25 agosto 1609

 Salvatore Ganci

La data del 25 agosto 2009 ha segnato convenzionalmente i 400 anni della prima osservazione astronomica compiuta (da Galileo Galilei) con uno strumento ottico e non più a occhio nudo. Oggi, l’osservazione anche dilettantistica di ciò che è lontano tramite un telescopio non ha nulla di eccezionale, ma all’epoca dei Galileo Galilei l’osservazione della realtà tramite un insieme di lenti fu un fatto che richiese un graduale e lento processo di accettazione di uomini che si definivano “Filosofi naturali”. Una opposizione pressoché unanime di tutti i rappresentanti della scienza cinquecentesca contro quest’uomo la cui eresia è stata quella di accettare come “vero” quello che il sistema ottico (il cannocchiale) formava. Vasco Ronchi ha descritto quanto qui brevemente sintetizzato, in due fondamentali opere (Il Cannocchiale di Galileo e Storia della Luce). Per meglio illustrare questo concetto e non dar luogo a scontate osservazioni contro deduttive di parte, salterò a piè pari tutta la vicenda relativa al processo subito da Galileo come eretico permettendomi però solo di ricordare che il Cardinale Roberto Bellarmino, o meglio San Roberto Bellarmino (sì, quello che pose la sua firma sulla condanna al rogo di Giordano Bruno) si occupò zelantemente anche del processo a Galileo Galilei. Ma vediamo cosa scriveva un tipico uomo di Scienza non eretico, il Cavaliere fiorentino Francesco Sizi. Francesco Sizi ha sostanzialmente espresso il concetto che le osservazioni di Galileo essendo state fatte soltanto con il cannocchiale, strumento fallace e misterioso, non potevano essere che illusioni e chimere, con buona pace dei satelliti di Giove del “Sidereus Nuncius” che, perbacco, si vedevano benino. Ma il nostro Francesco, che è il portavoce di tutti gli Accademici toscani, si rende conto della “gravità” che corre la Scienza (in cui crede) quando scrive “… infatti come le case si appoggiano ai fondamenti, così le scienze si fondano sui principi; disfatti e distrutti i quali, è necessario che la scienza, come la casa, cada.” E Francesco Sizi ha in ciò perfettamente ragione: sbaglia solo un pochino nel considerare i “principi” della Scienza che sono osservazione, misura, numero e non la Fisica di Aristotele più o meno manipolata dalla Scolastica in poi. Chi sono i “Francesco Sizi” di oggi? Occorre solo lasciare l’ambito delle Scienze Fisiche e guardare alle Scienze Biologiche. E’sufficiente ascoltare le loro motivazioni … Ad ognuno le sue conclusioni perché la Scienza ormai progredisce sempre, se pure con maggiore lentezza cui la vincolano i Francesco Sizi e i Roberto Bellarmino. Un celebre passo tratto dall’Autobiografia Scientifica di Max Planck si applica egualmente bene alle vicende storiche di Galileo Galilei e del suo “strumento fallace”: “Una nuova verità scientifica non trionfa perché i suoi oppositori si convincono e vedono la luce, quanto piuttosto perché alla fine muoiono, e nasce una nuova generazione a cui i nuovi concetti diventano familiari.