Fisciano: incontri cinematografici da Picca Picca

  1. Anna Maria Noia

Appuntamento con incontri culturali cinematografici, ma non solo, presso l’hostaria Picca Picca di Fisciano, a pochi metri dall’ateneo: tra le tante e originali iniziative promosse in questo locale tipico calabrese, dove consumare piatti della tradizione di questa regione “cugina” in modo divertente e particolare, c’è stata venerdì 25 la presentazione di “Corto short movies” con Domenico Natella ed Alex Di Giorgio. La direzione artistica per questa kermesse, tra le tante che si vivono in tale osteria come la cena sensoriale al buio o la cena “con delitto” in cui ogni cliente partecipa da tavola a un gioco giallo con attori alla ricerca del “colpevole” di un delitto “da camera”, è affidata a Margi Villa, altresì responsabile di “Fondazione Teatro” al Comunale di Mercato S. Severino. Si è trattato di una presentazione di cortometraggi in una serata speciale. Un incontro da un’idea nata “per caso” – ha asserito la giovane e brillante attrice Margi Villa che ha recitato anche in “Fragole a mezzanotte” (griffato Natella) uno degli short movie filmati e firmati dai due validi resisti presenti il 25 da Picca Picca, un localino discreto con luci soffuse che esiste e vive da ben cinque anni, attraendo con la simpatia e il savoir faire dei proprietari e del personale gente curiosa in gran parte giovane e universitaria ma anche persone di ogni età e palato, con sapori sia piccanti che non. L’hostaria Picca Picca è così denominata sia per le specialità piccanti tipiche della tavola e dei sapori calabresi, sia a significare “poco poco”: la quantità nei piatti e nei tegamini fumanti contenenti ogni ben di Dio è infatti moderata ma ciò non toglie che non vi sia gusto, anzi. Sono intervenuti a questo curioso “esperimento” in commistione con i sapori calabresi i giovanissimi attori e registi Domenico Natella e Alex Di Giorgio. Il primo, salernitano classe 1974 e laureato in Lingue a Fisciano con una tesi sperimentale su Andy Warhol e Salvador Dalì, è un film maker ed artista visivo eclettico e provocatorio, che ha prodotto molti corti: “Regalos caidos dal cielo” è uno di questi, tutti si sono aggiudicati importanti e qualificati premi. Natella vive e lavora tra l’Italia e la Spagna, paese in cui si è fatto valere per la sua personalità creativa. Di Giorgio (da Pontecagnano) è più giovane, ma ha già realizzato molti apprezzabili filmati: “Se ritornerò a casa” è uno dei più completi e ha collezionato numerosi premi in tutta Italia. Questo regista “in erba” ha al suo attivo stage con grandi del mondo dello spettacolo, come Lina Wertmuller, Giuseppe Mazzillo, Fioretta Mari. Attualmente Di Giorgio collabora come attore presso “La bottega di Will”. Durante la serata sono stati proiettati due filmati di Di Giorgio: “Se ritornerò a casa” (ventitrè minuti), che si innesta cruentamente ma lucidamente sul discorso del bullismo, e “Basta che sia pace”, altrettanto attuale e realizzato col contributo del primo circolo didattico di Pontecagnano che ha partecipato al concorso “Enzimi di pace”. Per quanto riguarda Mimmo Natella, invece, di corti (dieci minuti) se ne sono visti addirittura nove, tra videoclip, videodanza e altre particolari tecniche cinematografiche utilizzate sapientemente e con ironia. Abbiamo chiesto ai due registi notizie e curiosità, particolarità sui loro elaborati. Per primo è stato da noi “avvicinato” Di Giorgio, che ha commentato tra le altre cose il lavoro sul bullismo. Ecco le sue parole: “Faccio l’attore per caso, ma preferisco di gran lunga essere regista, dall’altro lato della telecamera, creare come film maker. Mi sono iscritto ad un’accademia teatrale di Paestum, la “Magna Graecia”, e ho cominciato da qui a organizzare spettacoli e matinèe per le scuole, lavorando per avvicinare i più giovani al teatro e al mondo dello spettacolo. Mi piace poi scrivere, ho già firmato sceneggiature sempre per ragazzi.” “L’idea del mio corto sul bullismo, approntato due anni fa, è nata proprio perché amo scrivere per i