Brancolare in un presente senza storia non è possibile, un danno per tutti

Giuseppe Lembo

C’è da dire basta con le menzogne. La disunione italiana e la diversa velocità tra il Nord ed il Sud del Paese, è da ricercare tutta in quelle cause del malessere antropico che non hanno permesso al Sud di cambiare e di crearsi diverse condizioni di vita. Se il Sud non ha futuro, lo si deve alla sua gente e soprattutto a quegli uomini che hanno governato il Sud, del tutto indifferenti al suo sviluppo. Nei 150 anni di vita unitaria, non si è saputo, né voluto fare da sé; non si è voluto quel protagonismo della rappresentanza, necessario ad un progetto di società basata sull’insieme condiviso e sul bene comune. In alternativa, è cresciuta una politica della rappresentanza, fortemente aggressiva e determinata a far valere con la forza le libere ragioni di un solidale stare insieme democratico. Il Sud è, sempre e soprattutto per colpa della sua sofferenza antropica, un mondo-vuoto, un mondo-fantasma, lontano anni luce dalla realtà del Paese, dall’Europa e dal mondo più in generale. È possibile sognare un Sud diverso e con il Sud un’Italia, un’Europa ed un mondo diverso? Per me è possibile, sempre che lo vogliamo, sempre che sappiamo essere protagonisti di noi stessi. Per cambiare occorre una diffusa crescita culturale; occorrono conoscenze; occorrono saperi; occorre organizzazione. Occorre, soprattutto, un progetto di stare insieme capace di agire pensando al bene comune, capace di sognare il bene comune e di proiettarsi insieme nel futuro possibile, costruendolo,giorno dopo giorno, appellandosi alla conoscenza del fare. Bisogna, per crescere, che i territori meridionali, non siano più sversatoi di veleni e di munnezza, ma luoghi di umanità del fare e di esperienza collettiva, al servizio del bene comune. Per salvare il Sud, occorre quello slancio d’insieme che ci proietti in un futuro possibile, con alle spalle quello che siamo e da troppo lungo tempo è, purtroppo, la vera e grande causa di tutti i nostri mali. Non possiamo essere più a lungo, i luoghi silenziosi del niente e del vuoto; è questa, una condizione che fa male a tutti, per cui assolutamente da rifiutare.

 

                                                                        

10 pensieri su “Brancolare in un presente senza storia non è possibile, un danno per tutti

