Salerno: “I luoghi dello sguardo” al Catalogo

Sabato 2 aprile alle ore 19,00 sarà inaugurata la mostra personale Eliana Petrizzi,I luoghi dello sguardo”. Progettata da Lelio Schiavone e Antonio Adiletta e curata da Massimo Bignardi, la mostra propone una selezionata scelta di opere realizzate dalla giovane artista salernitana in quest’ultimo anno: venti dipinti alcuni dei quali realizzati appositamente per questa occasione, ove traspare una nuova scelta dei soggetti, delle luminosità ora decisamente orientate a costruire, attraverso una rinnovata gamma cromatica, uno spazio emotivo. “Le prospettive della nostra città stanno decisamente cambiando e lo fanno con una decisa accelerazione – rilevano Lelio Schiavone e Antonio Adiletta – e la nostra Galleria vuole condividere tali realtà. La scelta di proporre un’artista come Eliana Petrizzi è stata dettata dal desiderio di essere partecipi di cambiamenti che investono anche e soprattutto il mondo dell’arte. Una giovane artista non aveva mai esposto al Catalogo; è giunto il tempo di rinnovare i registri della nostra proposta, senza, però, rinunziare alla passione per la figurazione, per la bella pittura.” Eliana Petrizzi propone, annota Massimo Bignardi nel testo introduttivo alla piccola monografia che accompagna la mostra edita da Plectica, “immagini contenute, per la maggior parte, nel rettangolo di piccole tavolette cifrate da una tecnica controllatissima, studiata dai fiamminghi, segnalando esiti di una ricercata pittura sostanzialmente ideista, alla quale è pervenuta la giovane artista. Eppure le gelide ‘interferenze’ visionarie ai registri formali del volto, della figura e ora anche del paesaggio, sollecitano diverse traiettorie, spingendoci ai margini dello scarto, verso il crinale che separa queste figure dalla loro vita spesa nei luoghi della realtà, nel loro affermarsi quali presenze effettive”. È un’esperienza che segnala l’evidenza di un pensiero visivo che acquista una nuova valenza narrativa e si fa punto d’unione di cose visibili capaci di evocare il mistero: così i volti, i paesaggi avvolti da luminosità visionarie, gli squarci di architetture abitate dal silenzio ripropongono la valenza di una pittura che si sottrae all’immagine oggettiva della realtà, per intrattenersi sulla soglia della visione. Il desiderio, dichiara l’artista a Giada Caliendo nell’intervista pubblicata in catalogo, è di raccontare “il cielo con la tinta pura e senza nuvole che il cielo ha nella luce del crepuscolo, che è quella che prediligo perché, pur vicina alla sera, è la più prossima all’alba. Descrivere una strada solo col colore dell’asfalto, senza indugiare su crepe, carte, sull’irregolarità dei muri che per questo dipingo sempre diritti, scuri e rigidi come, nella sua accezione metaforica, è un muro.” La mostra resterà aperta fino al 30 aprile.