ragazzi, inoltre volevo trovare un tema attuale per farlo vedere all’interno delle scuole, in modo da stigmatizzare il problema: perciò ho pensato al bullismo.” “Il corto – afferma Di Giorgio – crudo e con un finale a sorpresa narra la storia di un bambino come tanti, forse troppi, vittima di ragazzini prepotenti: si chiama Fabio, ha dieci anni e viene ogni giorno violentato fisicamente e psicologicamente dai bulli. Scopo e messaggio del mio cortometraggio è quello di dare ascolto ai bambini da parte di genitori ed insegnanti; i bambini stessi, vittime di questo gioco perverso che è il bullismo, devono parlare con gli adulti ma essi adulti non possono distrarsi di fronte a tali problematiche…”“Nel caso di Fabio i genitori sono assenti e distratti, impegnati come molti a competere nella vita professionale e a litigare per sciocchezze. Per quanto riguarda il bullismo, poi, secondo me il migliore strumento da utilizzare per estinguere questo dannoso fatto di vita è scrivere un diario permettendo così ai bimbi di sfogarsi e mettere a nudo le difficoltà e le amarezze di essere vittima, quindi ho pensato di far parlare il diario stesso a Fabio e ai bambini soggiogati dai bulli.”“Ecco come nasce Max, il nome del diario che prende vita e dà consigli a Fabio, come li darebbe ai tanti ragazzini vittime di oggi: Max è un personaggio sopra le righe, stravagante (anche nel vestire), una sorta di pagliaccio che non si limita ad ascoltare il protagonista Fabio ma gli dice che è sbagliato non parlare con i genitori.”“Il finale per me ha due chiavi di lettura – esprime Di Giorgio – il ragazzino è per terra e chiude gli occhi: lascio nell’indeterminato e alle varie opinioni di chi assiste al filmato se egli vive o invece muore; la madre però, letto il diario del figlio, capisce ogni cosa e – seppure tardivamente – si precipita al capezzale di Fabio per consolarlo e farsi perdonare la sua poca presenza accanto al bambino che non voleva andare a scuola in quanto perseguitato dai prepotenti.”“Lascio quindi, come espresso sopra, l’interrogativo se Fabio vivrà o meno a chi guarda il corto da me realizzato.” Il corto di Alex, rivolto alle famiglie ed ai genitori poco presenti, distratti, è volutamente crudo, perché il bullismo portato alle estreme conseguenze può condurre alla morte della vittima, ma noi tutto questo non lo pensiamo. Abbiamo chiesto anche a Mimmo Natella, dopo aver visionato pure le sue pregevoli pellicole, oltre a quelle del primo regista Di Giorgio, quale sia il fil rouge e il percorso esperienziale delle sue produzioni; così il simpatico e dinamico video maker ha risposto: “Mi piace la sperimentazione, sempre, in tutte le direzioni; in particolare mi interessano i temi sociali ma non solo. Prediligo poi i sentimenti morbosi, torbidi. Nei miei film è sempre presente l’amore malato, il sesso estremo, ma parlo più in generale anche dei rapporti contrastati dei miei personaggi con la società, dei conflitti tra individui e società stessa, dell’accettazione nell’ambito del mondo sociale, che non si limita all’apparenza.”Astrazione e surrealità negli short movies di Natella, alcuni incentrati sulla danza, sulla torsione di un corpo umano che sembra lacerarsi ai comandi della mente, altri interattivi, ricchi di tristezza, esistenzialisti ma variegati. Come abbiamo accennato in precedenza, nella parte superiore dell’articolo, una intensa e sexy Margi Villa ha contribuito alla realizzazione del corto intitolato: “Fragole a mezzanotte”, sempre di Mimmo Natella; questo video offre occasioni di spunto e di analisi della prostituzione dei sentimenti che avviene oggi, in un sordido mondo tutto carnale e lascivo ma che si incontra e si scontra con la morte e la sofferenza anche spirituali. Altro film natelliano da ricordare e che ha vinto numerosi riconoscimenti è quello girato in lingua spagnola dal titolo: “Oggi non ci sono per nessuno”, sul problema dell’Aids. Dopo gli aneddoti e le curiosità scaturiti dalle domande dei presenti, degli astanti nel locale la serata si è conclusa in allegria e concordia.