Cava de’ Tirreni: tassa sulla trasparenza

Si è costretti a stigmatizzare di nuovo l’orientamento del Comune in materia di accesso agli atti, che hanno a ragione fatto parlare di una tassa sulla trasparenza, l’iniquo balzello che s’impone ai cittadini che chiedono di visionare pratiche del Comune. Di cosa si tratta ? Se hai bisogno di assistenza domiciliare e vuoi sapere come sono regolamentati i servizi offerti dal Comune e vuoi una copia del regolamento e non hai internet, devi pagare 61,25 euro, perché il regolamento è del 1994 e si compone di 9 pagine, paghi solo per 5 …… ti fanno la grazia di darti le prime 4 gratis comprese nella tassa fissa di 60 euro !!! Hai bisogno di avere notizie sulla licenza edilizia che a suo tempo il costruttore ha ottenuto per costruire la tua casa, oppure se c’è il certificato d’abitabilità, perché adesso la vuoi vendere o devi fare un mutuo? sicuramente si tratta di una pratica di almeno 10 anni e allora devi pagare 60 euro fissi e, se vuoi anche delle copie,  25 centesimi per il formato A4 e 50 centesimi per l’A3, laddove presso un qualsiasi negozio pagheresti al massimo 5 centesimi per l’A4 e 10 per l’ A3. Vuoi sapere che fine ha fatto una pratica di 4 anni fa che riguarda, per esempio,  una denuncia di un abuso edilizio ? devi pagare 30 euro più le copie. Hai saputo che ti vogliono espropriare un terreno e vuoi guardare nella pratica ? Anche se la lettera ti è arrivata ieri, devi pagare 10 euro per iniziare e, in più, il servizio di copiatura, 25 centesimi per l’A4 e 50 centesimi per l’A3. Addirittura ti chiedono la tassa anche se vuoi visionare i Piani Urbanistici o se vuoi la copia di una delibera di Consiglio Comunale o di Giunta, o di un regolamento comunale, che sono atti soggetti a pubblicazione. E se il regolamento è stato fatto 10 anni fa, devi pagare 60 euro fissi e in più le copie.Si dirà: ma se hai internet potrai trovare tutto quello che vuoi sul sito del Comune. Non è così, perché sul cosiddetto sito comunale ci trovi solo le delibere dal 2006 in poi, quindi bisogna pagare per le altre e sono tante. Mi sembra una grande ingiustizia, anche perché ci sono i furbi, che hanno le conoscenze giuste e ottengono di avere tutti gli accessi e le copie che vogliono, ma non pagano perché non fanno richieste ufficiali, ma questa è un’altra storia. Appena il Comune ha deciso per questa tassa sulla trasparenza, ho presentato un esposto indirizzato al Sindaco, al ministro Brunetta, al prefetto ed alla Commissione nazionale per la trasparenza. Finora non ho avuto riscontro. E allora: prima che il diritto al rimborso di quanto indebitamente pagato vada in prescrizione, facciamo la domanda per riavere indietro il maltolto. Ho preparato un modulo di richiesta scaricabile gratuitamente dal mio profilo o all’interno del gruppo “Davide (contro Golia) Cava” di Facebook. Allego il link anche per la vostra pubblicazione. In breve, si chiede il rimborso delle somme pagate per accedere agli atti, perché indebitamente richieste. Si chiarisce che la pretesa del Comune viola l’articolo 10 comma 2 del Testo unico enti locali, gli articoli 25 e 26 del Regolamento comunale del procedimento amministrativo e dell’accesso e l’articolo 22 dello Statuto Comunale, nei quali si prevede che il rilascio di copie di atti avviene previo pagamento dei soli costi. Il Comune invece chiede il pagamento di un diritto per spese di ricerca non previsto, anzi escluso dalle citate disposizioni, che non è giustificato dagli effettivi costi sostenuti (equivalente al tempo occorso o occorrente per la ricerca della pratica), ma è fisso ed é gradato solo in ragione dell’anzianità della pratica cui l’accesso si riferisce. Anche le spese di copiatura non corrispondono agli effettivi costi sostenuti, in quanto richiedono per ogni copia: 25 centesimi in formato A4 e 50 in A3, laddove presso gli esercizi che svolgono professionalmente tale servizio si riscontrano prezzi da 3 a 5 centesimi per l’A4 e da 8 a 10 per l’ A3.

 Mario Farano amministratore di Davide (contro Golia)