Pellezzano: educazione alla legalità con don Manganiello

 “Io, prete fuori dal coro, nemico della camorra, osteggiato dalla chiesa perché non allineato alla mediocrità del clero, sono stato poco aiutato e molto criticato; ma ho avuto una grande volontà che mi ha dato la forza di ridare speranza a tanta gente che l’aveva perduta”. Parole dure e dirette quelle usate da Don Aniello Manganiello per rispondere ad uno studente di Pellezzano che gli ha chiesto chi lo ha aiutato e chi lo ha ostacolato nel difficile lavoro di recupero tra i giovani di Scampia. Gli studenti dell’Istituto Comprensivo Genovesi di Pellezzano, hanno incontrato Don Aniello Manganiello, prete di frontiera, nel corso della manifestazione conclusiva del progetto di educazione alla legalità promosso dall’amministrazione comunale.  Durante l’anno scolastico, che si sta concludendo, gli alunni della terza media sono stati coinvolti in un percorso di crescita civile con lezioni in classe e visite presso alcune note  comunità di recupero, come il Centro Don Guanella di Napoli cui andranno i proventi della vendita del libro scritto da Don Aniello e dal giornalista salernitano Andrea Manzi. Ci sono entrambi, nella sala consiliare del comune di Pellezzano, per la presentazione del libro “ Gesù è più forte della Camorra: i miei sedici anni a Scampia tra lotta  e misericordia”, edito da Rizzoli. L’incontro chiude la settima edizione del progetto, fortemente voluto e sostenuto dall’amministrazione comunale.<< Non è mai abbastanza quel che si fa per la crescita sociale dei giovani – dice, nel presentarlo, Eva Longo presidente del consiglio comunale di Pellezzano e consigliere regionale aggiungendo – Il nostro comune  è stato tra i primi in provincia di Salerno a puntare sull’educazione alla legalità nelle scuole. Il progetto  è cresciuto di anno in anno grazie alla stretta collaborazione che si è creata tra la scuola, i servizi sociali del comune e  l’equipe di esperti ( magistrati, psicologi, rappresentanti delle forze dell’ordine), che a vario titolo, sono intervenuti. Le lezioni sono state educative perché hanno saputo appassionare i nostri alunni. Ammiro molto don Aniello, per la tenacia e perché non ha paura – conclude >>.  Don Aniello Manganiello, da alcuni considerato un prete “scomodo”, non combatte solo contro il sistema criminale, ma anche contro certi stereotipi dell’istituzione ecclesiastica che, a suo dire, sono lontani dai problemi della società moderna: incapaci di contrastare la violenza e la prepotenza delle mafie. Don Aniello è anche contro coloro che non danno speranza. Nel libro c’è un capitolo su Roberto Saviano del quale dice: << Gomorra è una rappresentazione cinematografica, ma non lascia speranza>>.Quella speranza che invece è la base dell’opera di don Aniello Manganiello. << Il titolo del libro ne sintetizza il senso – spiega Andrea Manzi – Gesù è più forte della camorra, per dire che la camorra non è invincibile e non ci sono persone irrecuperabili>>. Ma è necessario scendere in trincea, e non tutti ne hanno il coraggio, sottolinea il sindaco Carmine Citro per il quale: << Le problematiche sociali non possono risolversi al chiuso dei palazzi, ma andando tra la gente ad ascoltare per poi trovare soluzioni concrete, perché non basta denunciare>>.L’argomento è accattivante e offre lo spunto a numerose domande da parte dei ragazzi che così manifestano tutto il loro entusiasmo e la voglia di continuare. Il vice sindaco Pasquale Giordano assicura che il progetto, curato dal giudice Sante Massimo Lamonaca, andrà avanti anche il prossimo anno. Ne è compiaciuta la dirigente scolastica Franca Masi, la quale ricorda:<< Non è un caso che la manifestazione di oggi cada nella data del 23 maggio, anniversario della strage di Capaci. Ci sono uomini come don Aniello che combattono contro le mafie e uomini – ricorda infine – come i giudici Falcone e Borsellino, che hanno perso la vita in questa battaglia>>. A margine dell’evento, quale segno di stima e gratitudine per l’impegno profuso, gli amministratori consegnano agli ospiti una targa ricordo.