Giappone: la fine del mondo?

di Rita Occidente Lupo

La fine del mondo! Così è sembrato che avvenisse a più di qualcuno, nell’arcipelago del Sol Levante, mentre gli occhi a mandorla erano in pieno giorno, 14,46, 8 ore più avanti dell’Italia,  ancora alle prime luci dell’alba, nel nostro Paese, scandite dalla terribile notizia. Due minuti interminabili in cui tutto crollava. Strade interrotte, malgrado edifici antisismici,  sgretolate dinanzi alla forza dirompente: mille volte superiore al sisma abruzzese. La diga, ceduta, allagando tutto e travolgendo le case. Seppure a 120 km. dalla costa, l’energia liberata circa 20.000 volte maggiore di quella abruzzese. Una tragedia, seppure avvenuta in mare, ma ugualmente letale, come definita dallo stesso presidente Obama, giacchè addirittura il sisma ha spostato di ben 10 cm. l’asse terrestre. Ed ha ingoiato ben tre treni, risucchiati dalle scosse, suscitando anche uno tsunami con onde alte oltre 10 m., che ha lambito le isole del sogno: le Hawaii. E la terra continua a tremare,  dopo la scossa letale 8,9 della scala Richter, mettendo a rischio ulteriormente i Giapponesi per la presenza vulcanica. Anche se avvezzi alla sismicità del suolo! Il disastro ha annoverato un migliaio di vittime finora, fortunatamente nessun italiano, ma i danni ingenti non danno di comprendere fin dove l’onda di maremoto giungerà.Di qui l’allarme per l’America meridionale, per il Cile dove dovrebbe giunger la massa d’acqua.  Eppure, la seraficità asiatica, ha ben retto anche dinanzi a tale sciagura. Infatti, chi  ha guardato la morte in faccia, come un giornalista dell’Ansa, riferisce che dopo un’ora, i terremotati avevano ripreso self control e rinfilavano l’elmetto. Nella sciagura, fughe radioattive, hanno imposto l’ervacuazione di circa 2000 residenti nella zona limitrofa alla centrale. Ancora non si sa se il sisma, di 8,9° ,si sia fermato, in quanto i sismografi continunano a tracciare onde all’impazzata. La solidarietà mondiale, inevitabile da parte dei vari governi, che senza dubbio attiveranno gare di solidarietà, come avviene in tali casi, verso le popolazioni così sinistrate. Senza dubbio, anche il nostro Paese non si tirerà indietro in raccolte umanitarie, che oltre ad attestare la sensibilità, intendono concretamente alleviare chi viene così percosso dalle ire della natura!