  1. Cara Direttore,
    il sig.Lembo ha perfettamente ragione.
    Non si può parlare ncora di Unità d’Italia vera finchè le distanze economiche culturali e politiche tra Nord e Sud non solo restano quelle che sono ma rischiaro di ampliarsi sempre di più.
    E le politiche Governative di tagli finanziari ad Enti pubblici e ai servizi pubblici sociali e all’Istruzione e alla Ricerca pubbliche ecc.
    I sig. della Lega, parlando di Federalismo fiscale, ripetono sempre che ogni Regione deve cercare di risolvere da sè certi problemi,… a cominciare dai rifiuti urbani.
    Però, intanto, continuano a scaricare al Sud i loro rifiuti tossici e ad imporci discariche e inceneritori.
    I sig. Industriali del Nord, soprattutto, pur di risparmiare milioni e milioni di Euro per lo smaltimento dei rifiuti tossici, non hanno esitato – e oggi continuano a farlo – a far fare fortuna alle imprese camorristiche che a costo ridotto li smaltiscono spargendoli nei corsi dei fiumi ,laghi, mare e per le campagne, con l’avallo e la complicità di rappresentanti della politica e delle Istituzionie peezzi dello Stato.
    Ma poi tutti (Stato; Regioni, EE.LL., imprenditori, ecc.! si guardano bene dal bonificare le aree inquinate (vedi a che punto è lo stato delle bonifiche previste in Campania.
    Ma intanto Governo naz.le (e a seguire le Regioni stesse!)sono bravi a scaricare il conto dei danni economici alle Comunità, ma si guardano bene da mettere in campo una vera e propria politica di stop al degrado e di prevenzione di ulteriori danni. Anzi come se nulla fosse accaduto,continuano diritto per la loro strada.
    Se a questo aggiungiamo la sudditanza di gran parte dei personaggi politici ed istituzionali a questa politica ed alle scelte che ne sono derivate – e continuano a derivarne, il quadro è complesso.
    Credo che se non si cambia davvero politica e si ricupera un immagine dello Stato più seria e che tenga davvero conto degli interessi generali del Paese e non solo delle categorie forti e dei padroncini del Nord (e del Nord/Est soprattutto!) sarà sempre più difficile difendere una concezione di Unità d’Italia come serve al nostro Paese e si alimentano sempre di più le mire scissionistiche.
    Solo un Stato meno accentratore e veramente aperto alla valorizzazione delle storie, delle tradizioni socio/economiche e organizzative e le aspirazioni di sviluppo delle Comunità locali può veramente riunire questo Paese.
    Le continue politiche di espropriazione di ruoli e poteri delle Comunità locali (vedi il continuo ricorso alle nomine dei Commissari straordinari allo gestione della raccolta e smaltimento rifiuti, il ricorso lle leggi obiettive e alla decretazione d’urgenza, l’affidamento alla Protezione civile militarizzata e lo stesso tentativo maldestro -portato avanti da questo Governo – di trasformare questo organismo in SpA, e di continui impedimenti e criminalizzazione di comitati, Movimento di lotta per tutelela della salute, del territorio e per scelte di sviluppo condivise e non calate dall’alto soprattutto di questi ultimi Governi vanno invece in tutt’altra direzione.
    Se certe Forze politiche vogliono davvero l’Unità d’Italia come Esse dicono, allora la smettino con le celebrazioni e cerchino di adoperarsi sul serio in questa direzione.
    Onofrio Infantile

  2. E vai… con l'”ANTROPICO”! Questa parola ormai è così ricorrente nei suoi articoli, sig. Lembo,da risultare inflazionata e quasi priva di significato!Proprio non le riesce di pensare anche ad altre cause che non siano ANTROPICHE?

  3. Perché è nato il fenomeno Lega? Lasci stare l’antropico, gentile Civetta, e vada alla sostanza. Il Fenomeno “Lega” dimostra l’ovvietà: buona parte di un nord produttivo, e più rispettoso verso gli immigrati del sud, è stanco di pagare per un sud spesso fannullone e perennemente ancorato alla cultura che i politici penseranno sempre a loro. D’altra parte, prima del fenomeno Lega, l’inflessione dialettale dei politici che contavano era da Roma in giù. Mi piacerebbe (malignamente) vedere la sanità delle regioni Campania e Sicilia ancorate al fisco delle rispettive regioni. Già la diffusa malasanità del sud, i “trucchi” per entrare a Medicina (Bari) dimostrano che il male del Sud è la cultura della sua gente.
    Civetta, vada alla sostanza, non neghi l’evidenza e non critichi l’antipatia che prova per il termine “antropico”. Al Dr. Lembo il mio apprezzamento per l’onestà intellettuale.
    Ernestina

  4. Gentile Ernestina, senza troppe parole, che a volte non servono,le rispondo con quelle usate nel titolo: BRANCOLARE IN UN PRESENTE SENZA STORIA NON è POSSIBILE, UN DANNO PER TUTTI.
    Peccato che il contenuto dell’articolo vada un pò fuori traccia: più che parlare di Storia, esprime opinioni!
    Distinti saluti

  5. Gentile Civetta, senza troppe parole, che a volte non servono: lasci stare la forma e vada alla sostanza. L’Autore dell’articolo ha espresso opinioni? Pure lei lo fa ampliamente glissando alla grande sulle critiche alla cultura del sud contenue nel mio commento. I fatti sono indiscutibili o anche per Napoli esiste un negazionismo dei bus dati alle fiamme e della spazzatura? Sicuramente lei ha molto timore del cosiddetto “federalismo fiscale” sperando che, una buona volta, tolga a chi paga, la beffa di vedere sanati sprechi e malgoverno dovuti alla gente del Sud.
    Con i migliori saluti
    Ernestina

