria ad Martyres  a Torrione,  una  pioggia estiva ha innaffiato la nostra città per tutta la durata della funzione. Nella chiesa una folla immensa, addolorata e sgomenta nello stesso tempo. Come si fa a non aver più voglia di vivere a quindici anni ?  Del liceo “De Sanctis” nel quale A. ha appena frequentato il IV ginnasio con positivi risultati, c’era un nutrito gruppo di docenti ed alunni.  Tutti senza parole, tutti con gli occhi gonfi per le lacrime. Non è ancora scomparsa dal cuore la tristezza per la morte tragica dell’alunna Greta Nicodemo,  più o meno dell’età  di A., pochi anni fa sul viadotto Gatto, ed ecco che ne è giunta un’altra, quella per la morte di A. Greta non cercò la sua morte, A.  invece…. A noi docenti che svolgiamo un lavoro così bello, sempre a contatto con gli  adolescenti, che sono il fiore della vita, che nonostante i problemi che ci creano, sono amabilissimi per la loro ingenuità, per le loro problematiche così lontane dalle problematiche meschine del mondo adulto, così allegri o così nervosi per cose che per noi sono sciocchezze, le bare bianche devastano il cuore.  L’estate è finita ieri l’altro per i docenti e gli alunni del liceo “ De Sanctis ”.  Il mese di agosto sarà grigio anche se tornerà il bel tempo e ci sarà un sole cocentissimo. Senza farci complessi di colpa riteniamo che è urgente, non è più dilazionabile, una riflessione su ciò che la scuola deve assolutamente fare per gli adolescenti di oggi, per scoprire ( sì,  scoprire, perché talvolta non ne vogliono parlare ) se hanno problemi, malesseri e per risolverglieli, impegnando tutte le forze. La scuola è importante per i giovani. E’ come una seconda famiglia. A volte, in alcune situazioni, è la prima famiglia. Ma il fatto è che sono aumentati  anche i problemi ai prof.  Non molto tempo fa  abbiamo letto su una rubrica di una rivista  lo sfogo di una docente accusata di  salutare appena i colleghi e di essere aspra con gli alunni.   < Mi dicono di esser vicina ai problemi dei ragazzi, ma il mio chi me lo risolve?  Mio figlio, 14 anni, beve ( alcol naturalmente). Da mio marito sono separata da tre anni. Il mio ex coniuge del ragazzo se ne frega.  Che cosa devo fare?  Pensare ai problemi dei figli degli altri? >. La risposta del prete curatore della rubrica merita di esser meditata: < Se lei dedica un po’ ( solo un po’) del suo tempo ai problemi dei figli degli altri, Dio l’aiuterà a risolvere il suo. Perché i figli degli altri sono un po’ figli anche nostri e i nostri sono un po’ anche figli degli altri. Se il mondo capisce questo migliorerà, altrimenti….Gli alunni dimenticheranno qualche regola e qualche equazione ma non dimenticheranno mai chi li ha veramente considerati ed amati>.  Personalmente questa risposta la portiamo scolpita nell’anima. A Greta Nicodemo è stata intitolata un’ aula del liceo “De Sanctis” in cui  siamo entrati spesso ad insegnare durante l’anno scolastico terminato a giugno scorso. Vedere quella targa è stata ogni volta per noi cosa amara. Molto probabilmente più in là se ne dedicherà un’altra ad A.. Se accadrà.. bene! Ma ci sia permesso  fin d’ora di dire: < Basta!  Che sia l’ultima!  Mai più un’aula dedicata ad uno studente o ad una studentessa perché tragicamente morti.  Mai più >. Siamo sicuri che Greta ed A. ci applaudirebbero.

 

 

 

 

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