Il coraggio di volersi bene

Giovanna Rezzoagli

Potrà apparire come un nonsenso, eppure risulta molto complesso voler bene all’unica persona che ci è vicini da sempre e che sempre ci resterà accanto, fino all’ultimo dei nostri giorni. L’essere umano fatica sempre più a volersi bene, ad accettarsi per ciò che è, per come è. I comportamenti autolesionisti ed autodistruttivi sono moltissimi e coinvolgono i più svariati contesti del vivere quotidiano. Sarebbe estremamente riduttivo pensare di sviscerare le molteplici cause che portano all’attuazione di simili comportamenti, è opportuno tuttavia sottolineare che l’essere umano tendenzialmente è mosso verso l’autoprotezione, ma è nel contempo fortemente esposto sin dalla più tenera età a forti condizionamenti che possono inibire la sana ricerca del benessere personale. Benessere personale che non va assolutamente confuso con l’egoismo o con il narcisismo, che sono poi le esasperazioni, in alcuni casi patologiche, di naturali pulsioni. La fragilità interiore che sembra essere una costante dei nostri tempi, si accompagna ad una scarsa capacità di volersi bene. In una cultura che è essenzialmente costruita sull’apparenza e sull’esteriorità, la ricerca dell’altrui consenso mediante una frenetica adesione a modelli stereotipati frustra l’individualità del singolo, con pesanti conseguenze sul benessere psico-fisico. Il coraggio è la virtù che, forse, più di tutte caratterizza la maturità interiore di un soggetto. Coraggio che non è antitesi della paura, casomai è sinonimo di consapevolezza. Indiscutibilmente nella nostra cultura ci vuole coraggio per non uniformarsi e nel non conformarsi, accettando serenamente un confronto con le singole diversità. Di certo è molto più sbrigativo ricorrere al giudizio stereotipato o accettare passivamente le posizioni ideologiche e comportamentali altrui piuttosto che sforzarsi di coltivare le proprie valutazioni. Di fatto oggi è molto complesso volersi bene, rispettarsi nelle proprie idee, nei propri tempi. Di fatto nella nostra cultura nessuno promuove il culto del rispetto per se stessi. Non a caso le dipendenze da sostanze esogene, ma anche quelle di tipo psico-affettivo, sono in costante aumento, con le tragiche risultanze che sono sotto gli occhi di tutti. Che fare? Difficilissimo proporre riflessioni in merito, in ragion d’essere che questa particolare tematica è praticamente sconosciuta nel nostro Paese. Iniziare a trattarla, con serenità e serietà, può essere un punto di partenza ottimale. Il viaggio interiore che ne potrebbe derivare, senza dubbio, avrebbe le potenzialità per divenire una delle più significative esperienze di vita che si possano porre in essere.

 

5 pensieri su “Il coraggio di volersi bene

  1. Ahimé, temo che pochi capiranno i suoi contenuti… Comunque un input di riflessione è stato dato.
    Complimenti per questo articolo che ho letto volentieri e che ho apprezzato
    Sara

  2. Gentile Dottoressa Giovanna,
    Qualcosa che viene offerto gratuitamente può essere proprio il coraggio di volersi bene.
    Ho però il sentore che quando ci si imbatta con persone che osano tentare , primariamente, di distruggere la personalità altrui con prese di posizioni , al dir poco, distruttive e che si proiettano accanitamente per annientare le conquiste realizzate nel corso della propria esistenza, ostacolandogli ogni singolo movimento civile e di libertà, allora scatta quel fatidico pulsante che si chiama disamore. Quindi, a mio parere, viene meno anche quell’attrito di coraggio per volersi bene..
    L’amore è un sentimento che richiede altrettanta reciprocità; tale sentimento lo si può nutrire con la medesima merce o moneta , come la campana di Manfredonia: che fa “Dam e Dong”. (dammi e do’).
    I popoli possono volersi bene se si da l’aggio ai cuori di palpitare e di accettare con coraggio l’amore che gli viene proposto da altra gente.
    Da ciò nasce quel meraviglioso sentimento che si chiama AMORE.
    CORDIALITA’

  3. Gentile Sara, Lei rischia di demotivarmi…scherzi a parte, lo so che i miei scritti sono a volte poco “accattivanti”, ma, per reinterpretare un vecchio slogan, non voglio certo utilizzare
    gli effetti speciali. Mi basta che i miei scritti pongano qualche quesito, ad ognuno le proprie risposte. Molto belle le riflessioni del carissimo Alfredo sul concetto di “disamore”, che io chiamerei vera e propria prevaricazione. Spesso nemmeno ci accorgiamo di quanto siamo condizionati e manipolati dagli altri, soprattutto nelle nostre paure.L’amore vero nulla vuole in cambio, altrimenti amore non è, tantomeno verso noi stessi quando scendiamo a compromessi per farci accettare. La campana citata da Lei, caro Alfredo, è l’esempio perfetto di ciò.
    Con viva gratitudine
    giovanna

  4. Gentile autrice,
    no, assolutamente non volevo demotivarla. Io ho apprezzato molto il suo scritto e trovo le sue riflessioni basate su una solida conoscenza dell’uomo. Solo che spesso, su queste pagine l’uomo viene trattato con leggerezza, enfatizzando una pseudointeriorità ammantata di belle parole ma di poca sostanza. Ecco perché pensavo che il suo buon seme non trovasse terreno fertile.
    Con stima e i miei cari saluti
    Sara

  5. Gentile Sara, avevo capito il Suo intento, e di esso Le sono grata. Solida conoscenza dell’uomo, Lei mi dice. No, mi creda, assolutamente. L’essere umano è sempre una scoperta, in realtà non sempre piacevole. Se esiste una professione che consente un continuo aggiornamento sulla natura umana, ebbene quella è la mia, perchè ci si pone sullo stesso piano di chi si ha di fronte. Proprio ieri sera ho avuto il piacere di interloquire con una Lettrice di DentroSalerno che ha voluto esprimermi il proprio apprezzamento telefonicamente, cosa che molto mi ha onorato, ebbene ho spiegato a questa Persona che io per prima mi voglio molto poco bene, e per questa ragione posso valorizzare il grande privilegio di cui gode chi si vuol bene ed ha il coraggio di volersi bene in serenità. Io non manco di coraggio, almeno ci provo, però sono nel contempo un soggetto molto travagliato, proprio per questo empaticamente riesco a condividere i travagli altrui (così mi dicono), nel bene o nel male, in ogni caso non sono “costruita”. Grazie Sara, per il Suo gentile commento.
    Giovanna

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