Salerno: Quaresima, Mons. Moretti incontra i media

Anna Maria Noia

Stamane, presso i saloni della Curia Arcivescovile in via Roberto il Guiscardo a Salerno si è tenuto il secondo e atteso incontro del nuovo presule Mons. Luigi Moretti con i giornalisti delle varie realtà comunicative della diocesi e non solo, laici e cattolici.Il primo incontro avvenne lo scorso anno, il 25 settembre, all’inizio del mandato pastorale del vicario di Cristo in occasione dell’insediamento di Moretti nella nostra comunità. Questo nuovo incontro – dunque – avviene in occasione dei primi sei mesi di attività diocesana da parte del vescovo, per fare il punto della situazione, per individuare una traccia da seguire per agire meglio. L’incontro, iniziato con delle riflessioni sulla Quaresima, è verso su diversi argomenti appunto di pastorale e di condivisione. Presente non solo la stampa cattolica ma, come detto, anche laica dell’hinterland salernitano. Nel mercoledì delle Ceneri il primo pensiero di Luigi Moretti è stato rivolto alla Quaresima e a questo giorno importante di cui nessuno parla, mentre i media spiegano più che altro il senso del Ramadan e non il significato delle Ceneri. Poi le parole del vescovo venuto da Roma si sono concentrate sull’incontro di sei mesi or sono, quando il vicario di Cristo in terra ha iniziato a Salerno la “nuova avventura” – così la ha definita – vissuta come ha detto lui stesso con “speranza, ma senza la perplessità che alcuni media mi attribuivano”.“Ho detto subito sì a questa nuova esperienza – ha dichiarato il presule. Egli, da bravo pastore, cerca di condividere quanto sperimenta in questa realtà diocesana per Moretti ancora abbastanza nuova con tutti i fedeli e ovviamente con i principali organi di informazione con lui riuniti in questo giorno così denso di avvenimenti per i giornali salernitani.“All’inizio di questa condivisione non avevo un programma pastorale ben preciso – esprime Moretti – ora il principale obiettivo è il prossimo sinodo diocesano.”“Mio scopo – dichiara il vescovo – è fare della Chiesa salernitana una comunità di presbiteri e di discepoli che condividano insieme la fede in una vera e propria famiglia di famiglie, una comunità viva.” Ed aggiunge: “Ho riavviato l’importante strumento dei vari organi ecclesiastici che partecipano a livello della Chiesa, come il consiglio pastorale, quello degli affari ecclesiastici, il consiglio dei presbiteri…”Ma con quali criteri?“Con la logica della Chiesa stessa – avverte Luigi Moretti – con la carità, il lavoro che affronti problematiche economiche ed organizzative per percepire sempre più la Curia come strumento di servizio.”La Chiesa salernitana, quindi, vista da Moretti quale “casa della comunione”, camminando tutti “mano nella mano” e aiutandosi vicendevolmente. Nel presentare – anche – il piccolo opuscolo “Dal vangelo alla vita, dalla vita al vangelo” il vescovo, sempre però prudentemente e con diplomazia sottile, ha toccato il tema della consapevolezza  della Chiesa come grande famiglia e non più come semplice erogatrice di “servizi” e in cui i laici non siano “clienti” (per le certificazione di matrimonio, di battesimi…) bensì “soci”. Cosa farà poi il vescovo in questi tempi di Quaresima?“Come descritto nell’opuscolo destinato alla lettura collettiva e al confronto come motivo di discussione e non solo alla lettura individuale, farò in modo che la Quaresima sia il riprendere coscienza del nostro battesimo.” Dopo aver preannunciato il convegno pastorale che si terrà a giugno e non, come altre volte, a settembre, il presule Moretti ha elogiato e spronato il tentativo di migliorare la comunicazione e il modo di approcciarsi e rapportarsi agli utenti da parte della Curia; in particolare ha ricordato il nuovo sito web della diocesi che rappresenti e persegua “la motivazione profonda delle nostre scelte”. Infine tante e precise le domande e le curiosità da parte soprattutto dei giornalisti presenti, cominciando con Todaro; esse hanno offerto un ritratto di un uomo sornione e disponibile, bonario, che ha risposto con puntualità ma anche in maniera forse volutamente “evasiva” tuttavia concreta anche a molte provocazioni come la sua presunta “diplomaticità”, tirata in ballo dai giornalisti, o a domande ben costruite quali provenivano ad esempio da Ambrogio Ietto. Punto focale di Moretti: “la responsabilità; .egli ha preferito, tra le due strade che portavano a scelte precise, decise, di “non continuare con le logiche precedenti da cui si fatica a uscire” – ha espresso pungolato dalla stampa riguardo la sua continuità con il vescovo emerito Pierro – ma di dare invece un taglio netto alle situazioni di prima.” Nonostante ciò, comunque, gli stessi cronisti gli hanno “rinfacciato” il suo lasciare molti incarichi alle stesse persone di fiducia che prima occupavano gli stessi “posti” nella Curia. Forse era inevitabile anche una domanda sull’affaire “Angellara home”, della cui ben nota vicenda per le implicazioni di Gerardo Pierro siamo tutti aggiornati. Nel rispondere seccamente Moretti ha però mostrato soprattutto il lato del suo carattere più rigido e prudente, appunto “diplomatico”, sebbene avesse esposto il tutto con grande liberalità.