  6. Ernestina, ma ha cambiato nome?! Io la conoscevo come Lucia Russo!
    Beh, non importa, fa lo stesso. Io ho già ampiamente espresso la mia idea in proposito in diverse occasioni, continuare a ripeterle mi fa sentire un pò autistica. Ora lo farò solo quando chi viene commentato mi degna di una risposta. Il Sig. Lembo, per es., è uno di quelli che non risponde mai ai commenti…Perciò, mi dispiace, NO COMMENT!!!!!!!

  7. Gentile Lucia, pardon Ernestina,(poteva scegliersi almeno un nome settentrionale)dimenticavo, per me FORMA e SOSTANZA non sono separabili, come non sono separabili i fatti dalla Storia. Io NON GIUSTIFICO i fatti, mi chiedo semplicemente il perchè, mi chiedo perchè siamo arrivati ad autoconvincerci che il SUD sia frutto di un “malessere antropico”.Lei se lo è mai chiesto o si limita a ripetere la frase che hanno cominciato a farci imparare e a farci ripetere da 150 anni a questa parte?.Alcune delle vittime della cosiddetta MINORITA del sud sono esposte a Torino nel museo di Lombroso. Colga l’occasione di andarlo a visitare qualche volta, ma prima si legga qualche libro sulla Storia degli ultimi 150 anni, visto che finora non si è fatto altro e non si è andato oltre i soliti PRE-GIUDIZI o GIUDIZI.Se le fa piacere le posso fornire una buona bibliografia.
    Con cordialità.

  8. Diciamo pure che da parte di certi ( e non tutti) meridionali) vi sia una certa idea del “menefreghismo” a scapito naturalmente della intera collettività, ma , Dottor Lembo, non ci dimendiachiamo che dal Sud, e prettamente ,dal sud d’Italia, nel corso del secolo scorso sono andati all’estero, ed anche nel Nord Italia milioni e milioni della nostra povera gente , compreso tanti intellettuali e professionisti a cercare fortuna all’estero, cosa che non è successo al Nord Italia, come la spieghiamo? Anch’io sono stato fior di spine ed ho vissuto come un cane in un paese non mio per via della miseria invadente di questo Sud che non ha mai avuto possibilità di emergere come il Nord.Non offendiamo chi a pagato con la propria pelle e sta ancora PAGANDO per gli effetti scaturiti dal malessere di questo martoriato Sud.Ho letto un po’ di storia da libri appena usciti ed ho capito che il Sud non ha tutte le colpe , e lo è anche per la sua posizione giografica: siamo lontani dal Nord italia e da i paesi europei e solo il costo di trasporto appesantisce la differenza. Come si può arrampicare una zona prettamente agricola, fatta di piccolissimi agricoltori per stare al passo con zone pienamente industrializzate come il Nord? Con terreni agricoli di vasta tenuta che riduce al minimo le spese di manutenzione di produzione. Ho viaggiato il mondo, ma sono orgoglioso di essere un salernitano, o meglio, uomo del sud, Si. si potrebbe avere molto di più, ma tale critica la metterei , francamente, come dice il detto: nei panni sporchi di famiglia. Un abbraccio da vero e sincero salernitano a tutti.

  9. Per la signora Civetta.
    Non comprendo il motivo del suo volontario lapsus. Per quanto mi riguarda le ho contestato di non volere vedere i fatti del presente. Di fronte a una simile interlocutrice che continua ad ignorare gli argomenti concreti proposti non credo che sia utile proseguire ogni ulteriore commento. Al Dr. Lembo ri-esprimo il mio apprezzamento per la sua onestà intellettuale.
    Ernestina

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