Il Vangelo commentato – Abbazia Della Scala e don Stanzione

Matteo Cap. 7, 21—27 La casa costruita sulla roccia e la casa costruita sulla sabbia.don Marcello Stanzione

 

Noi ascoltiamo oggi la conclusione del Sermone della Montagna che cominciava, ricordiamocelo, con le “Beatitudini” : “Beati … beati … “. Non facciamo di Gesù un predicatore edulcorato, mieloso. Giungiamo fino in fondo al suo pensiero ed ascoltiamoLo finire il suo Sermone con gli avvertimenti drammatici e minacciosi che vorrebbero farci comprendere quanto l’impegno del Vangelo è serio. Immaginiamo il dramma di colui che si sente dire : “Io non vi ho mai conosciuto. Allontanatevi da me !” allorché egli pensava di essere stato un cristiano, un discepolo. Quale è dunque il vero criterio del discepolo di Gesù ? Si sente spesso, ai nostri giorni, la celebre formula : “Sono cattolico credente, non cattolico praticante”. E’ esattamente il contrario che dice oggi Gesù : “Non basta dire : Signore ! Signore ! … ma bisogna fare la volontà del Padre mio che è nei cieli”. E più avanti, per due volte, Gesù insiste : “Colui che ascolta senza mettere in pratica è insensato !”. Ecco una esigenza completamente moderna : i giovani di oggi reclamano l’autenticità … i bei discorsi non passano più … “Quello che dici non ci interessa ; che cosa fai ?”. Più che mai, è necessario che la fede e la vita siano in coerenza profonda. Gesù, ben prima del mondo attuale, denunciava il falso simile all’ipocrisia : “Essi dicono … essi dicono che credono … e non fanno”. (Mt. 23,3).Sì, l’insegnamento di Gesù, come tutte le lettere di San Paolo, come ogni sermone normale … finisce con un appello all’azione : conformate la vostra vita a ciò che voi credete. Non si è cristiani se non si incarna la fede nella vita quotidiana. E nulla può rimanere estraneo al Vangelo : famiglia, professione, divertimento, impegno sociale, sindacale, politico e sportivo. Noi abbiamo spesso paura delle parole forti, oggi. Ed i traduttori hanno talvolta tendenza ad edulcorare il Vangelo. In questa conclusione del Sermone della Montagna, per esempio, è chiaro che Gesù ha utilizzato un linguaggio contrastato, che corre in tutta la Bibbia e che Matteo ripercuote fino a sette volte. Sì, la Bibbia oppone incessantemente il saggio, “phronimos” in greco … al folle, “môros” in greco. E’ il tema della parabola delle vergini sagge e delle vergini folli. Ecco ancora un linguaggio che può sembrare, ad una vista superficiale, intollerante e settario. E’ forse per questo che si prova il bisogno di attenuarlo nelle traduzioni. Ma, in fondo, questo modo di parlare è ben moderno : oggi, si insiste sulla sicurezza ed ogni incidente è auscultato per scoprirne la causa. Se un aereo si schianta, si cerca la sua scatola nera che rivelerà quello che ha causato l’incidente. Se un palazzo crolla o che una teleferica si distacchi, si cerca il difetto che ha provocato la catastrofe. E Gesù, già insisteva sull’intelligenza dei costruttori. Lui, carpentiere di mestiere, sapeva le regole che fanno la solidità delle case. Quando una casa crolla, occorre guardare le fondazioni. Tra la casa costruita sulla sabbia e la casa costruita sulla roccia, non vi è apparente differenza : ma attenzione quando viene la tempesta, l’inondazione … Il buonsenso popolare non si sbaglia. Bisogna essere pazzo, insensato per costruire la propria casa senza fondamenta solide. L’uomo intelligente, viceversa, prevede la sicurezza di quello che costruisce. Ogni grande discorso che struttura il Vangelo di Matteo si chiude sempre con una evocazione del giudizio finale. L’insegnamento di Gesù è un continuo richiamo alle grandi realtà ( morte, giudizio, inferno e paradiso). La sola preparazione a questo giudizio  finale è l’ascolto efficace e impegnato della Parola di Dio. E’ saggezza essere attenti alla Parola di Gesù; è stoltezza essere disattenti: ecco la parabola della roccia e della sabbia. Questo Vangelo, come tante altre pagine, ci mette veramente davanti alla serietà della nostra vita di ogni giorno. La Parola di Dio ascoltata e praticata, non è facoltativa, è una questione di vita o di morte, di riuscita o di distruzione. Gesù, Giudice della Fine dei tempi, ci pone davanti alla nostra responsabilità. E’ un dilemma radicale : o si sarà fatta la volontà del Padre che è nei cieli … o non la si avrà fatta … La nostra fede è una pallida maschera superficiale od è una fede reale che trasforma la nostra vita di tutti i giorni ?